Re: Sfoghiamoci
Inviato: mer 10 ott 2018, 8:40
Leggo sempre i vostri messaggi e soprattutto gli ultimi mi hanno commossa.
3persempre auguri! Mi hai fatto venire ancora più voglia di rimettermi sui libri per terminare i miei studi universitari. Leggere dei tuoi "errori" (se così si possono chiamare) mi rincuora, non sono lì unica ad averne fatti nei confronti di chi non c'è più anche se Delle volte è davvero dura accettarli ed andare avanti. Io durante la malattia ho sopportato tutto, anche la rabbia che sfogava su di me e mia madre, difendendolo quando mia madre perdeva le staffe, ma prima della malattia con il mio papà ho sbagliato..e tanto.
Delle volte anche studiare mi sembra qualcosa che faccio per me e che non mi merito di fare, com se dovessi in qualche modo espiare a vita le mie colpe. Ma lui non vorrebbe e io non mi mantengo da sola e se continuo così si aggiungeranno rimorsi su rimorsi. Chissà se è la mia mente a ingigantire tutto o se è stato veramente grave ciò che ho fatto. Ma intanto ci sono altre persone in vita, me compresa, che meritano e hanno bisogno di me e di risultati.
Filomena sono felicissima anche per te, mi immagino il tuo respiro di sollievo ed è vero che anche l'ostacolo più alto può essere superato. Goditi queste piccole grandi vittorie. Anche io ho cominciato a fare la baby sitter a 12 anni ed è il lavoro che faccio anche oggi per mantenermi gli studi. Un bimbo di 3 anni, dopo un anno e mezzo che sto con lui è come se fossi la sua zietta. Il rapporto con lui mi fa stare con i piedi ben saldi a terra. I sorrisi, gli abbracci inaspettati, il bisogno che lui ha di me e Delle mie attenzioni, della mia serenità e spensieratezza mi aiutano ad essere presente a me stessa..qualcosa che mi porto dietro anche dopo le ore di lavoro.
In alcuni giorni va meglio, in altri un po'meno ma si cambia, sì. È come se fossi divisa in due parti: una parte di me è più forte e saggia, pensa all'essenziale, sente che dopo tutto quello che è successo può affrontare tutto (o quasi); mentre l'altra parte di me è più debole, arrabbiata, le cose più improbabili le portano a galla ricordi belli e/o orribili e talvolta si chiede che senso ha tutto ciò.
Si va avanti anche strisciando ma lo devo all'amore che mi ha dato mio papà anche se non può vedendo e sentirmi il suo amore non deve essere stato invano.. deve diventare una Delle tante molle che mi spingono ad andare avanti come meglio posso.
Vi abbraccio
3persempre auguri! Mi hai fatto venire ancora più voglia di rimettermi sui libri per terminare i miei studi universitari. Leggere dei tuoi "errori" (se così si possono chiamare) mi rincuora, non sono lì unica ad averne fatti nei confronti di chi non c'è più anche se Delle volte è davvero dura accettarli ed andare avanti. Io durante la malattia ho sopportato tutto, anche la rabbia che sfogava su di me e mia madre, difendendolo quando mia madre perdeva le staffe, ma prima della malattia con il mio papà ho sbagliato..e tanto.
Delle volte anche studiare mi sembra qualcosa che faccio per me e che non mi merito di fare, com se dovessi in qualche modo espiare a vita le mie colpe. Ma lui non vorrebbe e io non mi mantengo da sola e se continuo così si aggiungeranno rimorsi su rimorsi. Chissà se è la mia mente a ingigantire tutto o se è stato veramente grave ciò che ho fatto. Ma intanto ci sono altre persone in vita, me compresa, che meritano e hanno bisogno di me e di risultati.
Filomena sono felicissima anche per te, mi immagino il tuo respiro di sollievo ed è vero che anche l'ostacolo più alto può essere superato. Goditi queste piccole grandi vittorie. Anche io ho cominciato a fare la baby sitter a 12 anni ed è il lavoro che faccio anche oggi per mantenermi gli studi. Un bimbo di 3 anni, dopo un anno e mezzo che sto con lui è come se fossi la sua zietta. Il rapporto con lui mi fa stare con i piedi ben saldi a terra. I sorrisi, gli abbracci inaspettati, il bisogno che lui ha di me e Delle mie attenzioni, della mia serenità e spensieratezza mi aiutano ad essere presente a me stessa..qualcosa che mi porto dietro anche dopo le ore di lavoro.
In alcuni giorni va meglio, in altri un po'meno ma si cambia, sì. È come se fossi divisa in due parti: una parte di me è più forte e saggia, pensa all'essenziale, sente che dopo tutto quello che è successo può affrontare tutto (o quasi); mentre l'altra parte di me è più debole, arrabbiata, le cose più improbabili le portano a galla ricordi belli e/o orribili e talvolta si chiede che senso ha tutto ciò.
Si va avanti anche strisciando ma lo devo all'amore che mi ha dato mio papà anche se non può vedendo e sentirmi il suo amore non deve essere stato invano.. deve diventare una Delle tante molle che mi spingono ad andare avanti come meglio posso.
Vi abbraccio