Un anno fa...
Inviato: mer 3 mar 2021, 9:41
Esattamente un anno fa, in queste ore, ti stavano operando. Finalmente. Dopo un mese e mezzo di ricovero, un mese e mezzo di problemi che rendevano impossibile l'operazione, finalmente ti operavano. Ci avevano tenuto con il fiato sospeso fin proprio all'ultimo. Non ne eravamo certi fino a quando l'infermiere non è entrato in stanza, alle 7 meno qualcosa di mattina, per dirti di prepararti perché ti stavano per portare in sala operatoria. Ci siamo guardati tutti e quattro, increduli ma felici.
Quell'operazione avrebbe dovuto salvarti la vita o almeno regalarti qualche anno in più. Invece dopo 5 mesi e mezzo te ne sei andata comunque. Soffrendo come nessun essere vivente dovrebbe soffrire, perché il cancro è una malattia bastarda, che non si limita a portarti via la salute, ma ti toglie tutto, persino la dignità e purtroppo nel nostro Paese non siamo liberi di decidere del nostro corpo, della nostra vita.
Sai mamma, non voglio pensare che quell'operazione non sia servita proprio a niente. Se ripenso a quel mese e mezzo di ricovero a Milano (nonostante tutte le problematiche, la tua febbre che non andava via, i momenti di disperazione perché pensavamo che non ti avrebbero mai operata, il mio fare avanti e indietro da Roma, per cercare di non "sprecare" giorni di ferie che pensavo mi sarebbero serviti per assisterti dopo l'operazione e in ultimo il covid e le terapie intensive che dovevano essere lasciate libere), penso che sia stato il momento in cui la nostra famiglia è stata più unita. Quando eravamo lì, eravamo lì con te. Trovarsi in un'altra città, a centinaia di chilometri dalla nostra, ci ha permesso di stare lì con te. Solo per te. E' una strana sensazione, ma spesso mi ritrovo a provare nostalgia di quell'ospedale. Tu non saresti d'accordo, odiavi stare lì e non mi fraintendere, anche io non volevo che tu stessi lì. Mi manca quella sensazione di unione.
Adesso tu non ci sei più, almeno non fisicamente . E mi manchi. Ci manchi. La mia vita sta andando avanti, ma senza una parte del mio cuore. E' così che mi sento e penso che è così che mi sentirò sempre.
Quell'operazione avrebbe dovuto salvarti la vita o almeno regalarti qualche anno in più. Invece dopo 5 mesi e mezzo te ne sei andata comunque. Soffrendo come nessun essere vivente dovrebbe soffrire, perché il cancro è una malattia bastarda, che non si limita a portarti via la salute, ma ti toglie tutto, persino la dignità e purtroppo nel nostro Paese non siamo liberi di decidere del nostro corpo, della nostra vita.
Sai mamma, non voglio pensare che quell'operazione non sia servita proprio a niente. Se ripenso a quel mese e mezzo di ricovero a Milano (nonostante tutte le problematiche, la tua febbre che non andava via, i momenti di disperazione perché pensavamo che non ti avrebbero mai operata, il mio fare avanti e indietro da Roma, per cercare di non "sprecare" giorni di ferie che pensavo mi sarebbero serviti per assisterti dopo l'operazione e in ultimo il covid e le terapie intensive che dovevano essere lasciate libere), penso che sia stato il momento in cui la nostra famiglia è stata più unita. Quando eravamo lì, eravamo lì con te. Trovarsi in un'altra città, a centinaia di chilometri dalla nostra, ci ha permesso di stare lì con te. Solo per te. E' una strana sensazione, ma spesso mi ritrovo a provare nostalgia di quell'ospedale. Tu non saresti d'accordo, odiavi stare lì e non mi fraintendere, anche io non volevo che tu stessi lì. Mi manca quella sensazione di unione.
Adesso tu non ci sei più, almeno non fisicamente . E mi manchi. Ci manchi. La mia vita sta andando avanti, ma senza una parte del mio cuore. E' così che mi sento e penso che è così che mi sentirò sempre.