Avere un tumore al polmone e non volersi curare
Inviato: gio 2 ago 2018, 0:02
Un saluto a tutti.
Mi rendo conto che il titolo può apparire fin troppo strano, ma purtroppo corrisponde a verità e riguarda mio fratello, che ha 38 anni (3 anni in più di me).
Fumatore incallito da quando aveva 15 anni, era da circa un mesetto che si sentiva il respiro affannato e aveva una brutta tosse con espettorato di muco striato di sangue, ho dovuto trascinarlo dal medico e poi a fare una lastra ai polmoni, su indicazione del nostro dottore.
E' risultato n tumore al polmone sinistro. Il radiologo ci ha consigliato subito di metterci in contatto con un oncologo,per fare dapprima altri accertamenti e poi seguire una cura, consigliandoci qualche centro nella città di Roma dove abitiamo, secondo lui a prima vista dalla lastra ci sono ottime possibilità di intervento combinato tra chemioterapia e chirurgia, ma mio fratello ha detto davanti al radiologo stesso, lasciandolo sgomento, che "questa era la più bella notizia che avesse ricevuto in tutta la sua vita".
Purtroppo soffre di depressione da diversi anni, colpa anche dei nostri genitori. Hanno sempre fatto confronti fin da bambini tra i suoi pessimi risultati scolastici e i miei, ben più brillanti:preso il diploma, aveva avuto un'occasione di lavoro come operaio/magazziniere, ma i miei, professionisti borghesi fino al midollo, si sono intestarditi a inculcargli di continuare a studiare, con i peggiori ricatti psicologici, sciorinando frasi bruttissime da dire a un figlio, tipo "Sei una vergogna, vuoi fare il fallito, proprio a noi doveva capitare un figlio cosi ecc".
Mio fratello per non sentirsi umiliato ha preso la laurea in giurisprudenza al prezzo di un esaurimento nervoso che lo vide far ricorso ai psicofarmaci gia a 24 anni la prima volta...poi ci si è messo pure il lavoro, che dopo qualche anno di lavori in ambito amministrativo (Sempre a tempo determinato, nessuno che lo assumeva e lui di questa cosa ci ha sempre sofferto come un cane), il nulla...mandava curriculum anche per lavori manuali, ma senza risposta. Sono anni ora che sbarca il lunario con lavori commerciali di basso livello, tipo call center, o agente di commercio, dove lo stressano fino all'osso (quasi mobbing) per il risultato. E infatti è tornato dallo psichiatra, prende lo zoloft e un ansiolitico, ma ha sempre avuto più bassi che alti...si è lasciato con l'ultima fidanzata proprio per la vergogna del lavoro che fa...Il rapporto con i miei non si è mai risanato, anche se sia loro come me sono disperati per questa notizia e per la sua decisione, che abbiamo cercato in tutti i modi di fargli cambiare, ma senza risultato
Lui mi ha detto testuali parole, che per lui la morte è come una liberazione da una vita di cui non è mai stato protagonista, ma di cui puo solo raccogliere i cocci. Non ce la fa più. Mi ha detto "se tu potessi guardarmi dentro, sono anni che sono un malato terminale, ma non per il tumore….mi devi lasciar andare"
Scusate per lo sfogo, ma vengo al punto. Io lessi da qualche parte che un paziente che rifiuta le cure non ha diritto, tramite il SSN, nemmeno alla terapia del dolore, tipo morfina, quando arriverà agli ultimi stadi. E' vero? In quanto tempo se ne andrà? quanto ci metterà questa bestia a portarmelo via? Son giorni che nn faccio altro che piangere, avrei voluto che almeno combattesse, ma non voglio imporgli nulla, gia troppe cose gli sono state imposte dalla sua/nostra famiglia. Vorrei solo che soffrisse il meno possibile quando la "bestia" farà il suo corso e porterà metastasi, ecc.
Avrà diritto a una terapia del dolore? Avrà diritto a un hospice negli ultimissimi giorni, se non saremo piu in grado da un punto di vista medico/infermieristico di stargli vicino?
