Una morte per me assurda...
Inviato: dom 21 ago 2022, 20:19
Buonasera a tutte/i. Sono qui probabilmente per sfogo o forse per cercare da qualcuno spiegazioni che non mi sono mai state date. Mia madre è deceduta il 6 luglio 2022 per una non meglio identificata lesione cerebrale (o, forse, per le sue complicazioni). La sua, e la nostra, storia è stata una sorta di calvario, lungo anche da descrivere... Ma sono qui apposta, per cercare, se possibile, qualche conferma da qualcuno.
Intorno ai primi giorni di marzo 2022, ci siamo accorti che la mamma aveva una sorta di piccola paralisi a un lato della bocca; qualcosa di quasi impercettibile, ma di cui si siamo accorti perché, mentre mangiava, perdeva cibo da quel lato della bocca senza accorgersi. Negli stessi giorni, più o meno, aveva avuto anche delle cadute improvvise a terra, senza una razionale spiegazione. Ma eravamo tutti abbastanza tranquilli. Perche tranquilli? Perchè 7 anni fa la mamma era stata operata, con successo, a un tumore ovarico e quindi, come di routine, era ancora sotto i controlli periodici che doveva sostenere. Ed era tutto ok. Nessuna Tac, nessuna risonanza, nessun esame del sangue fatto in questi sette anni aveva mai evidenziato qualche alterazione nel suo fisico: il tumore ovarico era stato operato, rimosso completamente e non aveva mai dato alcuna metastasi.
Naturalmente, dopo questi nuovi episodi (la parziale paralisi della bocca e le sue cadute a terra frequenti), la dottoressa di base le fece fare prima una TAC e poi una risonanza con e senza contrasto che evidenziarono una "voluminosa lesione espansiva intrassiale in sede temporo-parietale post centrale cortico-sottocorticale destra, caratterizzata da prevalenti componenti cistiche polcicliche e polinconcamerate a contenuto fluido nel contesto di una delle quali si apprezza un evidente immagine di livello idroematico. [...] Dal punto di vista radio-diagnostico la lesione appare caratterizzata da segni di aggresività biologica, ma non è possibile stabilirne la natura primaria o secondaria [...]".
La mamma, immediatamente dopo l'esito della risionanza, venne ricoverata nel reparto di neurologia in un ospedale della Toscana. All'epoca di questo primo ricovero in neurologia, in attesa di essere trasferita in neurochirurgia in un altro ospedale, le sue condizioni fisiche erano rimaste inalterate: solita paralisi al lato della bocca, ma, insomma, camminava bene da sola, mangiava, parlava, si lavava da sola ecc.
Dopo pochi giorni da questo ricovero in neurologia, in ospedale, la mamma prese il Covid. Un Covid leggero (era vaccinata con tutte le dosi), che le dava solo un leggerissimo raffreddore. La trasferirono, però, secondo prassi, nel reparto Covid dello stesso ospedale dove rimase ricoverata una decina di giorni. Poi ce la rimandarono a casa, in attesa che si negativizzasse al Covid e potesse così finalmente essere trasferita in neurochirurgia. E' rimasta a casa per quasi venti giorni (perchè non riusciva a negativizzarsi e, positiva al Covid, nessun ospedale voleva tenerla). In quei venti giorni, improvvisamente, quasi da un giorno all'altro le sua condizioni peggiorarono: non riusciva più a camminare, iniziò ad avere gravi problemi a parlare e a deglutire e, nel giro di una decina di giorni, si allettò con una paralisi quasi completa alla parte sinistra del corpo e senza poter più parlare. Poi, finalmente, si negativizzò al Covid e fu ricoverata in neurochirurgia. Dopo pochissimo giorno dal ricovero, ebbe una prima crisi epilettica e i medici dell'ospedale la misero per tre giorni in coma farmacologico.
