Infertilità maschile dopo chemio (linfoma Burkitt)
Inviato: dom 5 apr 2015, 11:28
Un saluto a tutti gli utenti del forum,
Scrivo su questa pagina per chiedere informazioni sulla normativa che regolamenta la crioconservazione del seme. Mio fratello (oggi 41 enne) a 24 anni ebbe un linfoma di Burkitt II E. Uscitone con successo, pare ora pagarne le conseguenze in termini di infertilità. Uno spermiogramma, eseguito dopo una serie di tentativi a vuoto di avere un bambino, ha rivelato un basso numero di spermatozoi e una loro ridotta velocità. L'attuale medico curante di mio fratello (che ora abita in Germania) gli ha chiesto se prima dell'inizio della chemio avesse congelato il seme, in vista dei possibili danni derivanti dalla terapia antitumorale. Mio fratello è cascato dalle nuvole: MAI durante la terapia venne informato della possibilità di avere problemi di sterilità, né mai venne informato della possibilità / opportunità di congelare il seme. La malattia e la terapia accaddero nel 1998.
Ci stiamo quindi ponendo ora queste domande:
1) Nel 1998 esistevano obblighi di legge per l'ospedale ad informare il paziente del rischio di infertilità?
2) Esistevano linee guida per mitigare il rischio di infertilità che avrebbero dovuto essere applicate, ma non lo furono?
3) Considerando le risposte alle domande di cui sopra, è possibile pensare di potersi rivalere in qualche modo per i problemi di infertilità che ora mio fratello sta patendo?
Mi pare di capire che, quantomeno ora, si parli molto dell'opportunità di congelare il seme, che pare essere una scelta scontata, dato che circola molta informazione sul rischio. Ma, ad esempio, oggi si tratta di obblighi? O di consigli? Insomma, sarebbe utile per noi capire come le pratiche mediche per evitare rischi di infertilità dovute a trattamenti antitumorali fossero normate nel 1998.
Un saluto e grazie a tutti.
--
carlo
Scrivo su questa pagina per chiedere informazioni sulla normativa che regolamenta la crioconservazione del seme. Mio fratello (oggi 41 enne) a 24 anni ebbe un linfoma di Burkitt II E. Uscitone con successo, pare ora pagarne le conseguenze in termini di infertilità. Uno spermiogramma, eseguito dopo una serie di tentativi a vuoto di avere un bambino, ha rivelato un basso numero di spermatozoi e una loro ridotta velocità. L'attuale medico curante di mio fratello (che ora abita in Germania) gli ha chiesto se prima dell'inizio della chemio avesse congelato il seme, in vista dei possibili danni derivanti dalla terapia antitumorale. Mio fratello è cascato dalle nuvole: MAI durante la terapia venne informato della possibilità di avere problemi di sterilità, né mai venne informato della possibilità / opportunità di congelare il seme. La malattia e la terapia accaddero nel 1998.
Ci stiamo quindi ponendo ora queste domande:
1) Nel 1998 esistevano obblighi di legge per l'ospedale ad informare il paziente del rischio di infertilità?
2) Esistevano linee guida per mitigare il rischio di infertilità che avrebbero dovuto essere applicate, ma non lo furono?
3) Considerando le risposte alle domande di cui sopra, è possibile pensare di potersi rivalere in qualche modo per i problemi di infertilità che ora mio fratello sta patendo?
Mi pare di capire che, quantomeno ora, si parli molto dell'opportunità di congelare il seme, che pare essere una scelta scontata, dato che circola molta informazione sul rischio. Ma, ad esempio, oggi si tratta di obblighi? O di consigli? Insomma, sarebbe utile per noi capire come le pratiche mediche per evitare rischi di infertilità dovute a trattamenti antitumorali fossero normate nel 1998.
Un saluto e grazie a tutti.
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carlo