UN ANNO SENZA TE.
Inviato: gio 12 feb 2015, 10:23
Un anno. Strano pensare a te in questo giorno. 12 Febbraio 2015. Esattamente un anno fa, alle 3 di notte ti stringevo la mano e ti accompagnavo durante i tuoi ultimi istanti di vita. Poi l’ultimo sospiro è arrivato. Contrazione del viso dovuta al cuore che si fermava. Le mie parole. “mamma sono qui. Non sei sola”. Parole che forse è riuscita a sentire. Ricordo ancora quegli istanti.. Il suo viso che alle mie parole improvvisamente ha cambiato espressione… Poi qualche secondo dopo, nulla più. Passaggio dalla vita alla morte. 19 anni, i miei. Gli anni di una bambina (perché un anno fa ancora non mi consideravo grande), che ha visto morire sua Madre davanti gli occhi. Non credo possano esistere parole meno schiette, perché quello che ho vissuto è stato esattamente quello. Perché la morte fa impressione già da sola, perché ci fa paura, perché è l’unica certezza che abbiamo: prima o poi tutti moriremo. Chi fortunatamente di vecchiaia, chi dal cancro, chi da altro… il destino è lo stesso per tutti. E abbiamo paura. Ma in quel momento non ho avuto paura. Non ho avuto paura perché la paura me la sono trovata davanti agli occhi il 19 agosto 2013, quando in un caldo giorno d’estate, lei non riusciva ad alzarsi dal letto. E io, insieme ai miei due fratelli, con fatica, siamo riusciti ad aiutarla. Da lì partì il calvario… Ma da quel giorno sapevo che era qualcosa di grave.. Andai subito ad informarmi su internet. Cosa potevano essere quei dolori? Pensai alla sclerosi e beh, a distanza di tempo, avrei pagato oro perché quella fosse stata la diagnosi.. Almeno lei sarebbe potuta stare qui adesso. Certo, è vero, non c’è cura. Forse è anche peggiore del cancro. Ma ci puoi convivere per tanti anni. Avrei potuto vedere la soddisfazione nei suoi occhi.. E questo oggi non posso vederlo. Non ho sentito il suo abbraccio in nessun esame fatto all’università, non ho potuto sentire un suo "in bocca al lupo"… O vedere un suo sorriso.. niente. E così per mesi ho avuto paura. Paura perche già sapevo che aveva qualcosa di grave, anche lei lo sapeva. Cercando, cercando e cercando informazioni sui dolori, uscivano le parole “cancro”. Ricordo quando lessi un articolo su internet sui “dolori del cancro”. Ricordo che vi erano descritti tutti i tipi di tumore e i dolori annessi.. E ricordo bene che lessi “adenocarcinoma polmonare: dolore spalla dx o sx a seconda della localizzazione” e mia madre aveva la scapola completamente di fuori (poi venimmo a sapere che aveva una metastasi di 6 cm proprio li..). e così via. Lessi altre descrizioni di altri tipi di tumore. Ricordo che ogni descrizione combaciava e pensavo: cavolo non può essere! O ha un tumore in tutto il corpo, oppure non può essere! Venimmo poi a scoprire che aveva un adenocarcinoma polmonare al IV stadio con metastasi epatiche (almeno 40 lesioni secondarie), 6 metastasi alle ossa (la più piccola di 2,5 cm fino ad un massimo di 6 cm) e 4 lesioni al polmone destro. Esito il 4 Ottobre – giorno del mio onomastico che mi ricorderà sempre la sentenza - : un anno di vita con la chemio, nella migliore delle ipotesi, 6 mesi senza chemio. Ricordo quegli attimi come se fossero ieri. Ricordo le parole della dottoressa, ricordo gli sguardi increduli dei miei fratelli. Ricordo la paura nei loro occhi. I loro pensieri uguali ai miei: non può morire mamma, non può essere questo il suo destino! Non può essere vero. Perché a noi? Che abbiamo fatto di male? E poi mia madre nella stanza, in piedi che con la mano teneva il “palo” dove attaccata c’era la flebo. Il suo sguardo. le sue parole: “ipotizzano tumore al polmone e qualcosa al fegato”. Ovviamente non le dissero che la storia era più grave e più complicata.. E da quel giorno il calvario per 4 lunghi mesi. Mesi fatti di paura, di angoscia, di sogni infranti, di lacrime, di odio, di tristezza dentro il cuore che nessuno potrà mai togliermi.. Quello che ho passato in realtà, delle persone che ho avuto vicino, nessuno lo ha mai capito…. 