Re: Glioblastoma 4° grado a 35 anni
Inviato: mer 14 lug 2021, 7:17
Grazie x il tuo incoraggiamento Luka!
Io credo che aiutare la persona che si ama sia allo stesso tempo più facile e più difficile, rispetto ad un estraneo.
Più facile perché alla base c'è l'amore e, nel mio caso (ma anche nel tuo se siete sposati in chiesa) quella promessa fatta davanti a Dio poco tempo fa:
"... con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita." (sono andata a memoria, spero di ricordarla abbastanza bene).
Più difficile perché si è coinvolti in prima persona, né va del proprio presente e del proprio futuro. Ovviamente l'empatia è una caratteristica fondamentale anche se si aiutano gli altri per lavoro, ma sono certa che sia diverso rispetto allo stress emotivo che si prova nell'aiutare il proprio marito o la propria moglie...
Comunque sono ancora abbastanza giovane, hai ragione, ma ho un lavoro da impiegata a tempo indeterminato (noioso ma "comodo") che mi assicura un buon stipendio. Mollare tutto per tornare a studiare (3 anni) senza certezza di trovare un impiego futuro o su dove trovarlo, non è una scelta così facile da intraprendere!! È da qualche mese che ci penso.
Però, come ti dicevo, queste terribili e toccanti esperienze mi stanno insegnando che la vita è veramente troppo breve per farla semplicemente "passare". E che "aiutare" psicologicamente (anche solo salutando gli altri ospiti dell'hospice in cui siamo) e concretamente gli altri, da molta più soddisfazione, credo, a fine giornata, rispetto a quella che mi da adesso lo stipendio a fine mese. Poi ovviamente serve anche quello...
Insomma, non è una scelta semplice, ma sto valutando.
Immagino che tu abbia una 50ina di anni. Se non te la senti di stravolgere la tua vita a tal punto, potresti valutare di fare volontariato. Nell'hospice dove sono io, oltre a tutto il personale medico, infermieristico, sanitario, ecc... Sono attivi anche dei volontari!
Io credo che aiutare la persona che si ama sia allo stesso tempo più facile e più difficile, rispetto ad un estraneo.
Più facile perché alla base c'è l'amore e, nel mio caso (ma anche nel tuo se siete sposati in chiesa) quella promessa fatta davanti a Dio poco tempo fa:
"... con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita." (sono andata a memoria, spero di ricordarla abbastanza bene).
Più difficile perché si è coinvolti in prima persona, né va del proprio presente e del proprio futuro. Ovviamente l'empatia è una caratteristica fondamentale anche se si aiutano gli altri per lavoro, ma sono certa che sia diverso rispetto allo stress emotivo che si prova nell'aiutare il proprio marito o la propria moglie...
Comunque sono ancora abbastanza giovane, hai ragione, ma ho un lavoro da impiegata a tempo indeterminato (noioso ma "comodo") che mi assicura un buon stipendio. Mollare tutto per tornare a studiare (3 anni) senza certezza di trovare un impiego futuro o su dove trovarlo, non è una scelta così facile da intraprendere!! È da qualche mese che ci penso.
Però, come ti dicevo, queste terribili e toccanti esperienze mi stanno insegnando che la vita è veramente troppo breve per farla semplicemente "passare". E che "aiutare" psicologicamente (anche solo salutando gli altri ospiti dell'hospice in cui siamo) e concretamente gli altri, da molta più soddisfazione, credo, a fine giornata, rispetto a quella che mi da adesso lo stipendio a fine mese. Poi ovviamente serve anche quello...
Insomma, non è una scelta semplice, ma sto valutando.
Immagino che tu abbia una 50ina di anni. Se non te la senti di stravolgere la tua vita a tal punto, potresti valutare di fare volontariato. Nell'hospice dove sono io, oltre a tutto il personale medico, infermieristico, sanitario, ecc... Sono attivi anche dei volontari!