Cosa si percepisce nel fine vita? Ho paura...
Inviato: ven 10 dic 2021, 16:11
Eccomi qui,
mi ritrovo nuovamente a scrivere piena di sconforto dolore e sensi di colpa per l'impotenza di fronte ad una malattia che non lascia scampo e che sembra un castigo fino all'ultimo respiro.
Solo un mese fa Vi raccontavo di quanto mio papà, 72 anni, al quale è stato diagnosticato a settembre un tumore al polmone già metastatico, fosse gioioso, ottimista speranzoso e pieno di progetti per il futuro. Vi dicevo che mi sentivo in colpa ad ascoltarlo, perché già sapevo che non sarebbe stato così..
Poi è arrivato il crollo emotivo, a giorni alterni, ma è arrivato. Vederlo piangere, sentirlo ripetere "sono stanco" tra i singhiozzi credevo fosse la cosa più difficile.
Invece no...infine è arrivato il crollo anche fisico.
Da un giorno all'altro mio padre non si è più alzato dal letto, è diventato incontinente, dorme quasi tutto il giorno e quando è sveglio è dolorante e talvolta arrabbiato. Mia madre è grandiosa, lo assiste con devozione h24, è distrutta si vede, ma sempre amorevole e ottimista.
Io finito il lavoro corro da lui, lo faccio in tutti i momenti liberi anche se ho bisogno di staccare a volte, perché spesso non ce la faccio a vederlo così.
La mia domanda è...cosa prova? capisce? ha paura? Perché io non lo so, lui si lascia fare quasi tutto (il pannolino è il suo tallone d'achille♥), è come rassegnato. Io sono terrorizzata ma prego per lui che tutto finisca presto. Ma il pensiero principale (credo come tutti qui) è non vederlo morire soffrendo e impaurito…
Cerco quindi esperienze, testimonianze di come questo fine vita possa essere affrontato. Mi sembra di irritarlo se gli tengo la mano, mi sembra di fargli capire che sta morendo se sono troppo presente. D'altro conto ho paura di lasciarlo solo con delle paure irrisolte.
Come avete capito voi?
Io ormai ho un dolore che è quasi fisico…..
Un abbraccio a tutti voi che insieme a me affrontate un periodo orribile….
mi ritrovo nuovamente a scrivere piena di sconforto dolore e sensi di colpa per l'impotenza di fronte ad una malattia che non lascia scampo e che sembra un castigo fino all'ultimo respiro.
Solo un mese fa Vi raccontavo di quanto mio papà, 72 anni, al quale è stato diagnosticato a settembre un tumore al polmone già metastatico, fosse gioioso, ottimista speranzoso e pieno di progetti per il futuro. Vi dicevo che mi sentivo in colpa ad ascoltarlo, perché già sapevo che non sarebbe stato così..
Poi è arrivato il crollo emotivo, a giorni alterni, ma è arrivato. Vederlo piangere, sentirlo ripetere "sono stanco" tra i singhiozzi credevo fosse la cosa più difficile.
Invece no...infine è arrivato il crollo anche fisico.
Da un giorno all'altro mio padre non si è più alzato dal letto, è diventato incontinente, dorme quasi tutto il giorno e quando è sveglio è dolorante e talvolta arrabbiato. Mia madre è grandiosa, lo assiste con devozione h24, è distrutta si vede, ma sempre amorevole e ottimista.
Io finito il lavoro corro da lui, lo faccio in tutti i momenti liberi anche se ho bisogno di staccare a volte, perché spesso non ce la faccio a vederlo così.
La mia domanda è...cosa prova? capisce? ha paura? Perché io non lo so, lui si lascia fare quasi tutto (il pannolino è il suo tallone d'achille♥), è come rassegnato. Io sono terrorizzata ma prego per lui che tutto finisca presto. Ma il pensiero principale (credo come tutti qui) è non vederlo morire soffrendo e impaurito…
Cerco quindi esperienze, testimonianze di come questo fine vita possa essere affrontato. Mi sembra di irritarlo se gli tengo la mano, mi sembra di fargli capire che sta morendo se sono troppo presente. D'altro conto ho paura di lasciarlo solo con delle paure irrisolte.
Come avete capito voi?
Io ormai ho un dolore che è quasi fisico…..
Un abbraccio a tutti voi che insieme a me affrontate un periodo orribile….