Credo sia normale, ma non mi sto mica rendendo conto della cosa più di tanto sapete?
E mi sta succedendo una cosa veramente strana.
Da sempre, tutti mi han detto che io sono identica a mio papà. Si, ne ero abbastanza consapevole, in passato anche un po' arrabbiata per questo. Perchè non solo caratterialmente, ma anche fisicamente io sono la copia di mio papà e questo mi ha sempre fatto un po' arrabbiare. Insomma, la mia mamma ha dei splendidi occhi azzurri, un bel naso, dei bei capelli. Io ho preso occhi scuri (però ok, quelli mi piacciono molto), nasone, capelli fini e radi e labbra sottili, tutto preso da mio papà. Insomma, mia mamma era ed è tutt'ora una gran bella donna, io ho preso dal 'brutto' della famiglia, ovvio

E poi c'è il carattere. Ieri, nell'annuncio sul giornale, i fratelli di mia mamma hanno descritto mio papà alla perfezione. Di lui han detto 'uomo e cristiano libero, integerrimo, arguto e gioviale'. Si, questo è mio papà. Con l'aggiunta di un senso dell'umorismo, un'ironia delle volte fin dissacratoria che ha sempre fatto ridere tutti.
E io sono lui. O meglio, non sono lui, ma sono come lui.
L'ironia mi esce nei momenti più impensati. Riesco a star zitta e a non farla trapelare (se non con mia mamma, che capisce e assurdamente apprezza), e questa è forse l'unica differenza con mio papà che probabilmente non sarebbe stato zitto.
L'ironia mi esce quando l'altra sera vado al rosario per papà, in una cappella in cui ci saranno stati 42 gradi umidissimi, e davanti mi trovo una figurante (la definisco così, non conosceva nessuno di noi) vestita completamente di nero: velo di pizzo nero, gonna lunga nera, calzamaglia di lana (!!!) nera, piumino estivo nero! Ho 'sentito' la voce di mio papà che mi diceva 'ti prego, fotografala perchè merita'. Non è che abbia sentito la voce di mio papà, ma la scena era così surreale che volevo quasi davvero prendere il telefonino e fotografarla

Suona assurdo, so che è fuori luogo, ma mi veniva da sorridere.
O quando, all'ennesima persona che viene da me e mi dice 'mi raccomando, stai attenta a tua mamma adesso eh?' io rischio di rispondere: 'certo, nessun problema, tanto Paolo era solo un conoscente, io mica ci sto male eh? tranquilli, non preoccupatevi per me'.
Peggio ancora (e so di espormi al giudizio negativo di molti), è successo proprio giovedì sera.
Eravamo in casa di cura, e quando siamo state pronte, io e mia mamma abbiamo accompagnato, insieme a due Oss adorabili (ma in quella casa di cura tutti, ma veramente tutti sono stati fantastici!), il corpo di mio papà nelle celle.
Eravamo, per forza di cose, in ascensore. Io, che sono claustrofobica, appena posso evito gli ascensori, ma lì non potevo, non potevo lasciare mia mamma senza di me in ascensore.
E prepotentemente (e vi giuro che a mio papà sarebbe venuto in mente qualcosa di simile) mi è venuta in mente una battuta di Woody Allen, tratta da un suo film: 'ascensore e un cadaver: l'en plein del claustrofobico'. E mi veniva da sorridere (e stavo ancora piangendo. Non ho smesso di piangere, ve lo assicuro!)
Lo so, è totalmente fuori luogo, sono la prima ad essere consapevole di quanto sia assurdo, sconveniente, probabilmente anche da malata di mente, cosa volete che vi dica.
Però non so. Sono come mio papà. E' come se ci fosse mio papà accanto a me (io non sono credente!) che mi fa fare queste cose. O, più semplicemente, è solo dna. Il mio papà che quando a 13 anni mi ha fatto andare a studiare in Inghilterra, siccome avevo paura dell'aereo, per il mese precedente, mi ha fatto vedere tutti i film catastrofici su aerei che cadono. Mio papà che mi ha messo gli sci ai piedi che si e no sapevo camminare e a 5 anni mi lanciava giù dalle piste nere. Mio papà che di mia mamma ha sempre detto 'Amleto era più decisionista di tua mamma' (ne ero già consapevole, ma non avete idea di quanto me ne sia accorta in questi giorni in cui si devono prendere mille decisioni alla velocità della luce). Mio papà che a chi gli chiedeva come stava diceva 'a parte il tumore, tutto alla grande'. Mio papà che quando si risvegliava dall'operazione e mi chiedeva come fosse andata, a mia risposta positiva diceva: 'l'operazione è andata bene, ma il paziente è morto?'
Vi chiedo scusa, in primis per il papiro e in secundis per l'argomento di questo mio scritto. Che ha un tono strano, ne sono consapevole.
Ma avevo bisogno un pochino di esternare come mi sento.
Un abbraccio