Ciao a tutti sono Luisa
Inviato: sab 7 gen 2017, 17:19
Ciao a tutti mi chiamo Luisa e sono la compagna di un malato di tumore.
Ho deciso di scrivere perchè da troppo tempo sento la necessità di parlare con qualcuno, ma le persone che non vivono direttamente questo calvario non possono sapere a cosa si va incontro, perciò non ho mai parlato con nessuno.
Il mio compagno ha scoperto un tumore alla prostata, ormai anni fà. Ha fatto dapprima la terapia ormonale, quindi la radioterapia e alle ultime analisi il psa, parametro che indica lo stato della malattia, dava valori tranquillizzanti. Tuttavia non ha mai smesso di fumare, anzi, e ciò unito alla debilitazione data dalle cure antitumorali lo hanno portato alla polmonite. Ora è ricoverato in terapia intensiva e non può staccarsi dall'ossigeno. Ed è straziante vederlo così, dopo le lotte di tutti questi anni, in cui io mi sono sobbarcata ogni tipo di fardello, compresa la ricerca di cure alternative cui lui ha sempre opposto resistenza. Ogni momento era una lotta, anche contro il suo modo di affrontare la malattia, solo con la rabbia, spesso rivolta anche contro di me.
In questo momento tragico, che in verità dura da anni, tra piccole alternanze di spiragli, penso che il mio destino, unica entità sovranaturale a cui mi sento di credere, ha giocato con molta ironia per quanto mi riguarda. Difatti il rapporto tra me e il mio compagno si era di molto logorato già prima di conoscere il motivo dei suoi malesseri, tanto che lo avevo lasciato per un breve periodo, per poi tornare proprio perchè non stava bene. Dopo di che tutti siamo stati travolti dal cancro e nessuno ha pensato più ad altro. O quasi. Io non ce la facevo più. Stare accanto a un malato di tumore è già complicatissimo, se poi non lo ami più diventa una tortura, e in aggiunta lui non ha mai accettato la malattia e mi ha riversato addosso tutto il suo malanimo e la sua rabbia. Quasi sempre, ad essere onesta. Ogni tanto qualche parola di ringraziamento veniva pronunciata.
Comunque gli avevo annunciato la mia decisione di lasciarlo entro gennaio di questo nuovo anno, ed ecco la polmonite che ha fatto un'altra scelta per me: ora più che mai gli starò accanto al mio meglio. Sì, quando ho un attimo di pausa, da tutta la tragicommedia della mia vita, quando gli avvenimenti non occupano tutta la mia residua forza del pensiero, vedo che c'è dell'ironia nelle mie vicissitudini, peccato non conosca chi, senza pagare il biglietto, volge un angolo della bocca all'insù, in un sorriso sardonico. Sì, perchè io ho una MAV cerebrale non curabile, che ho scoperto da molti anni dopo una emorragia cerebrale, e i medici al tempo della scoperta consigliarono ai miei genitori di evitarmi emozioni forti e di condurre una vita il più tranquilla possibile. Un anno dopo questi consigli sono dovuta andare via di notte da casa mia, perchè mio padre ci voleva fare del male, fisicamente intendo; ho dovuto pensare a sistemare mia madre, donna fragile ed emotiva, a trovare un lavoro per finire l'università e, dopo la laurea sono andata in giro per l'italia, a seguire l'iter di precariato che oggi viene offerto ai (non più tanto a dire il vero) giovani. Dopo di che ho conosciuto il mio compagno, mi sono innamorata e avevo la speranza finalmente di un pò di gioia, se non proprio di serenità. E invece mi sono accorta troppo tardi che era un rapporto sbagliato, ed eccomi qua. Certamente più matura, più conscia di me stessa, ma con una strana sensazione nei confronti di una vita che mi ha riservato prove durissime, che non sono le sole elencate, fin da bambina. Ecco vorrei conoscere il regista e il produttore che hanno messo in atto questa opera buffa che è la mia vita, per dire loro che non fà ridere per nulla, voglio indietro tutto quello che ho pagato fino ad ora.
