Aimac - Forum sul tumore

Solamente ieri mi sono iscritto a questo forum che ho trovato cercando un luogo che potesse ospitare le confidenze di chi sta attraversando l'esperienza del tumore e ottenere un po' di conforto e di solidarietà.
Ammalarsi di tumore è orribile e ingiusto. Non sono un malato ma sto accanto a una persona che lo è. È una vicenda che ti usura progressivamente. In cui entrano sgomento, paura, illusione, rassegnazione, angoscia.
Come affrontare una situazione di declino? Come giustificarla? Si vorrebbe coltivare la speranza confidando nelle possibilità della tecnica ma si vorrebbe anche che tutto finisse subito.
Siamo completamente inadeguati a fronteggiare quello che sta accadendo e che sembra un incubo terribile e non una realtà per quanto difficile possa essere.
Chiunque abbia suggerimenti o voglia semplicemente esprimere una propria riflessione sarà comunque di aiuto.

Ciao Paber.. in verità non ho molte parole da scriverti credo che il silenzio esprima meglio.. perchè ciò che potrei dirti é ció che senti e vivi tu ciò che sente e vive chi è in questo forum.. credo basti leggere le storie di ognuno.. e quando vorrai leggeremo la tua.. anche nel silenzio c'é solidarietà.. mai qui ti manchera una parola di conforto..

Vivere accanto ad una persona ammalata.. Se poi quella persona e' l'amore della vita, il padre di un bimbo ancora troppo piccolo, un uomo eccezionale, vitale, intelligente, unico.. Credo che perdersi sia il minimo.. Non ho mai pensato di poterlo perdere.. Eppure la diagnosi non lasciava scampo.. Abbiamo condiviso l'ultimo anno e mezzo insieme a Mister T (adenocarcinoma polmonare al IV stadio), e' stato un periodo complicato ma bellissimo se penso adesso alla sua assenza. Se potessi rivivrei in eterno quell'anno e mezzo.. Tra pochi giorni saranno già sei mesi da quel maledetto 28 gennaio.. Posso solo suggerirti, in punta di piedi, di stargli accanto.. Di vivere finché c'è vita..

Anch'io vorrei ripetere indefinitamente questa condizione sospesa benché molto difficile e faticosa. Ma non sarà possibile ed è questa consapevolezza, che non è solo mia, ad essere angosciante. Vivere finché c'è vita mi sembra impossibile.

Quando arrivano diagnosi catastrofiche si deve, inevitabilmente, fare i conti con la morte. Io lo avrò fatto, forse, i primi giorni. Poi ho accantonato quel pensiero. Non ne abbiamo mai parlato. Lui era il mio amore. Eppure abbiamo 'vissuto', viaggiato e coccolato il nostro bambino. La morte, assurda, e' arrivata inaspettata. In un giorno 'buono', anzi splendido. Di rientro da un capodanno al caldo. Una vacanza splendida. Se in quell'anno e mezzo avessi consentito alla 'morte' di riempire i miei pensieri.. non avrei goduto di quegli attimi. Non avrei avuto la forza di supportarlo nei periodi peggiori.. Mi sarei arresa.. Ci saremo arresi. Invece abbia vissuto insieme al cancro..

Cara Russia.
Mi sforzo di condividere il tuo invito e il tuo consiglio. Ma sento anche di non riuscire a farlo.
Sono schiacciato da sentimenti negativi e catastrofici. Vorrei fare sparire tutto questo subito e comunque.

Come fare per dare serenità e calma a chi è impaurito e spaventato.
Anch'io ho paura e davvero non so come sentirmi calmo e, ancor più, come dare calma a chi ne ha immediatamente bisogno.

Oddio.. Credo dipenda dal tempo e dal legame che ti lega alla persona ammalata. Io e mio marito abbiamo pianto per un mese.. La disperazione era tale.. Credo che se non ci fosse stato il nostro bambino, la disperazione in quel tempo sarebbe stata anche maggiore.. Poi abbiamo 'accettato' il cancro.. Del resto non avevamo diversa possibilità.. Se puoi stagli anche solo vicino.. È' un dolore troppo forte per chiunque.. Specie se giovane..