Racconti , storie di un volontario - La nonna e la ragazzina
Inviato: mer 6 lug 2016, 21:33
Camminavo lungo il corridoio della corsia concentrato su ciò che mi aveva confidato la persona incontrata nell'ultima stanza , quando incontrai gli occhi di una giovane ragazzina , con le guance bagnate dalle lacrime e le sopracciglia corrucciate. Vedendomi arrivare abbassò il viso quasi per nascondere il suo dolore
Mi fermai, le alzai il mento con un dito e le dissi “ Piccola cosa è successo?” . Alzando gli occhi al soffitto disse, con un filo di voce : “La nonna se ne stà andando, ed io non voglio perderla. La nonna mi accompagnava a scuola, mi raccontava le favole, mi faceva le torte per il mio compleanno , mi portava a giocare. Io voglio tanto bene alla nonna. Tu non puoi fare niente per lei ?”
Mi prese un nodo alla gola ma reagii prontamente perché non potevo farmi vedere emozionato dalla ragazzina. Le dissi di potarmi dalla nonna e lei, quasi felice, mi prese per la mano e mi portò nella stanza di fronte. Era buio e l’unico rumore proveniva dal monitor ,vicino al letto, che scandiva i battiti del cuore.
La nonna era distesa con gli occhi chiusi. Il respiro pesante e il viso in parte coperto dalla maschera di ossigeno. La mamma della ragazzina mi disse che la nonna era ormai in fase terminale e che la nipotina , per tre giorni, non aveva voluto lasciarla, era stata sempre al suo fianco, e a fatica alla sera riusciva convincerla di tornare a casa
Carla, così si chiamava la ragazzina, mi guardò Aspettava un mio gesto, qualcosa che potesse aiutare la sua nonna. Mi accovacciai sulle ginocchia e le dissi: “Io non posso guarire la tua nonna ma forse posso fare in modo che il suo ricordo resti sempre dentro di te e non ti lasci più. L’avvicinai al letto , presi la sua manina e la misi nella mano della nonna che, quasi per incanto e solo per una frazione di secondo , aprì gli occhi e strinse la manina della nipote”
Chissà forse qualcosa la nonna aveva effettivamente trasmesso alla nipote
La ragazzina mi guardò , sorrise e disse: “Grazie dottore”
Risposi: “Non sono un dottore ma un semplice volontario”
Carla sussurrò a bassa voce: “Va bene, grazie dottore volontario “
Franco
Mi fermai, le alzai il mento con un dito e le dissi “ Piccola cosa è successo?” . Alzando gli occhi al soffitto disse, con un filo di voce : “La nonna se ne stà andando, ed io non voglio perderla. La nonna mi accompagnava a scuola, mi raccontava le favole, mi faceva le torte per il mio compleanno , mi portava a giocare. Io voglio tanto bene alla nonna. Tu non puoi fare niente per lei ?”
Mi prese un nodo alla gola ma reagii prontamente perché non potevo farmi vedere emozionato dalla ragazzina. Le dissi di potarmi dalla nonna e lei, quasi felice, mi prese per la mano e mi portò nella stanza di fronte. Era buio e l’unico rumore proveniva dal monitor ,vicino al letto, che scandiva i battiti del cuore.
La nonna era distesa con gli occhi chiusi. Il respiro pesante e il viso in parte coperto dalla maschera di ossigeno. La mamma della ragazzina mi disse che la nonna era ormai in fase terminale e che la nipotina , per tre giorni, non aveva voluto lasciarla, era stata sempre al suo fianco, e a fatica alla sera riusciva convincerla di tornare a casa
Carla, così si chiamava la ragazzina, mi guardò Aspettava un mio gesto, qualcosa che potesse aiutare la sua nonna. Mi accovacciai sulle ginocchia e le dissi: “Io non posso guarire la tua nonna ma forse posso fare in modo che il suo ricordo resti sempre dentro di te e non ti lasci più. L’avvicinai al letto , presi la sua manina e la misi nella mano della nonna che, quasi per incanto e solo per una frazione di secondo , aprì gli occhi e strinse la manina della nipote”
Chissà forse qualcosa la nonna aveva effettivamente trasmesso alla nipote
La ragazzina mi guardò , sorrise e disse: “Grazie dottore”
Risposi: “Non sono un dottore ma un semplice volontario”
Carla sussurrò a bassa voce: “Va bene, grazie dottore volontario “
Franco