Inviato: mar 4 feb 2014, 19:20
Ciao cerchietti,
il tempo passa, il 10 febbraio saranno 7 mesi e saranno due anni dall'intervento, quell'intervento nel quale io e Dani riponevamo tante, troppe speranze.
Oggi voglio scrivere queste poche righe e dedicarle ad alcuni tra noi, persone che hanno già combattuto e "perso" la battaglia contro il cancro. Ho riflettuto a lungo e l'ho fatto sia in solitudine, che confrontandomi con persone speciali come Art, con il quale si è instaurato un dialogo d'affetto costante. E mi sono chiesta semplicemente questo: Se mi fossi ammalata io, se la sofferenza e la lotta di Dani fossero state le mie, lui cosa avrebbe desiderato per me e io cosa avrei voluto per lui? Credo che Dani non avrebbe mai potuto sopportare la mia sofferenza, lui che non riusciva nemmeno a vedermi piangermi e io? Se stesa su quel divano, nell'immobilità forzata alla quale mi avesse obbligata la malattia, avessi potuto desiderare qualcosa, l'ultimo grande desiderio quale sarebbe stato? Avrei desiderato una compagna che amasse Dani e adorasse mio figlio. L'idea di immaginarli soli mi avrebbe atterrito.
E allora ho capito il perché di quel sorriso quel giorno così triste. Lui stava volando via e mi regalava un sorriso che in quell'attimo mi ha sorpreso. E da quell'attimo e proprio a partire da quel sorriso ho lasciato e lascio che la vita continui a sorprendermi. Sì, perché la vita può sorprenderci con una terribile diagnosi o con una sentenza senza appello, ma può anche sorprenderci con un sorriso, un'amicizia, un amore appena nato e con desideri che non avremmo mai pensato di poter coltivare.
Non è facile, serve coraggio, ma noi qui ne siamo pieni. Siamo soliti usarlo per chi amiamo e pensiamo di averlo esaurito quando la battaglia finisce, ma non è così. Ne abbiamo da vendere, e dobbiamo usarlo per lasciarci ancora sorprendere dalla vita.
Abbraccio ognuno di voi e dedico queste parole a Dani che mi ha lasciato un sorriso pieno di perché, a Debi, Art, Linetta, Sara e tanti altri che magari non conoscerò mai.
Erika
il tempo passa, il 10 febbraio saranno 7 mesi e saranno due anni dall'intervento, quell'intervento nel quale io e Dani riponevamo tante, troppe speranze.
Oggi voglio scrivere queste poche righe e dedicarle ad alcuni tra noi, persone che hanno già combattuto e "perso" la battaglia contro il cancro. Ho riflettuto a lungo e l'ho fatto sia in solitudine, che confrontandomi con persone speciali come Art, con il quale si è instaurato un dialogo d'affetto costante. E mi sono chiesta semplicemente questo: Se mi fossi ammalata io, se la sofferenza e la lotta di Dani fossero state le mie, lui cosa avrebbe desiderato per me e io cosa avrei voluto per lui? Credo che Dani non avrebbe mai potuto sopportare la mia sofferenza, lui che non riusciva nemmeno a vedermi piangermi e io? Se stesa su quel divano, nell'immobilità forzata alla quale mi avesse obbligata la malattia, avessi potuto desiderare qualcosa, l'ultimo grande desiderio quale sarebbe stato? Avrei desiderato una compagna che amasse Dani e adorasse mio figlio. L'idea di immaginarli soli mi avrebbe atterrito.
E allora ho capito il perché di quel sorriso quel giorno così triste. Lui stava volando via e mi regalava un sorriso che in quell'attimo mi ha sorpreso. E da quell'attimo e proprio a partire da quel sorriso ho lasciato e lascio che la vita continui a sorprendermi. Sì, perché la vita può sorprenderci con una terribile diagnosi o con una sentenza senza appello, ma può anche sorprenderci con un sorriso, un'amicizia, un amore appena nato e con desideri che non avremmo mai pensato di poter coltivare.
Non è facile, serve coraggio, ma noi qui ne siamo pieni. Siamo soliti usarlo per chi amiamo e pensiamo di averlo esaurito quando la battaglia finisce, ma non è così. Ne abbiamo da vendere, e dobbiamo usarlo per lasciarci ancora sorprendere dalla vita.
Abbraccio ognuno di voi e dedico queste parole a Dani che mi ha lasciato un sorriso pieno di perché, a Debi, Art, Linetta, Sara e tanti altri che magari non conoscerò mai.
Erika