Grazie a chiunque abbia voluto leggermi.
Ho deciso di scrivere perchè da troppo tempo sento la necessità di parlare con qualcuno, ma le persone che non vivono direttamente questo calvario non possono sapere a cosa si va incontro, perciò non ho mai parlato con nessuno.
Il mio compagno ha scoperto un tumore alla prostata, ormai anni fà. Ha fatto dapprima la terapia ormonale, quindi la radioterapia e alle ultime analisi il psa, parametro che indica lo stato della malattia, dava valori tranquillizzanti. Tuttavia non ha mai smesso di fumare, anzi, e ciò unito alla debilitazione data dalle cure antitumorali lo hanno portato alla polmonite. Ora è ricoverato in terapia intensiva e non può staccarsi dall'ossigeno. Ed è straziante vederlo così, dopo le lotte di tutti questi anni, in cui io mi sono sobbarcata ogni tipo di fardello, compresa la ricerca di cure alternative cui lui ha sempre opposto resistenza. Ogni momento era una lotta, anche contro il suo modo di affrontare la malattia, solo con la rabbia, spesso rivolta anche contro di me.
In questo momento tragico, che in verità dura da anni, tra piccole alternanze di spiragli, penso che il mio destino, unica entità sovranaturale a cui mi sento di credere, ha giocato con molta ironia per quanto mi riguarda. Difatti il rapporto tra me e il mio compagno si era di molto logorato già prima di conoscere il motivo dei suoi malesseri, tanto che lo avevo lasciato per un breve periodo, per poi tornare proprio perchè non stava bene. Dopo di che tutti siamo stati travolti dal cancro e nessuno ha pensato più ad altro. O quasi. Io non ce la facevo più. Stare accanto a un malato di tumore è già complicatissimo, se poi non lo ami più diventa una tortura, e in aggiunta lui non ha mai accettato la malattia e mi ha riversato addosso tutto il suo malanimo e la sua rabbia. Quasi sempre, ad essere onesta. Ogni tanto qualche parola di ringraziamento veniva pronunciata.
Comunque gli avevo annunciato la mia decisione di lasciarlo entro gennaio di questo nuovo anno, ed ecco la polmonite che ha fatto un'altra scelta per me: ora più che mai gli starò accanto al mio meglio. Sì, quando ho un attimo di pausa, da tutta la tragicommedia della mia vita, quando gli avvenimenti non occupano tutta la mia residua forza del pensiero, vedo che c'è dell'ironia nelle mie vicissitudini, peccato non conosca chi, senza pagare il biglietto, volge un angolo della bocca all'insù, in un sorriso sardonico. Sì, perchè io ho una MAV cerebrale non curabile, che ho scoperto da molti anni dopo una emorragia cerebrale, e i medici al tempo della scoperta consigliarono ai miei genitori di evitarmi emozioni forti e di condurre una vita il più tranquilla possibile. Un anno dopo questi consigli sono dovuta andare via di notte da casa mia, perchè mio padre ci voleva fare del male, fisicamente intendo; ho dovuto pensare a sistemare mia madre, donna fragile ed emotiva, a trovare un lavoro per finire l'università e, dopo la laurea sono andata in giro per l'italia, a seguire l'iter di precariato che oggi viene offerto ai (non più tanto a dire il vero) giovani. Dopo di che ho conosciuto il mio compagno, mi sono innamorata e avevo la speranza finalmente di un pò di gioia, se non proprio di serenità. E invece mi sono accorta troppo tardi che era un rapporto sbagliato, ed eccomi qua. Certamente più matura, più conscia di me stessa, ma con una strana sensazione nei confronti di una vita che mi ha riservato prove durissime, che non sono le sole elencate, fin da bambina. Ecco vorrei conoscere il regista e il produttore che hanno messo in atto questa opera buffa che è la mia vita, per dire loro che non fà ridere per nulla, voglio indietro tutto quello che ho pagato fino ad ora.
Grazie a chiunque abbia voluto leggermi.