Mio padre ci sta lasciando..
Inviato: mar 23 giu 2020, 12:49
Conviviamo da cinque anni con il tumore neuroendoocrino di mio padre, all'epoca scoperto per puro caso e fortunatamente in tempo. Era stato operato al colon retto d'urgenza ed era andato tutto bene. In questi anni lui ha condotto una vita normale, tra interventi e cicli di chemio, alti e bassi, ma comunque stando 'bene'. Sempre un pò stanco ma in grado di viaggiare, andare in vacanza al mare e spostarsi per fare visita a noi figli lontani. In questi stessi cinque anni abbiamo perso la zia e lo zio, sorella e fratello di mio padre, anche loro malati di cancro.
A febbraio 2020, dopo settimane di controlli di routine all'IEO di Milano, mio padre aveva fatto rientro a casa, giù in Calabria, così come gli era stato consigliato. Il Coronavirus era alle porte e c'era già una certa apprensione anche negli ambienti ospedalieri. A marzo la Tac era pulita. Nei due mesi successivi l'inferno. Controlli su controlli, corse in ospedale, due interventi chirurgici rimandati continuamente causa Covid (il primo alla vescica che risultava però pulita, il successivo, dopo alcune settimane, per la realizzazione di una stomia provvisoria al fine di scongiurare il blocco intestinale). Mia madre e mio padre hanno affrontato tutto da soli, in piena quarantena, nessuno ha potuto dar loro supporto.
Il responso del chirurgo che aveva operato era stato per noi una doccia gelida: invasione neoplastica del peritoneo. Così, all'improvviso. Mio padre, che aveva fatto ingresso in ospedale con le sue gambe e dopo aver guidato l'auto, ne è uscito completamente devastato. Da quel giorno i problemi sono aumentati in modo esponenziale e non è riuscito più a mangiare. Nell'ultima settimana non fa che vomitare qualsiasi cosa, anche l'acqua. Fa la nutrizione artificiale. Nel frattempo ha eseguito la prima seduta di chemio ma temiamo che i medici non vorranno continuare a causa delle sue condizioni.
Mia madre è forte ma è stanchissima, mio fratello ancora è troppo giovane e fragile e poi ci sono io. Mi sono trasferita giù in Calabria per un pò, lo smart working mi consente di poterlo fare adesso (ma per quanto ancora?). Ho un grande equilibrio interiore e tanta forza, tantissima, ma man mano che si affievoliscono le speranze non faccio che chiedermi..che vita è questa? Cosa dobbiamo aspettarci ancora? A ciò si aggiunge la preoccupazione per mia madre che resterà inevitabilmente sola.
Grazie a chi vorrà ascoltarmi e raccontarmi la sua esperienza.
A febbraio 2020, dopo settimane di controlli di routine all'IEO di Milano, mio padre aveva fatto rientro a casa, giù in Calabria, così come gli era stato consigliato. Il Coronavirus era alle porte e c'era già una certa apprensione anche negli ambienti ospedalieri. A marzo la Tac era pulita. Nei due mesi successivi l'inferno. Controlli su controlli, corse in ospedale, due interventi chirurgici rimandati continuamente causa Covid (il primo alla vescica che risultava però pulita, il successivo, dopo alcune settimane, per la realizzazione di una stomia provvisoria al fine di scongiurare il blocco intestinale). Mia madre e mio padre hanno affrontato tutto da soli, in piena quarantena, nessuno ha potuto dar loro supporto.
Il responso del chirurgo che aveva operato era stato per noi una doccia gelida: invasione neoplastica del peritoneo. Così, all'improvviso. Mio padre, che aveva fatto ingresso in ospedale con le sue gambe e dopo aver guidato l'auto, ne è uscito completamente devastato. Da quel giorno i problemi sono aumentati in modo esponenziale e non è riuscito più a mangiare. Nell'ultima settimana non fa che vomitare qualsiasi cosa, anche l'acqua. Fa la nutrizione artificiale. Nel frattempo ha eseguito la prima seduta di chemio ma temiamo che i medici non vorranno continuare a causa delle sue condizioni.
Mia madre è forte ma è stanchissima, mio fratello ancora è troppo giovane e fragile e poi ci sono io. Mi sono trasferita giù in Calabria per un pò, lo smart working mi consente di poterlo fare adesso (ma per quanto ancora?). Ho un grande equilibrio interiore e tanta forza, tantissima, ma man mano che si affievoliscono le speranze non faccio che chiedermi..che vita è questa? Cosa dobbiamo aspettarci ancora? A ciò si aggiunge la preoccupazione per mia madre che resterà inevitabilmente sola.
Grazie a chi vorrà ascoltarmi e raccontarmi la sua esperienza.