Pensieri sparsi nelle ultime settimane insieme
Inviato: ven 26 nov 2021, 15:03
Dico settimane anche se forse dovrei dire giorni…
Ho scritto qualcosa delle vicende che sto attraversando in un altro thread.
Mio padre (70 anni) lotta da quattro anni col tumore, originatosi nella vescica. Dopo la rimozione di vescica e prostata il tumore ha iniziato ad andare in giro, ma grazie al cielo non c’erano mai stati dolori degni di nota, una vita praticamente normale.
Poi, lo scorso maggio, la notizia che era giunto a polmoni e fegato. Mio padre da allora ha avuto un crollo psicologico verticale, è stato l’inizio della parabola discendente.
A inizio novembre ci hanno detto che non c’è più nulla da fare, e di interrompere le terapie.
Ci hanno consigliato l’hospice ma papà è a casa. Noi figli siamo rientrati da altre regioni e dall’estero, io ho chiesto un mese di aspettativa non retribuita.
Papà è a letto (solo raramente si mette seduto e lo portiamo in cucina), sta facendo ossigenoterapia con 4 litri al minuto, h24. È paradossalmente più sereno che negli ultimi mesi, forse anche per i farmaci finalmente azzeccati. Per fortuna non ha dolori, solo un generico senso di debolezza.
I giorni passano in uno strano mix di dolcezza, amarezza, paura, calma.
Io passo ore a letto accanto a lui, a leggere, fare le mie cose, aiuto mamma in giro per casa. Vengono regolarmente i medici delle cure palliative, gentilissimi, e una oss che lo lava e cambia, bravissima. Ogni tanto mi giro di scatto verso di lui per controllare se respiri. Prima o poi mi girerò e il suo petto non si alzerà più.
La cosa assurda è che pensavo di essere ormai abituata a tutto questo… le malattie lunghe, dicevo, hanno il pro di farti abituate alla perdita prima che avvenga. Ora però mi sento così piccola.
Da un lato sono serena, dall’altro mi sento irrequieta. So che questa cosa esploderà quando papà se ne sarà andato. Ho paura del futuro (ne ho sempre avuta, in realtà). Come vivrà mamma da sola? Dove?
Quanti giorni ci mancano? Sono qui da una settimana e già l’ossigeno è passato da 1,5 a 4. Ci hanno detto che il polmone sinistro è già completamente chiuso.
Mi sono iscritta in palestra, ogni due giorni ci vado, almeno un piccolo spazio fuori da questa routine così straordinaria e al contempo così oliata.
Ho scritto qualcosa delle vicende che sto attraversando in un altro thread.
Mio padre (70 anni) lotta da quattro anni col tumore, originatosi nella vescica. Dopo la rimozione di vescica e prostata il tumore ha iniziato ad andare in giro, ma grazie al cielo non c’erano mai stati dolori degni di nota, una vita praticamente normale.
Poi, lo scorso maggio, la notizia che era giunto a polmoni e fegato. Mio padre da allora ha avuto un crollo psicologico verticale, è stato l’inizio della parabola discendente.
A inizio novembre ci hanno detto che non c’è più nulla da fare, e di interrompere le terapie.
Ci hanno consigliato l’hospice ma papà è a casa. Noi figli siamo rientrati da altre regioni e dall’estero, io ho chiesto un mese di aspettativa non retribuita.
Papà è a letto (solo raramente si mette seduto e lo portiamo in cucina), sta facendo ossigenoterapia con 4 litri al minuto, h24. È paradossalmente più sereno che negli ultimi mesi, forse anche per i farmaci finalmente azzeccati. Per fortuna non ha dolori, solo un generico senso di debolezza.
I giorni passano in uno strano mix di dolcezza, amarezza, paura, calma.
Io passo ore a letto accanto a lui, a leggere, fare le mie cose, aiuto mamma in giro per casa. Vengono regolarmente i medici delle cure palliative, gentilissimi, e una oss che lo lava e cambia, bravissima. Ogni tanto mi giro di scatto verso di lui per controllare se respiri. Prima o poi mi girerò e il suo petto non si alzerà più.
La cosa assurda è che pensavo di essere ormai abituata a tutto questo… le malattie lunghe, dicevo, hanno il pro di farti abituate alla perdita prima che avvenga. Ora però mi sento così piccola.
Da un lato sono serena, dall’altro mi sento irrequieta. So che questa cosa esploderà quando papà se ne sarà andato. Ho paura del futuro (ne ho sempre avuta, in realtà). Come vivrà mamma da sola? Dove?
Quanti giorni ci mancano? Sono qui da una settimana e già l’ossigeno è passato da 1,5 a 4. Ci hanno detto che il polmone sinistro è già completamente chiuso.
Mi sono iscritta in palestra, ogni due giorni ci vado, almeno un piccolo spazio fuori da questa routine così straordinaria e al contempo così oliata.