Uscita dal coma farmacologico, la mamma non parlava quasi più, lo sguardo era perso nel vuoto e la paralisi alla parte sinistra del corpo era diventata totale. Rantolava con una voce che sembrava provenire dall'inferno. Decisero di operarla, ma il giorno prima dell'intervento, ebbe una trombosi alle gambe (ormai siamo a maggio inoltrato, dopo quasi un mese e mezzo di allettamento totale) e non poterono operarla.
In queste condizioni non vollero più tenerla nel reparto di neurochirurgia e la trasferirono nel reparto di medicina del piccolo ospedale del paese dove abitiamo per curare, eventualmente, la trombosi e poi operarla.
Non sono mai riusciti né ad operarla, né a fare una biopsia della massa nel cervello; la mamma continuò a peggiorare fino a che, appunto, il giorno 6 luglio è morta nel reparto di medicina.
Nessun intervento, nessun esame istologico. Solo alcune risonanze magnetiche fatte durante i ricoveri che confermavano, sì, la presenza della massa, ma che sostenevano anche che la massa non si era accresciuta rispetto alla prima risonanza.
Durante gli ultimi giorni di vita, dal reparto di medicina, ci dissero che si era anche formato qualcosa nel senso, una sorta di tumefazione che era palpabile a mano, ma che poì scomparì. Ebbe complicazioni respiratorie e con quelle, morì.
L'unica cosa che ci dissero durante tutti questi mesi (non so tramite quali esami specifici) è che la massa che aveva nel cervello era primaria.
C'è qualcuno di voi, che, magari, anche con quei pochissimi dati che ho rilasciato (e che sono, in effetti, gli unici che anche noi abbiamo avuto), potrebbe ipotizzare di che tipo di tumore cerebrale è morta la mamma? Ma è possibile mai che nel giro di poco più di quattro mesi, si possa passare da una situazione complessivamente discreta (a parte la paralisi al lato della bocca) a una situazione così drammatica?
Ma esistono davvero tumori cererbali che, nel giro di una decina di giorni, possano portare un paziente da una situazione di sostanziale autonomia a una emiparesi del corpo e alla impossibiltià di parlare?
Grazie a tutte/i coloro che avranno avuto la pazienza di leggere questo mio sfogo e che, magari, possano aiutarmi a cercare almeno una risposta razionale che possa, in parte, mitigare, il mio tormento?
Intorno ai primi giorni di marzo 2022, ci siamo accorti che la mamma aveva una sorta di piccola paralisi a un lato della bocca; qualcosa di quasi impercettibile, ma di cui si siamo accorti perché, mentre mangiava, perdeva cibo da quel lato della bocca senza accorgersi. Negli stessi giorni, più o meno, aveva avuto anche delle cadute improvvise a terra, senza una razionale spiegazione. Ma eravamo tutti abbastanza tranquilli. Perche tranquilli? Perchè 7 anni fa la mamma era stata operata, con successo, a un tumore ovarico e quindi, come di routine, era ancora sotto i controlli periodici che doveva sostenere. Ed era tutto ok. Nessuna Tac, nessuna risonanza, nessun esame del sangue fatto in questi sette anni aveva mai evidenziato qualche alterazione nel suo fisico: il tumore ovarico era stato operato, rimosso completamente e non aveva mai dato alcuna metastasi.
Naturalmente, dopo questi nuovi episodi (la parziale paralisi della bocca e le sue cadute a terra frequenti), la dottoressa di base le fece fare prima una TAC e poi una risonanza con e senza contrasto che evidenziarono una "voluminosa lesione espansiva intrassiale in sede temporo-parietale post centrale cortico-sottocorticale destra, caratterizzata da prevalenti componenti cistiche polcicliche e polinconcamerate a contenuto fluido nel contesto di una delle quali si apprezza un evidente immagine di livello idroematico. [...] Dal punto di vista radio-diagnostico la lesione appare caratterizzata da segni di aggresività biologica, ma non è possibile stabilirne la natura primaria o secondaria [...]".