Scusate ancora. Un forte abbraccio a tutti.
Emanuela
Mi rendo conto che il titolo può apparire fin troppo strano, ma purtroppo corrisponde a verità e riguarda mio fratello, che ha 38 anni (3 anni in più di me).
Fumatore incallito da quando aveva 15 anni, era da circa un mesetto che si sentiva il respiro affannato e aveva una brutta tosse con espettorato di muco striato di sangue, ho dovuto trascinarlo dal medico e poi a fare una lastra ai polmoni, su indicazione del nostro dottore.
E' risultato n tumore al polmone sinistro. Il radiologo ci ha consigliato subito di metterci in contatto con un oncologo,per fare dapprima altri accertamenti e poi seguire una cura, consigliandoci qualche centro nella città di Roma dove abitiamo, secondo lui a prima vista dalla lastra ci sono ottime possibilità di intervento combinato tra chemioterapia e chirurgia, ma mio fratello ha detto davanti al radiologo stesso, lasciandolo sgomento, che "questa era la più bella notizia che avesse ricevuto in tutta la sua vita".
Purtroppo soffre di depressione da diversi anni, colpa anche dei nostri genitori. Hanno sempre fatto confronti fin da bambini tra i suoi pessimi risultati scolastici e i miei, ben più brillanti:preso il diploma, aveva avuto un'occasione di lavoro come operaio/magazziniere, ma i miei, professionisti borghesi fino al midollo, si sono intestarditi a inculcargli di continuare a studiare, con i peggiori ricatti psicologici, sciorinando frasi bruttissime da dire a un figlio, tipo "Sei una vergogna, vuoi fare il fallito, proprio a noi doveva capitare un figlio cosi ecc".
Mio fratello per non sentirsi umiliato ha preso la laurea in giurisprudenza al prezzo di un esaurimento nervoso che lo vide far ricorso ai psicofarmaci gia a 24 anni la prima volta...poi ci si è messo pure il lavoro, che dopo qualche anno di lavori in ambito amministrativo (Sempre a tempo determinato, nessuno che lo assumeva e lui di questa cosa ci ha sempre sofferto come un cane), il nulla...mandava curriculum anche per lavori manuali, ma senza risposta. Sono anni ora che sbarca il lunario con lavori commerciali di basso livello, tipo call center, o agente di commercio, dove lo stressano fino all'osso (quasi mobbing) per il risultato. E infatti è tornato dallo psichiatra, prende lo zoloft e un ansiolitico, ma ha sempre avuto più bassi che alti...si è lasciato con l'ultima fidanzata proprio per la vergogna del lavoro che fa...Il rapporto con i miei non si è mai risanato, anche se sia loro come me sono disperati per questa notizia e per la sua decisione, che abbiamo cercato in tutti i modi di fargli cambiare, ma senza risultato
Lui mi ha detto testuali parole, che per lui la morte è come una liberazione da una vita di cui non è mai stato protagonista, ma di cui puo solo raccogliere i cocci. Non ce la fa più. Mi ha detto "se tu potessi guardarmi dentro, sono anni che sono un malato terminale, ma non per il tumore….mi devi lasciar andare"
Scusate per lo sfogo, ma vengo al punto. Io lessi da qualche parte che un paziente che rifiuta le cure non ha diritto, tramite il SSN, nemmeno alla terapia del dolore, tipo morfina, quando arriverà agli ultimi stadi. E' vero? In quanto tempo se ne andrà? quanto ci metterà questa bestia a portarmelo via? Son giorni che nn faccio altro che piangere, avrei voluto che almeno combattesse, ma non voglio imporgli nulla, gia troppe cose gli sono state imposte dalla sua/nostra famiglia. Vorrei solo che soffrisse il meno possibile quando la "bestia" farà il suo corso e porterà metastasi, ecc.
Avrà diritto a una terapia del dolore? Avrà diritto a un hospice negli ultimissimi giorni, se non saremo piu in grado da un punto di vista medico/infermieristico di stargli vicino?
Scusate ancora. Un forte abbraccio a tutti.
Emanuela