4 mesi in cui mia madre è stata ricoverata 3 volte e i giorni in ospedale sommati formavano un mese. UN MESE in ospedale. Con accanto al letto un’altra persona come lei, che riceveva sentenze, con storie diverse ma che avrebbero avuto esito uguale… E poi il 4 Febbraio. A distanza di 4 mesi precisi ci fu la sentenza. L’ultima tac non andò bene.. Purtroppo il ragno dentro di lei non ha fatto altro che continuare a mangiarla, strappandole tutto quello che le restava. La speranza, soprattutto. Sentenza. La mia mamma sarebbe morta a casa. Sabato 8 febbraio sarebbe dovuta tornata a casa. Nessuno disse niente. Non ci chiese l’esito della tac, i dottori non ne parlavano. Noi fingevamo. Tutti sapevamo, nessuno voleva dirlo. Perché dire: mamma tu morirai, adesso è reale, non c’è più speranza, non ci avrebbe fatto bene. Nessuno aveva la forza di dirlo e nessuno pronunciò la sentenza. Quel sabato non tornò a casa perché le sue condizioni peggiorarono ed entrò in uno stato “soporoso”. Non era coma perché la respirazione non era indotta, ce la faceva benissimo a respirare. Ricordo ancora… la corsa alle 14 in ospedale con i nonni… la corsa che feci fino all’ultima camera del corridoio, quella dove stava lei… E le mie urla di dolore nel vederla incosciente, respirare male. Mamma. Mamma perché te ne devi andare? Perché mi stai lasciando da sola? E poi quella notte in ospedale… Io che volevo sentire per l’ultima volta la canzone che era nostra.. così le misi una cuffietta e ascoltammo insieme “Old man” di Neil young. Non riesco a spiegare a parole quello che successe perché ancora oggi non riesco a spiegarmelo. Ma lei si risvegliò. L’incredulità dei medici. Riuscimmo a passare 24 ore piene con lei. Il suo ultimo regalo, probabilmente. Non si rendeva molto conto della realtà ma ricordo che ci raccontò di aver sognato tanto tanto tanto e che molti sogni non se li ricordava. Parlava parlava parlava! Non smetteva un secondo! E poi il lunedì, quando tornammo a trovarla lei era li che piano piano stava andando via. Non potrò mai dimenticarlo….. Sdraiata guardava con gli occhi il soffitto… Ha aspettato di vederci tutti per salutarci.. poi chiuse gli occhi… e dopo giorni di agonia il 12 febbraio alle 3 di notte se ne andò, dolcemente.
E’ passato un anno e se sto scrivendo è perché ce l’ho fatta. Per me è già una grande vittoria questa: Dire che ce l’ho fatta. Con infiniti pesi sulle spalle, ma sono qui. Un anno fa non pensavo che sarei arrivata dove sono ora. Sono stati mesi infernali quelli che seguirono la morte di Mamma. Nessuno mi ha mai capita, mio padre in primis. I parenti? Che ve lo dico a fare.. Si dice parenti serpenti, no? Ecco, il dolore è arrivato proprio da loro. Dalle persone che pensavo potessero comprendere ma che invece sono state solo in grado di puntare il dito e a giudicare… realtà che non gli appartenevano. La cosa che mi ha frustrata di più? Beh è stata quella di non essere riuscita a vivere in santa pace il lutto di mia madre. Perché anche se non avessi voluto, le cose esterne mi arrivavano comunque. Ho sofferto il doppio. Che già perdere una mamma che era il punto di riferimento per tutti in questa casa è stato disastroso.. in più tutto il resto…. Ma non voglio parlare di questo. Ecco io vorrei solo ricordarla oggi. E vorrei che voi lo faceste insieme a me. Anche se non la conoscevate, anche se non vi conosco neanche io, se non virtualmente, dietro parole.. Oggi è il giorno per lei. Oggi è il giorno di Donatella. Un giorno dolorosissimo che passerò interamente piangendo... Perché tante volte tornata a casa vorrei solo poterla trovare… Vorrei solo una sua carezza quando mi sento giù.. quando tutto va male vorrei solo un suo abbraccio.. ma purtroppo dovrò convivere con l’idea che quando prenderò la laurea lei non ci sarà, quando mi sposerò lei non ci sarà, quando diventerò mamma, lei non sarà li con me a stringermi la mano. Se è vero che si dice che non tutti i mali vengono per nuocere.. Beh io credo che non riuscirò mai a darmi una spiegazione del perché debba essere successo a lei. Ci si abitua ai cambiamenti. Vuoi o non vuoi li devi accettare. Ma le domande senza risposta sono quelle che fanno più male. Purtroppo questa me la porterò dietro per tutta la vita. Perché è dovuto succedere a lei. Non è passato un singolo giorno in cui tu non mi sia mancata, un singolo giorno in cui io non ti abbia pensata. Mamma mi manchi. Mi manchi davvero tanto. La mia vita continua ma senza te non è più lo stesso. Niente per me sarà più lo stesso. Nessuno mai mi capirà come avresti potuto capirmi tu.
