Inviato: ven 7 dic 2012, 4:22
In apertura il mio affettuoso pensiero va alla cara Pà: a presto, aspettiamo con ansia di leggerti!
Caro Paolo60,
Le mie parole a seguire sono rivolte a quanti mi leggono; particolarmente le dedico a te.
In un tuo post scrivi"quando si sta bene si vive pensando che si può fare a meno di tutti e se qualcuno ci parla di Dio e quindi di fede.....".
Considero la religione e la religiosità profondamente soggettive.
Mi limito a parlare della mia esperienza, per poi trscrivere il pensiero di un noto psichiatra: nella mia traversata del cancro ho ripensato anche la mia religiosità, a volte, prima del cancro, sopita. La fede ha alimentato la mia voglia di farcela durante l'esperienza tumorale e mi accompagna giorno per giorno.....
Ecco cosa scrive un noto psichiatra:
"La fede stimola i sentimenti positivi, l'affetto, la generosità, la riconoscenza e aiuta a superare quelli negativi, l'odio, l'egoismo, l'invidia. Infatti non è soltanto un desiderio, ma una necessità per compensare l'imperfezione e l'incompiutezza che fanno parte della vita. In questo senso è forse una strada privilegiata per completare la propria personalità, ma per viverla pienamente occorre la maturità psicologica. A questa condizione avere fede significa avere speranza talvolta nell'insperabile e vedere più rosea la vita terrena, in linea con il salmo:"Abita la terra e vivi con fede".
Come sempre, porgo affettuosi saluti, a te Paolo60, ad Angelo, a Linetta, a Giornopergiorno,a Monik, alla superpresente e sensibile Ambra, a Pina,a Paola85,alla cara Mariasole, al mio caro amico Luciano(spero che mi legga)a quanti stanno viendo la complessità del cancro, a tutti quelli che mi leggono..
Ciao!
Giuseppe
Caro Paolo60,
Le mie parole a seguire sono rivolte a quanti mi leggono; particolarmente le dedico a te.
In un tuo post scrivi"quando si sta bene si vive pensando che si può fare a meno di tutti e se qualcuno ci parla di Dio e quindi di fede.....".
Considero la religione e la religiosità profondamente soggettive.
Mi limito a parlare della mia esperienza, per poi trscrivere il pensiero di un noto psichiatra: nella mia traversata del cancro ho ripensato anche la mia religiosità, a volte, prima del cancro, sopita. La fede ha alimentato la mia voglia di farcela durante l'esperienza tumorale e mi accompagna giorno per giorno.....
Ecco cosa scrive un noto psichiatra:
"La fede stimola i sentimenti positivi, l'affetto, la generosità, la riconoscenza e aiuta a superare quelli negativi, l'odio, l'egoismo, l'invidia. Infatti non è soltanto un desiderio, ma una necessità per compensare l'imperfezione e l'incompiutezza che fanno parte della vita. In questo senso è forse una strada privilegiata per completare la propria personalità, ma per viverla pienamente occorre la maturità psicologica. A questa condizione avere fede significa avere speranza talvolta nell'insperabile e vedere più rosea la vita terrena, in linea con il salmo:"Abita la terra e vivi con fede".
Come sempre, porgo affettuosi saluti, a te Paolo60, ad Angelo, a Linetta, a Giornopergiorno,a Monik, alla superpresente e sensibile Ambra, a Pina,a Paola85,alla cara Mariasole, al mio caro amico Luciano(spero che mi legga)a quanti stanno viendo la complessità del cancro, a tutti quelli che mi leggono..
Ciao!
Giuseppe