Inviato: gio 26 dic 2013, 5:31
Ciao a tutti! Sono nuova qui, non avrei mai voluto trovarmi a scrivere in questo forum ma..inaspettatamente come è la vita, mi ritrovo a farlo, spinta dalla voglia sì ma con nel cuore tanta tristezza e altrettanta voglia di non essere qui . Da circa 4 mese la mia vita è cambiata, ma non come si cambierebbe taglio di capelli, fidanzato, casa... Un cambiamento che a 21 anni pensi non possa minimamente capitare, per di più a te.
Vi scrivo dal Policlinico di Borgo Roma di Verona. Mi trovo qui perchè purtroppo da circa 4 mesi la mia mamma ha scoperto di essere malata. Già, quella brutta bestia che rimane tale quando la senti nominare da altri ma si trasforma in un carro armato dietro la porta di casa quando cominci a vederne i contorni sulla pelle delle persone che ami.. in questo caso la mia mamma. Che dire di lei.. una donna che per vari motivi (famiglia molto rigida, poche possibilità economiche) non si è mai "goduta" fino in fondo la vita. Dico questo perchè fino all'età di 18 anni lei non ha mai potuto uscire di casa per colpa di un padre troppo severo; a 21 anni si è sposata e l'anno dopo sono nata io. Mai avuto vizi, mai fatto un viaggio, mai uscita (come le ho sempre detto io) da quelle quattro mura che è la nostra piccola città, Asti. Una vita di sacrifici sì, come tutte le famiglie, ma anche di felicità e amore, requisiti indispensabili della nostra famiglia. E' vero tante incomprensioni ci sono state, soprattutto nel periodo dell'adolescenza ma, come penso in ogni famiglia succeda, tutto si è risolto con un bel pranzo e un abbraccio a fine giornata. Ma ecco che all'età di 43 anni, poco più di 4 mesi fa, la sua vita è cambiata, la nostra vita è cambiata.
Questa malattia ci ha scaraventato in un'altra realtà: come una bomba ha raso al suolo tutto, vita quotidiana, progetti per il futuro, sogni, desideri... Un fulmine a ciel sereno. In poco tempo io e la mia famiglia (papà, mio fratello e il mio fidanzato che se non fosse stato per lui non sarei dove mi trovo adesso) abbiamo dovuto fare i conti con paura, sangue raggelato ad ogni esame e tristezza che si sono trasformate, al momento della diagnosi definitiva, dapprima in disperazione più totale e successivamente in sconforto. Quei giorni sono stati i più brutti della mia vita, della nostra vita: vivevamo con la voglia di NON vivere, non avevamo le forze di respirare tanto era lo sconforto che ci ha travolto. Poi grazie a quell'angelo di fidanzato che mi ritrovo accanto siamo riusciti a trovare le forze di riprendere in mano la nostra vita e fare i conti con la realtà, questa bastarda che ci sta mettendo a dura prova. Ci siamo documentati sulla malattia (tumore alla testa del pancreas) e su come poterci muovere. La situazione era devastante: all'ospedale di Asti dove era ricoverata, al momento della diagnosi, ci hanno detto che le possibilità di sopravvivere da qui a pochi mesi erano pressochè scarse. Capisci che detto questo a me e papà ci è passata tutta la vita davanti. Una donna di 43 anni, giovane, con due figli di 21 e 17 anni, come è possibile? Ma poi.. come dirglielo alla mamma? Lei è sempre stata una persona con tante paura, addiruttura ha paura della sua stessa ombra, figurati a scoprire di essere malata. Sono cominciati gli esami di accertamento e la mamma ha iniziato a impensierirsi quindi era arrivato il momento di dirle come stavano le cose. Quando ho dovuto dirle che molto probabilmente aveva il cancro (ho preferito dirglielo io piuttosto che i medici che con i loro tecnicismi ti fanno capire tutto e niente) la situazione era molto grave.
Ed ora eccoci qui... in un centro specializzato a Verona per questa bestia. E' più di 4 mesi ormai che io e la mamma ci siamo trasferite qui, lasciando tutta la nostra vita a quasi 350 km da noi. Qui viviamo solo io e lei tra casa (un piccolo monolocale alle spalle del Policlinico) e ospedale. Papà, ancora shoccato dalla cosa purtroppo non riesce a prendere consapevolezza della realtà e, mi dispiace dirlo, ma all'inizio non ha aiutato per niente la mamma ad affrontare la malattia; piangeva come un bambino ad ogni occasione. Ho dovuto prendere in mano io la situazione, la mamma, la sua salute, il suo essere... Ho lasciato tutto: l'università, gli amici, la mia vita, per cominciarne un'altra accanto alla mia mamma, una nuova vita nella battaglia contro il peggior nemico dell'essere umano. Abbiamo tanti momenti di sconforto (io li ho indescrivibili ma mai mi permetterei di averli davanti a lei) e anche lei ne ha: ha paura di non farcela, attacchi di panico.. Ma non so come, riesco sempre a trovare il modo di farla tornare cazzuta e con la voglia di vincere questa battaglia. Tutta la mia famiglia, caduta nello sconforto più totale, pensa che io sia una roccia, la roccia a cui ancorarsi, il punto di riferimento, solamente perchè non mi faccio prendere dai sentimenti ma riesco a mantenere il sangue freddo in ogni circostanza. Ma NON E' COSì.
