Non bastava...
Inviato: dom 24 mag 2015, 10:41
Non bastava il Parkinson, no.
Non bastava il cancro, no, non era sufficiente.
Aggiungiamoci ora - che siamo semplicemente in attesa (quanto lunga non si sa) che mio papà lasci questo mondo - pure problemi neurologici.
Non posso definirlo Alzheimer, non sono medico, non sono stati fatti gli accertamenti (ma tanto oramai, a che pro?), ma se non è Alzheimer è demenza senile bella tosta.
Mio papà, che al momento sta 'bene', non ha dolori, cammina, si alza da solo da letto, va perfino a vedere le partite allo stadio, è tutto fuorchè lucido e orientato. Ci riconosce. Ma non capisce più se è giorno o notte. Chiede a mia mamma se stanotte dormo nel mio letto, indicando il loro letto matrimoniale. Si domanda come mai è stata spostata la libreria dalla mia stanza, quando invece sta indicando la sua stanza. Si arrabbia perchè non è possibile tenere la tv accesa alle 3 di notte, quando sono le 17. Se la prende con mia mamma perchè non va a dormire, che è tardi, quando sono le 11 di mattina.
Guai a contraddirlo perchè diventa aggressivo. Per ora solo verbalmente, non so come possa evolvere.
Bisogna stargli dietro per tutto, sorvegliarlo a vista, altrimenti fa overdose di medicine, perchè dice che non le ha prese, quando magari invece le ha prese.
Poi per la commissione per l'invalidità invece mio papà non ha bisogno di aiuto, quindi nessuna indennità di accompagnamento ci spetta (l'hanno appena visitato, in 3 minuti - cronometrati - hanno deciso così. Son medici, ne sanno più di noi che lo viviamo ogni giorno). Senza indennità di accompagnamento, lo confesso senza vergogna, qui si fa fatica ad arrivare a fine mese. Pertanto io devo salutare visite di controllo che dovrei fare, e rimandarle a tempi (economici) migliori.
Sono preoccupata per mia mamma, è lei che vive questa situazione ogni giorno, 24 ore al giorno. Per di più, siccome a noi in famiglia le cose semplici non piacciono, alla sua migliore amica (che è pure sua cugina), che era la sua unica valvola di sfogo, hanno appena diagnosticato un tumore ai polmoni.
Io faccio quello che posso, ma non è quello che vorrei fare. Mi divido tra lavoro e i miei genitori (fortunatamente non ho una famiglia mia, nè marito nè figli), ma al lavoro iniziano a storcere il naso e a farmela un po' pagare: si sa, il mondo funziona così.
Gli amici miei sono abbastanza scomparsi: si sa, anche in questo caso il mondo funziona così. Se sei meno disponibile, se a richieste di vedersi tu continui a dire che purtroppo non puoi, alla fine smettono di farsi sentire. E' la vita.
Non scrivo molto qui, un po' perchè sono davvero esausta, un po' perchè sono molto negativa, e credo sia opportuno non spargere troppo questa negatività. Probabilmente è quello che sto facendo anche nella vita 'reale', forse è per questo che quella che credevo la mia rete di supporto si è allontanata da me, o forse è solo un mio pensiero negativo per farmi sentire ancora più in colpa.
Non cerco risposte, so che non ce ne sono. E' solo che ho una voglia pazzesca, assurda e politicamente scorretta di dire basta! Che non è giusto tutto questo. Non è umanamente sopportabile. Eppure lo sopportiamo, andiamo avanti, e ascoltiamo magari gente che si lamenta perchè nel weekend piove e non è potuta andare a farsi una gita fuori porta, inveendo contro il destino ingiusto. E quando senti questi discorsi, quello che vorresti fare è invocare Darwin come divinità, confidando che la sua teoria sull'evoluzione diventi realtà proprio davanti ai tuoi occhi.
Scusate lo sfogo
Non bastava il cancro, no, non era sufficiente.
Aggiungiamoci ora - che siamo semplicemente in attesa (quanto lunga non si sa) che mio papà lasci questo mondo - pure problemi neurologici.
Non posso definirlo Alzheimer, non sono medico, non sono stati fatti gli accertamenti (ma tanto oramai, a che pro?), ma se non è Alzheimer è demenza senile bella tosta.
Mio papà, che al momento sta 'bene', non ha dolori, cammina, si alza da solo da letto, va perfino a vedere le partite allo stadio, è tutto fuorchè lucido e orientato. Ci riconosce. Ma non capisce più se è giorno o notte. Chiede a mia mamma se stanotte dormo nel mio letto, indicando il loro letto matrimoniale. Si domanda come mai è stata spostata la libreria dalla mia stanza, quando invece sta indicando la sua stanza. Si arrabbia perchè non è possibile tenere la tv accesa alle 3 di notte, quando sono le 17. Se la prende con mia mamma perchè non va a dormire, che è tardi, quando sono le 11 di mattina.
Guai a contraddirlo perchè diventa aggressivo. Per ora solo verbalmente, non so come possa evolvere.
Bisogna stargli dietro per tutto, sorvegliarlo a vista, altrimenti fa overdose di medicine, perchè dice che non le ha prese, quando magari invece le ha prese.
Poi per la commissione per l'invalidità invece mio papà non ha bisogno di aiuto, quindi nessuna indennità di accompagnamento ci spetta (l'hanno appena visitato, in 3 minuti - cronometrati - hanno deciso così. Son medici, ne sanno più di noi che lo viviamo ogni giorno). Senza indennità di accompagnamento, lo confesso senza vergogna, qui si fa fatica ad arrivare a fine mese. Pertanto io devo salutare visite di controllo che dovrei fare, e rimandarle a tempi (economici) migliori.
Sono preoccupata per mia mamma, è lei che vive questa situazione ogni giorno, 24 ore al giorno. Per di più, siccome a noi in famiglia le cose semplici non piacciono, alla sua migliore amica (che è pure sua cugina), che era la sua unica valvola di sfogo, hanno appena diagnosticato un tumore ai polmoni.
Io faccio quello che posso, ma non è quello che vorrei fare. Mi divido tra lavoro e i miei genitori (fortunatamente non ho una famiglia mia, nè marito nè figli), ma al lavoro iniziano a storcere il naso e a farmela un po' pagare: si sa, il mondo funziona così.
Gli amici miei sono abbastanza scomparsi: si sa, anche in questo caso il mondo funziona così. Se sei meno disponibile, se a richieste di vedersi tu continui a dire che purtroppo non puoi, alla fine smettono di farsi sentire. E' la vita.
Non scrivo molto qui, un po' perchè sono davvero esausta, un po' perchè sono molto negativa, e credo sia opportuno non spargere troppo questa negatività. Probabilmente è quello che sto facendo anche nella vita 'reale', forse è per questo che quella che credevo la mia rete di supporto si è allontanata da me, o forse è solo un mio pensiero negativo per farmi sentire ancora più in colpa.
Non cerco risposte, so che non ce ne sono. E' solo che ho una voglia pazzesca, assurda e politicamente scorretta di dire basta! Che non è giusto tutto questo. Non è umanamente sopportabile. Eppure lo sopportiamo, andiamo avanti, e ascoltiamo magari gente che si lamenta perchè nel weekend piove e non è potuta andare a farsi una gita fuori porta, inveendo contro il destino ingiusto. E quando senti questi discorsi, quello che vorresti fare è invocare Darwin come divinità, confidando che la sua teoria sull'evoluzione diventi realtà proprio davanti ai tuoi occhi.
Scusate lo sfogo