02/08/1959 – 12/02/2014 . Un pensiero oggi spero ti raggiungerà. Ovunque tu sia, per dirti che il mio cuore ti porterà sempre con me. SEMPRE.
Francesca.
E’ passato un anno e se sto scrivendo è perché ce l’ho fatta. Per me è già una grande vittoria questa: Dire che ce l’ho fatta. Con infiniti pesi sulle spalle, ma sono qui. Un anno fa non pensavo che sarei arrivata dove sono ora. Sono stati mesi infernali quelli che seguirono la morte di Mamma. Nessuno mi ha mai capita, mio padre in primis. I parenti? Che ve lo dico a fare.. Si dice parenti serpenti, no? Ecco, il dolore è arrivato proprio da loro. Dalle persone che pensavo potessero comprendere ma che invece sono state solo in grado di puntare il dito e a giudicare… realtà che non gli appartenevano. La cosa che mi ha frustrata di più? Beh è stata quella di non essere riuscita a vivere in santa pace il lutto di mia madre. Perché anche se non avessi voluto, le cose esterne mi arrivavano comunque. Ho sofferto il doppio. Che già perdere una mamma che era il punto di riferimento per tutti in questa casa è stato disastroso.. in più tutto il resto…. Ma non voglio parlare di questo. Ecco io vorrei solo ricordarla oggi. E vorrei che voi lo faceste insieme a me. Anche se non la conoscevate, anche se non vi conosco neanche io, se non virtualmente, dietro parole.. Oggi è il giorno per lei. Oggi è il giorno di Donatella. Un giorno dolorosissimo che passerò interamente piangendo... Perché tante volte tornata a casa vorrei solo poterla trovare… Vorrei solo una sua carezza quando mi sento giù.. quando tutto va male vorrei solo un suo abbraccio.. ma purtroppo dovrò convivere con l’idea che quando prenderò la laurea lei non ci sarà, quando mi sposerò lei non ci sarà, quando diventerò mamma, lei non sarà li con me a stringermi la mano. Se è vero che si dice che non tutti i mali vengono per nuocere.. Beh io credo che non riuscirò mai a darmi una spiegazione del perché debba essere successo a lei. Ci si abitua ai cambiamenti. Vuoi o non vuoi li devi accettare. Ma le domande senza risposta sono quelle che fanno più male. Purtroppo questa me la porterò dietro per tutta la vita. Perché è dovuto succedere a lei. Non è passato un singolo giorno in cui tu non mi sia mancata, un singolo giorno in cui io non ti abbia pensata. Mamma mi manchi. Mi manchi davvero tanto. La mia vita continua ma senza te non è più lo stesso. Niente per me sarà più lo stesso. Nessuno mai mi capirà come avresti potuto capirmi tu.
02/08/1959 – 12/02/2014 . Un pensiero oggi spero ti raggiungerà. Ovunque tu sia, per dirti che il mio cuore ti porterà sempre con me. SEMPRE.
Francesca.