Il 7 gennaio farà il 7° ciclo di chemio (schema Folfirinox) ma nel frattempo Lunedì farà la tac di controllo.. L'ansia non ve la nascondo... So che il percorso sarà lungo e tortuoso ma.. se sento qualche esperienza vicino alla mia penso possa darmi la forza di continuare a tenere duro! Grazie di cuore
Vi scrivo dal Policlinico di Borgo Roma di Verona. Mi trovo qui perchè purtroppo da circa 4 mesi la mia mamma ha scoperto di essere malata. Già, quella brutta bestia che rimane tale quando la senti nominare da altri ma si trasforma in un carro armato dietro la porta di casa quando cominci a vederne i contorni sulla pelle delle persone che ami.. in questo caso la mia mamma. Che dire di lei.. una donna che per vari motivi (famiglia molto rigida, poche possibilità economiche) non si è mai "goduta" fino in fondo la vita. Dico questo perchè fino all'età di 18 anni lei non ha mai potuto uscire di casa per colpa di un padre troppo severo; a 21 anni si è sposata e l'anno dopo sono nata io. Mai avuto vizi, mai fatto un viaggio, mai uscita (come le ho sempre detto io) da quelle quattro mura che è la nostra piccola città, Asti. Una vita di sacrifici sì, come tutte le famiglie, ma anche di felicità e amore, requisiti indispensabili della nostra famiglia. E' vero tante incomprensioni ci sono state, soprattutto nel periodo dell'adolescenza ma, come penso in ogni famiglia succeda, tutto si è risolto con un bel pranzo e un abbraccio a fine giornata. Ma ecco che all'età di 43 anni, poco più di 4 mesi fa, la sua vita è cambiata, la nostra vita è cambiata.
Questa malattia ci ha scaraventato in un'altra realtà: come una bomba ha raso al suolo tutto, vita quotidiana, progetti per il futuro, sogni, desideri... Un fulmine a ciel sereno. In poco tempo io e la mia famiglia (papà, mio fratello e il mio fidanzato che se non fosse stato per lui non sarei dove mi trovo adesso) abbiamo dovuto fare i conti con paura, sangue raggelato ad ogni esame e tristezza che si sono trasformate, al momento della diagnosi definitiva, dapprima in disperazione più totale e successivamente in sconforto. Quei giorni sono stati i più brutti della mia vita, della nostra vita: vivevamo con la voglia di NON vivere, non avevamo le forze di respirare tanto era lo sconforto che ci ha travolto. Poi grazie a quell'angelo di fidanzato che mi ritrovo accanto siamo riusciti a trovare le forze di riprendere in mano la nostra vita e fare i conti con la realtà, questa bastarda che ci sta mettendo a dura prova. Ci siamo documentati sulla malattia (tumore alla testa del pancreas) e su come poterci muovere. La situazione era devastante: all'ospedale di Asti dove era ricoverata, al momento della diagnosi, ci hanno detto che le possibilità di sopravvivere da qui a pochi mesi erano pressochè scarse. Capisci che detto questo a me e papà ci è passata tutta la vita davanti. Una donna di 43 anni, giovane, con due figli di 21 e 17 anni, come è possibile? Ma poi.. come dirglielo alla mamma? Lei è sempre stata una persona con tante paura, addiruttura ha paura della sua stessa ombra, figurati a scoprire di essere malata. Sono cominciati gli esami di accertamento e la mamma ha iniziato a impensierirsi quindi era arrivato il momento di dirle come stavano le cose. Quando ho dovuto dirle che molto probabilmente aveva il cancro (ho preferito dirglielo io piuttosto che i medici che con i loro tecnicismi ti fanno capire tutto e niente) la situazione era molto grave.
Ed ora eccoci qui... in un centro specializzato a Verona per questa bestia. E' più di 4 mesi ormai che io e la mamma ci siamo trasferite qui, lasciando tutta la nostra vita a quasi 350 km da noi. Qui viviamo solo io e lei tra casa (un piccolo monolocale alle spalle del Policlinico) e ospedale. Papà, ancora shoccato dalla cosa purtroppo non riesce a prendere consapevolezza della realtà e, mi dispiace dirlo, ma all'inizio non ha aiutato per niente la mamma ad affrontare la malattia; piangeva come un bambino ad ogni occasione. Ho dovuto prendere in mano io la situazione, la mamma, la sua salute, il suo essere... Ho lasciato tutto: l'università, gli amici, la mia vita, per cominciarne un'altra accanto alla mia mamma, una nuova vita nella battaglia contro il peggior nemico dell'essere umano. Abbiamo tanti momenti di sconforto (io li ho indescrivibili ma mai mi permetterei di averli davanti a lei) e anche lei ne ha: ha paura di non farcela, attacchi di panico.. Ma non so come, riesco sempre a trovare il modo di farla tornare cazzuta e con la voglia di vincere questa battaglia. Tutta la mia famiglia, caduta nello sconforto più totale, pensa che io sia una roccia, la roccia a cui ancorarsi, il punto di riferimento, solamente perchè non mi faccio prendere dai sentimenti ma riesco a mantenere il sangue freddo in ogni circostanza. Ma NON E' COSì.
Il 7 gennaio farà il 7° ciclo di chemio (schema Folfirinox) ma nel frattempo Lunedì farà la tac di controllo.. L'ansia non ve la nascondo... So che il percorso sarà lungo e tortuoso ma.. se sento qualche esperienza vicino alla mia penso possa darmi la forza di continuare a tenere duro! Grazie di cuore