La mamma, immediatamente dopo l'esito della risionanza, venne ricoverata nel reparto di neurologia in un ospedale della Toscana. All'epoca di questo primo ricovero in neurologia, in attesa di essere trasferita in neurochirurgia in un altro ospedale, le sue condizioni fisiche erano rimaste inalterate: solita paralisi al lato della bocca, ma, insomma, camminava bene da sola, mangiava, parlava, si lavava da sola ecc.
Dopo pochi giorni da questo ricovero in neurologia, in ospedale, la mamma prese il Covid. Un Covid leggero (era vaccinata con tutte le dosi), che le dava solo un leggerissimo raffreddore. La trasferirono, però, secondo prassi, nel reparto Covid dello stesso ospedale dove rimase ricoverata una decina di giorni. Poi ce la rimandarono a casa, in attesa che si negativizzasse al Covid e potesse così finalmente essere trasferita in neurochirurgia. E' rimasta a casa per quasi venti giorni (perchè non riusciva a negativizzarsi e, positiva al Covid, nessun ospedale voleva tenerla). In quei venti giorni, improvvisamente, quasi da un giorno all'altro le sua condizioni peggiorarono: non riusciva più a camminare, iniziò ad avere gravi problemi a parlare e a deglutire e, nel giro di una decina di giorni, si allettò con una paralisi quasi completa alla parte sinistra del corpo e senza poter più parlare. Poi, finalmente, si negativizzò al Covid e fu ricoverata in neurochirurgia. Dopo pochissimo giorno dal ricovero, ebbe una prima crisi epilettica e i medici dell'ospedale la misero per tre giorni in coma farmacologico.
Uscita dal coma farmacologico, la mamma non parlava quasi più, lo sguardo era perso nel vuoto e la paralisi alla parte sinistra del corpo era diventata totale. Rantolava con una voce che sembrava provenire dall'inferno. Decisero di operarla, ma il giorno prima dell'intervento, ebbe una trombosi alle gambe (ormai siamo a maggio inoltrato, dopo quasi un mese e mezzo di allettamento totale) e non poterono operarla.
In queste condizioni non vollero più tenerla nel reparto di neurochirurgia e la trasferirono nel reparto di medicina del piccolo ospedale del paese dove abitiamo per curare, eventualmente, la trombosi e poi operarla.
Non sono mai riusciti né ad operarla, né a fare una biopsia della massa nel cervello; la mamma continuò a peggiorare fino a che, appunto, il giorno 6 luglio è morta nel reparto di medicina.
Nessun intervento, nessun esame istologico. Solo alcune risonanze magnetiche fatte durante i ricoveri che confermavano, sì, la presenza della massa, ma che sostenevano anche che la massa non si era accresciuta rispetto alla prima risonanza.
Durante gli ultimi giorni di vita, dal reparto di medicina, ci dissero che si era anche formato qualcosa nel senso, una sorta di tumefazione che era palpabile a mano, ma che poì scomparì. Ebbe complicazioni respiratorie e con quelle, morì.
L'unica cosa che ci dissero durante tutti questi mesi (non so tramite quali esami specifici) è che la massa che aveva nel cervello era primaria.
C'è qualcuno di voi, che, magari, anche con quei pochissimi dati che ho rilasciato (e che sono, in effetti, gli unici che anche noi abbiamo avuto), potrebbe ipotizzare di che tipo di tumore cerebrale è morta la mamma? Ma è possibile mai che nel giro di poco più di quattro mesi, si possa passare da una situazione complessivamente discreta (a parte la paralisi al lato della bocca) a una situazione così drammatica?
Ma esistono davvero tumori cererbali che, nel giro di una decina di giorni, possano portare un paziente da una situazione di sostanziale autonomia a una emiparesi del corpo e alla impossibiltià di parlare?
Grazie a tutte/i coloro che avranno avuto la pazienza di leggere questo mio sfogo e che, magari, possano aiutarmi a cercare almeno una risposta razionale che possa, in parte, mitigare, il mio tormento?