Chi ha un perché per vivere...
Ambra mi ha suggerito di scrivere perché le mie parole sarebbero state d'aiuto a chi pensa di non farcela, a chi si sente schiacciato dall'angoscia e dalla paura, a chi sente che le forze vengono meno e a chi combatte contro un vuoto che non si riempie.
Dani diceva: "Chi ha un perché per vivere può sopportare anche tutti i come".
E lui aveva il suo perché e di come ne ha dovuti sopportare parecchi.
Un intervento demolitivo che lo ha compromesso nel fisico, chemioterapie aggressive, due interventi di nefrostomie e ancora chemioterapie.
L'impossibilità di camminare, i dolori lancinanti che lo tenevano sveglio di notte.
Quanti tremendi come ha sopportato in funzione del suo perché.
Dani aveva combattuto tutta la sua vita, venendo dal sud e trasferitosi qui in Emilia, aveva dormito in un garage perché non poteva permettersi un affitto. Aveva fatto qualsiasi lavoro, aveva studiato tanto e conosceva tanto.
In soli 10 anni è stato in grado di cambiare la sua vita ritrovandosi con una propria attività, una famiglia, una casa...
La malattia gli aveva fatto capire quanto le persone fossero importanti e quanto le cose semplici fossero speciali.
Se lui che ha dovuto patire tutto questo ha trovato il suo perché, a maggior ragione dobbiamo farlo noi. La vita va oltre a tutto, in nome della vita per la quale chi ci ha lasciato ha combattuto fino all'ultimo respiro, dobbiamo trovare e coltivare il nostro perché. E di perché non ne esiste uno solo, il perché è la vita stessa. Il perché può essere un figlio, un fratello, un progetto, un sogno.
Sta a noi trovare il nostro senza arrendersi mai, sta a noi difenderlo con tutti noi stessi e un domani, quando non avremo più le forze e saremo vecchi bacucchi, allora passeremo il testimone del nostro perché a chi ci sta più a cuore perché continui a crescerlo.
Vi voglio bene amici del cerchio e oggi che è un giorno triste per Sergio e la dolce Sara, auguro a tutti voi e a me stessa di trovare il nostro perché.
Un bacio
Erika
Dani diceva: "Chi ha un perché per vivere può sopportare anche tutti i come".
E lui aveva il suo perché e di come ne ha dovuti sopportare parecchi.
Un intervento demolitivo che lo ha compromesso nel fisico, chemioterapie aggressive, due interventi di nefrostomie e ancora chemioterapie.
L'impossibilità di camminare, i dolori lancinanti che lo tenevano sveglio di notte.
Quanti tremendi come ha sopportato in funzione del suo perché.
Dani aveva combattuto tutta la sua vita, venendo dal sud e trasferitosi qui in Emilia, aveva dormito in un garage perché non poteva permettersi un affitto. Aveva fatto qualsiasi lavoro, aveva studiato tanto e conosceva tanto.
In soli 10 anni è stato in grado di cambiare la sua vita ritrovandosi con una propria attività, una famiglia, una casa...
La malattia gli aveva fatto capire quanto le persone fossero importanti e quanto le cose semplici fossero speciali.
Se lui che ha dovuto patire tutto questo ha trovato il suo perché, a maggior ragione dobbiamo farlo noi. La vita va oltre a tutto, in nome della vita per la quale chi ci ha lasciato ha combattuto fino all'ultimo respiro, dobbiamo trovare e coltivare il nostro perché. E di perché non ne esiste uno solo, il perché è la vita stessa. Il perché può essere un figlio, un fratello, un progetto, un sogno.
Sta a noi trovare il nostro senza arrendersi mai, sta a noi difenderlo con tutti noi stessi e un domani, quando non avremo più le forze e saremo vecchi bacucchi, allora passeremo il testimone del nostro perché a chi ci sta più a cuore perché continui a crescerlo.
Vi voglio bene amici del cerchio e oggi che è un giorno triste per Sergio e la dolce Sara, auguro a tutti voi e a me stessa di trovare il nostro perché.
Un bacio
Erika
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- Iscritto il: lun 18 ott 2010, 16:08
Se mi permetti Erika copierò queste parole su un foglio bianco da leggere ogni mattina a inizio giornata, e da diffondere agli amici.
Grazie per averci raccontato di Dani.
Conoscere le persone anche attraverso il loro percorso, e non soltanto tramite gli ultimi momenti di malattia, ci fa apprezzare molto di più la loro lotta che deve diventare anche la nostra.
Grazie per averci raccontato di Dani.
Conoscere le persone anche attraverso il loro percorso, e non soltanto tramite gli ultimi momenti di malattia, ci fa apprezzare molto di più la loro lotta che deve diventare anche la nostra.
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