Oggi
Inviato: lun 20 apr 2015, 15:41
Oggi, per la prima volta in 8 anni, sono andata in oncologia per parlare con uno dei dottori di mio papà.
Non sono una figlia degenere, ci tengo a precisarlo: in 8 anni non ci sono mai andata perchè i miei non hanno MAI voluto che li accompagnassi. Un 'mai' scritto a lettere così cubitali che avevano escluso addirittura il mio nome dalla lista di persone a cui parlare della malattia di mio papà.
Ma arrivati alla fase finale della malattia, con il beneplacito di mia mamma, anch'io oggi ho varcato le porte di quel reparto che tanta paura incute.
E io voglio scrivere qui, pubblicamente, un enorme GRAZIE a quei medici, quegli infermieri, quegli oss che lavorano in quei reparti.
Mia mamma mi ha sempre detto che care persone fossero. Oggi l'ho sperimentato anch'io.
Il dottore con cui ho parlato, solo col suo linguaggio non verbale, solo col classico gesto di non sedersi dietro una scrivania ma di mettersi accanto a me, mi ha fatto scoppiare in un pianto dirotto. Esattamente quello che mi ero ripromessa di non fare. E invece, a quasi 42 anni, son scoppiata a singhiozzare come una bambina.
Grazie per tutte le risposte che mi ha dato: chiare, precise, scientifiche, ma con una dolcezza e un'empatia che raramente ho incontrato in generale negli esseri umani.
Grazie perchè ho visto nei suoi occhi lo sconforto, la sofferenza psicologica, l'impotenza nel non poter fare di più per mio papà. Il dirmi 'mi son confrontato tanto con l'altro dott. x, perchè a suo papà siamo molto affezionati, abbiamo pensato a più di una possibilità' e me le ha elencate tutte. Con i pro e con i contro. Come piace a me, razionale fino al midollo, economista nel dna: rapporto costi e benefici.
Grazie perchè quando gli ho raccontato che mio papà ieri è andato allo stadio (giuro!), e che mercoledì fa la visita per la patente (rigiuro!) e al pomeriggio lo porto a comprarsi un pc portatile, il suo volto si è aperto in un sorriso bellissimo e mi ha detto: 'suo papà è un grande!'. (e qui un grazie a me, che non mi son fatta sopraffarre dalla mia solita cinica ironia, e ho solo sorriso insieme a lui).
Grazie perchè con molta onestà mi ha prospettato i diversi scenari possibili, e mi ha detto che lo scenario che a me terrorizza di più è veramente il meno probabile, e speriamo solo nello scenario di media probabilità, che è il più 'dolce' e veloce. (che male che fa scrivere queste parole).
Grazie perchè mi ha spiegato che mio papà è in carico all'assistenza domiciliare, che loro in oncologia sono anche disposti a rivederlo, ma spazio per terapie non ce n'è più, e dirgli diversamente 'non si sentirebbe preso in giro poi in futuro?', dandomi un bel po' di questioni filosofiche e psicologiche da dirimere.
Grazie perchè al momento del commiato, mi avrà ripetuto almeno 5 volte, se non di più, 'in bocca al lupo', con una dolcezza ed un calore incredibili.
Grazie perchè è un oncologo: e già fare il dottore è un lavoro tosto...... essere un oncologo lo è davvero di più.
Non sono una figlia degenere, ci tengo a precisarlo: in 8 anni non ci sono mai andata perchè i miei non hanno MAI voluto che li accompagnassi. Un 'mai' scritto a lettere così cubitali che avevano escluso addirittura il mio nome dalla lista di persone a cui parlare della malattia di mio papà.
Ma arrivati alla fase finale della malattia, con il beneplacito di mia mamma, anch'io oggi ho varcato le porte di quel reparto che tanta paura incute.
E io voglio scrivere qui, pubblicamente, un enorme GRAZIE a quei medici, quegli infermieri, quegli oss che lavorano in quei reparti.
Mia mamma mi ha sempre detto che care persone fossero. Oggi l'ho sperimentato anch'io.
Il dottore con cui ho parlato, solo col suo linguaggio non verbale, solo col classico gesto di non sedersi dietro una scrivania ma di mettersi accanto a me, mi ha fatto scoppiare in un pianto dirotto. Esattamente quello che mi ero ripromessa di non fare. E invece, a quasi 42 anni, son scoppiata a singhiozzare come una bambina.
Grazie per tutte le risposte che mi ha dato: chiare, precise, scientifiche, ma con una dolcezza e un'empatia che raramente ho incontrato in generale negli esseri umani.
Grazie perchè ho visto nei suoi occhi lo sconforto, la sofferenza psicologica, l'impotenza nel non poter fare di più per mio papà. Il dirmi 'mi son confrontato tanto con l'altro dott. x, perchè a suo papà siamo molto affezionati, abbiamo pensato a più di una possibilità' e me le ha elencate tutte. Con i pro e con i contro. Come piace a me, razionale fino al midollo, economista nel dna: rapporto costi e benefici.
Grazie perchè quando gli ho raccontato che mio papà ieri è andato allo stadio (giuro!), e che mercoledì fa la visita per la patente (rigiuro!) e al pomeriggio lo porto a comprarsi un pc portatile, il suo volto si è aperto in un sorriso bellissimo e mi ha detto: 'suo papà è un grande!'. (e qui un grazie a me, che non mi son fatta sopraffarre dalla mia solita cinica ironia, e ho solo sorriso insieme a lui).
Grazie perchè con molta onestà mi ha prospettato i diversi scenari possibili, e mi ha detto che lo scenario che a me terrorizza di più è veramente il meno probabile, e speriamo solo nello scenario di media probabilità, che è il più 'dolce' e veloce. (che male che fa scrivere queste parole).
Grazie perchè mi ha spiegato che mio papà è in carico all'assistenza domiciliare, che loro in oncologia sono anche disposti a rivederlo, ma spazio per terapie non ce n'è più, e dirgli diversamente 'non si sentirebbe preso in giro poi in futuro?', dandomi un bel po' di questioni filosofiche e psicologiche da dirimere.
Grazie perchè al momento del commiato, mi avrà ripetuto almeno 5 volte, se non di più, 'in bocca al lupo', con una dolcezza ed un calore incredibili.
Grazie perchè è un oncologo: e già fare il dottore è un lavoro tosto...... essere un oncologo lo è davvero di più.