GIANPO ha scritto: mer 29 dic 2021, 15:14
Grazie Mimetta, per le splendide parole che mi hai scritto io d'altronde sono 10 mesi che ho perso l'amore della mia vita e ogni giorno che passa invece di allontanare o di lenire il ricordo diventa sempre più ossessivo in quesi mesi ho cercato in tutti modi di convivere con questa mia nuova realtà addirittura mi sono offerto alla Caritas dove andavo 2 volte a settimana per dare da mangiare ai poveri ma ahime è stato un totale disastro perchè li ci sono persone che cercano aiuto ed io in questo momento non sono certo in grado di offrirglielo. Adesso, grazie ai suggerimenti come il tuo e anche di un mio amico che era già iscritto sto provando questa nuova via raccontando quello che mi sta succedendo e vedo, ringraziando il Buon Dio che altre persone come me hanno questo stesso problema e come te, cercano di rendere la vita meno triste di quello che potrebbe essere certo ci vuole un grande Forza però in voi donne questo sembra più raggiungibile rispetto a noi uomini o forse è sola una mia sbagliata constatazione. Grazie di nuovo un saluto Gianpo
Gianpo,
una parte di dolore ti tocca, non è possibile nasconderlo facendo altre cose, e se riesci a non pensarci, prima o poi riesce fuori.
certo che adesso stai quasi peggio, adesso è proprio vero tutto quello che è successo. all'inizio è quasi uno schiaffo e non riesci nemmeno a reagire. il volontariato aiuta molto, magari tra un pò sarà più semplice.
il fatto è che ci si riconosce. quando incontri persone che hanno sofferto, anche di una cosa diversa, ci si riconosce. ed il forum in questo è un luogo di scambio, un luogo di sincerità, un luogo in cui ci si sente meno fuori dal Mondo.
ma adesso forse per te è ancora il tempo del racconto, del chiedersi perché a te, perché a lei.
io ero quella cagionevole di salute, ed invece è lui che se ne è andato. mi sono sempre detta che lui sarebbe stato più bravo di me ad affrontare tutto questo. non credo le donne siano più brave, io il primo anno non ho cucinato, non ho pulito, pure farmi una doccia mi sembrava una mancanza di rispetto. mangiavo cose cucinate solo se c'erano i miei figli o se qualcuno mi trascinava al Ristorante. noi abbiamo un Terrazzo, e per un anno non sono uscita sul terrazzo, non ho annaffiato le piante, non ho spazzato... non ho pulito i vetri ed ho vissuto solo un pezzettino di casa: divano e bagno.
non sono nemmeno riuscita a dormire nel nostro letto. dirlo adesso mi fa strano, ma ho vissuto in una sorta di cuccia, in cui piangevo, dormivo stremata dal pianto, ricominciavo a dormire, non sapevo se fosse giorno o notte. lavoravo, si, ma non prendevo mai appuntamenti di mattina, perché non sapevo se mi sarei svegliata in tempo. non sono stata brava. spesso mi facevo una birra per cui poi mi addormentavo senza sapere chi fossi. non sono stata brava, avevo totalmente perso la rotta. il primo anno l'ho passato così. aspettavo che tornasse, aspettavo di sentire i suoi passi, sentir girare le chiavi nella toppa. poi, ho capito che non sarebbe tornato. e sono stata molto peggio, ma allo stesso tempo ho tentavo di far quadrare i conti della mia vita. di ciò che restava della mia vita. lui si è portato via tutto, le risate, le chiacchiere, i nostri segretucci, il nostro amore.
per uno strano meccanismo, quando vado al cimitero la sua foto mi accoglie. quasi mi aspettasse. e mi sorride, sempre. e mi dà coraggio.
appena avuta la diagnosi, infausta e senza speranza, mi ha detto che io sarei andata avanti nella vita, ma che lui mi sarebbe sempre stato attaccato. ed è quello che cerco di fare. sui gomiti, certo. ma cerco di fare cose che avremmo fatto insieme. non è la stessa cosa, ma cerco di andare avanti, con amore e rispetto per chi non riusciva nemmeno ad alzarsi dal letto.
un abbraccio, Mimetta