un consiglio e una speranza
Inviato: lun 25 lug 2016, 10:51
Ciao a tutti.
L'obiettivi di questo messaggio, come potete intuire dal titolo è duplice: chiedervi un consiglio per una situazione nella quale mi trovo immerso, ma anche trasmettere un segno di speranza per tutti coloro che si trovano a lottare al fianco di un proprio caro, perché la speranza è la lucina che ci aiuta a combattere fieri e orgogliosi. Spaventati, quello sì, e anche tanto, ma che non ci fa voltare le spalle.
Inizio dalla speranza: nel novembre 2014 a mia mamma, in seguito ad un ittero ostruttivo, venne diagnosticato un colangiocarcinoma. Settimane e settimane di esami, facce dei medici terrorizzate, nessun responso, finché, alla fine, il barlume di un'operazione (enorme: duodenocefalopancreasectomia) perfettamente riuscita. Da allora nulla più, la mia mamma sta bene, segnata sicuramente dalla paura, ma libera dalla malattia. Con questo volevo solamente lasciare una testimonianza: leggendo le statistiche, sembra che certe diagnosi non lascino scampo, neanche nel breve termine. E invece, a volte, con tanta fortuna e tanta capaictà dei medici, la soluzione sembra esserci.
Ora vi chiedo un consiglio: come forse saprete, si tratta di una malattia aggressiva, con percentuali di recidiva altissime, e prognosi veramente severe. Tuttavia, sono passati quasi due anni, e la malattia sembra, per ora, relegata ad una parentesi della vita passata di mia mamma, che rimane ancora chiusa. Come se avessimo vissuto un film di due mesi, un'esperienza surrele, superata nel migliore dei modi.
Io però non riesco a stare bene: non riesco a godere della felicità che sia ancora qui, non riesco a stare sereno, vivo nell'ossessione. Vivo preparandomi al ritorno della malattia, vivo analizzando sintomi, cercando statistiche, leggendo qualunque cosa ci sia su internet. Se mia mamma tossisce, penso alle metastasi polmonari. Se un giorno è un pochino pallida, penso subito al peggio, così come se una sera va a letto un po' prima.
Vi chiedo se vi è mai capitato, se c'è modo di superare questa paura (del tutto forse no), ma almeno di controllarla in qualche modo, cercando di vivere serenamente una situazione che è effettivamente serena.
Grazie a tutti, e in bocca al lupo per le lotte che ognuno di noi conduce.
L'obiettivi di questo messaggio, come potete intuire dal titolo è duplice: chiedervi un consiglio per una situazione nella quale mi trovo immerso, ma anche trasmettere un segno di speranza per tutti coloro che si trovano a lottare al fianco di un proprio caro, perché la speranza è la lucina che ci aiuta a combattere fieri e orgogliosi. Spaventati, quello sì, e anche tanto, ma che non ci fa voltare le spalle.
Inizio dalla speranza: nel novembre 2014 a mia mamma, in seguito ad un ittero ostruttivo, venne diagnosticato un colangiocarcinoma. Settimane e settimane di esami, facce dei medici terrorizzate, nessun responso, finché, alla fine, il barlume di un'operazione (enorme: duodenocefalopancreasectomia) perfettamente riuscita. Da allora nulla più, la mia mamma sta bene, segnata sicuramente dalla paura, ma libera dalla malattia. Con questo volevo solamente lasciare una testimonianza: leggendo le statistiche, sembra che certe diagnosi non lascino scampo, neanche nel breve termine. E invece, a volte, con tanta fortuna e tanta capaictà dei medici, la soluzione sembra esserci.
Ora vi chiedo un consiglio: come forse saprete, si tratta di una malattia aggressiva, con percentuali di recidiva altissime, e prognosi veramente severe. Tuttavia, sono passati quasi due anni, e la malattia sembra, per ora, relegata ad una parentesi della vita passata di mia mamma, che rimane ancora chiusa. Come se avessimo vissuto un film di due mesi, un'esperienza surrele, superata nel migliore dei modi.
Io però non riesco a stare bene: non riesco a godere della felicità che sia ancora qui, non riesco a stare sereno, vivo nell'ossessione. Vivo preparandomi al ritorno della malattia, vivo analizzando sintomi, cercando statistiche, leggendo qualunque cosa ci sia su internet. Se mia mamma tossisce, penso alle metastasi polmonari. Se un giorno è un pochino pallida, penso subito al peggio, così come se una sera va a letto un po' prima.
Vi chiedo se vi è mai capitato, se c'è modo di superare questa paura (del tutto forse no), ma almeno di controllarla in qualche modo, cercando di vivere serenamente una situazione che è effettivamente serena.
Grazie a tutti, e in bocca al lupo per le lotte che ognuno di noi conduce.