Salve a tutti.
Sono una ragazza di ventun’anni e fino a due settimane fa la mia mente non aveva mai sfiorato l’idea di potermi, un giorno, ritrovare a scrivere in questo forum.
La storia che vorrei sottoporre a tutti voi, che purtroppo e probabilmente potreste avere più conoscenze di me, riguarda mia nonna.
Spiego nel modo più breve possibile: È una signora di 86 anni, è sempre stata piena di vita e autonoma.
Fino a due settimane fa viveva da sola e nonostante gli acciacchi si può dire fosse in salute o almeno così credevamo.
Si è rotta una vertebra ed era prossima a sottoporsi a un intervento poi la sera del 15 marzo non si è sentita bene per colpa della pressione elevata di cui soffre in maniera moderata da molti anni.
Siamo stati in pronto soccorso ed eravamo anche abbastanza rilassati sapendo che si trattasse solo di un episodio di ipertensione.
Da lì, alle 4 del mattino, dopo 6 ore di attesa su una barella, la diagnosi.
Ha un aneurisma ortico di ben 10 centimetri con un trombo, ma la cosa che ci ha completamente scioccati è arrivata dopo: neoplasia al polmone di 4 centrometri con metastasi alla costola destra.
Non ne sapevamo nulla e nemmeno lei, non ha mai avuto sintomi di nessun tipo, tranne forse il fiato corto facilmente confondibile con l’effetto delle sigarette.
Si, fuma da settant’anni e questo vizio non sappiamo come riuscirà a toglierselo.
Da quella tragica diagnosi c’è stato poi il ricovero, siamo ancora qui, con lei ventiquattro ore al giorno e nessuno sembra poterci aiutare.
Ci troviamo in un ospedale di provincia in Piemonte e ho la terribile sensazione che non stiamo facendo abbastanza per lei.
Mi hanno detto inizialmente che è intrasportabile quindi anche volendo non si può portare in nessun altro ospedale e che non si può più fare niente, non hanno nemmeno effettuato una biopsia perché sarebbe dannosa.
Ora, la prossima settimana la dimetteranno per andare in un centro a fare la continuità assistenziale per una ventina di giorni, il dopo è ignoto.
Dicono che lasciare che il tumore faccia il suo corso e che toccarlo peggiorerebbe notevolmente la situazione, le toglierebbe giorni di vita.
Non hanno saputo, come ho imparato che spesso accade, darci un’aspettativa di vita.
Lei non sa niente del tumore, mio nonno è morto di quello ed è stato accudito da lei giorno e notte finì alle fine quindi sa a cosa va incontro.
Abbiamo paura che si potrebbe lasciare andare ma al contempo è terribile mentirle e dirle che presto andranno meglio le cose. Secondo le vostre esperienze cosa dovremmo fare?
E per quanto riguarda le cure, hanno anche detto che una sola chemio o radioterapia la ucciderebbe all’istante.
Informandomi ho conosciuto la Keytruda e ho sottoposto la cosa ai medici, dicono che per una persona della sue età non andrebbe bene. Secondo voi è così?
C’è qualche altra cura che potrebbe rallentare il tumore? Qualche alimento da darle conosciuto per la capacità, anche minima, di rallentare il tumore?
Mia nonna è come una mamma per me e ho paura che in questo ospedale con poche risorse e innovazione non stiano facendo di tutto per aiutarla.
Ci hanno solamente consigliato delle cure palliative.
Scusatemi per la lunghezza del mio messaggio, spero che qualcuno possa rispondermi e ringrazio anticipatamente chiunque sia arrivato a leggere fino a qui.
Anche io ho letto molte delle vostre storie e credo che questo forum sia di aiuto a chi come me è terrorizzato da questa orrenda malattia.
Ancora grazie e ciao a tutti
Una vostra opinione...
Re: Una vostra opinione...
Ciao, se l'ospedale è piccolo e con poche risorse probabilmente non hanno neanche idea fino in fondo con che cosa hanno a che fare.
Oggi anche persone con età avanzata possono affrontare le cure quindi ti consiglio di richiedere altri pareri (ad es. lo Ieo di Milano)
Oggi anche persone con età avanzata possono affrontare le cure quindi ti consiglio di richiedere altri pareri (ad es. lo Ieo di Milano)
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Re: Una vostra opinione...
Ciao cara, prova a chiedere un consulto, sulle carte, senza spostare la tua nonna.
Io alla fine ho scelto la strada delle cure palliative e la mia mamma, da pochi mesi di speranza di vita ha resistito dignitosamente 2 anni mezzo (di anni ne aveva 68 alla diagnosi). È stata dura accettare di doversi arrendere, ma mi ha convinto chi mi ha fatto capire che "fare qualcosa" sarebbe servito più a me. È stato vero, per la mia mamma è stato meglio non operare, non farle chemio. Ah, e nemmeno le abbiamo detto che avesse un tumore; è stato un segreto enorme da conservare che ha appesantito il mio cuore fino a farlo scoppiare a volte. Ma il suo è stato più leggero E per questo io e mio frarello abbiamo portato volentieri il peso per lei . Un abbraccio grande. Patri
Io alla fine ho scelto la strada delle cure palliative e la mia mamma, da pochi mesi di speranza di vita ha resistito dignitosamente 2 anni mezzo (di anni ne aveva 68 alla diagnosi). È stata dura accettare di doversi arrendere, ma mi ha convinto chi mi ha fatto capire che "fare qualcosa" sarebbe servito più a me. È stato vero, per la mia mamma è stato meglio non operare, non farle chemio. Ah, e nemmeno le abbiamo detto che avesse un tumore; è stato un segreto enorme da conservare che ha appesantito il mio cuore fino a farlo scoppiare a volte. Ma il suo è stato più leggero E per questo io e mio frarello abbiamo portato volentieri il peso per lei . Un abbraccio grande. Patri
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