La mia esperienza con il tumore
Inviato: gio 3 ago 2023, 22:19
Ciao a tutti,
Non so in quanti lèggeranno questo messaggio lunghissimo.. ma ho bisogno di raccontarmi.
Avevo tre anni quando il tumore si è palesato per la prima volta nella mia vita. Ero una bambina e i miei genitori lavoravano sempre, vivevo in simbiosi con il mio nonno Franco e la mia nonna Luisa insieme a mio fratello di un anno più grande. Quando avevo tra anni i miei nonni erano partiti.. a tre mesi di distanza l’uno dall’altro per un posto dove non prendeva il telefono.. impossibile vederli, nonostante tutti i miei desideri di Natale e le mie preghiere. Il biglietto? Un cancro ai polmoni che porto via mia nonno nella sua ultima estate.. e la mia nonna prima del nostro ultimo Natale. Il cancro non mi era mai stato spiegato, non sapevo cosa fosse successo, questo grande male brutto e triste era molto lontano dalla mia immaginazione, non era reale.
Si è preso mio padre quando avevo sedici anni. Il mio eroe, il mio amore più grande, io e lui, se l’è portato via in una notte d’estate, non c’era tanto caldo. Era di 25 cm quando mio padre lo scopri, era grande quando o forse più dell’amore che provavamo. Quanti sogni mi ha portato via il cancro quando avevo sedici anni, non ne capivo niente.. era solo una brutta cosa nei polmoni che uccideva mio padre e me allo stesso tempo. Io sono sopravvissuta però papà e mi dispiace perché tutto non aveva senso quell’estate, quel caldo non era niente in confronto al freddo che sentii quella sera, al respiro affannato.. il cancro si è preso tante cose da me e forse me ne ha lasciate altrettante. Mi ha lasciato tanta forza che reputo cartapesta, un muro fatto di acqua. Il cancro mi ha portato via tante cose da quando ero piccola e non capivo perché mia nonna fosse lì con tutti quei tubi se era solo un raffreddore, mi ha portato via tanti pezzi e si ripresenta a ciclo nella mia vita. Un po’ di me è morta con quel cancro che ha spento quel sole che amavo, che non meritavo di perdere così presto perché delle cellule hanno deciso di far così. Il cancro mi ha distrutto e pensa di avermi fortificato, ma ha reso anche me un cancro allo stesso tempo. E pensavo di averlo superato, di aver accettato che cosa vuol dire vedere morire una persona giorno dopo giorno e non riconoscerla, sentire che quella persona è già morta prima di non sentire il cuore battere. Invece non è vero e forse sono io che non batto più.
Mio caro tumore, sei tornato ancora una volta, e chissà quante volte tornerai e chi lo sa che forse sarò io la prossima, perché sappiamo che ormai è un caso genetico. Chissà che non mi prenderai e mi darai pace invece di mangiarmi pezzo dopo pezzo. Ma io ti aspetto alla porta, perché mi ha già ucciso tante volte. E ora sei tornato, a prenderti una persona che si sarebbe dovuta prendere cura di me quando ero orfana. Pensavi di farmi un piacere? Mi dispiace mio caro vecchio amico, ma tu favori non ne fai a nessuno.. non ne fai mai, tu fai solo male. E io sono stanca di farmi far male da te e sei comunque sempre più forte di me. Rientrare in un reparto di oncologia e vedere tutti come dei fiori che appassiscono sperando in un po’ d’acqua e di sole che li faccia tornare. Mio caro cancro, mi hai tolto tutto, ti ho tatuato sulla mia pelle per ricordarmi ogni giorno quelle notti in cui avrei voluto combatterti io, tutte le volte in cui vedevo mio padre più magro e speravo di riuscire a farcela.. in cui speravo in un futuro in cui ti avrei combattuto per sempre pur di salvarlo.. invece hai preso tutto. E lo fai ancora. E fai ancora male come la prima volta. E forse avevo sempre perso.. avevo perso a tre anni, ho perso a 16 anni e sto perdendo ora.. a modo tuo hai preso anche me
Non so in quanti lèggeranno questo messaggio lunghissimo.. ma ho bisogno di raccontarmi.
Avevo tre anni quando il tumore si è palesato per la prima volta nella mia vita. Ero una bambina e i miei genitori lavoravano sempre, vivevo in simbiosi con il mio nonno Franco e la mia nonna Luisa insieme a mio fratello di un anno più grande. Quando avevo tra anni i miei nonni erano partiti.. a tre mesi di distanza l’uno dall’altro per un posto dove non prendeva il telefono.. impossibile vederli, nonostante tutti i miei desideri di Natale e le mie preghiere. Il biglietto? Un cancro ai polmoni che porto via mia nonno nella sua ultima estate.. e la mia nonna prima del nostro ultimo Natale. Il cancro non mi era mai stato spiegato, non sapevo cosa fosse successo, questo grande male brutto e triste era molto lontano dalla mia immaginazione, non era reale.
Si è preso mio padre quando avevo sedici anni. Il mio eroe, il mio amore più grande, io e lui, se l’è portato via in una notte d’estate, non c’era tanto caldo. Era di 25 cm quando mio padre lo scopri, era grande quando o forse più dell’amore che provavamo. Quanti sogni mi ha portato via il cancro quando avevo sedici anni, non ne capivo niente.. era solo una brutta cosa nei polmoni che uccideva mio padre e me allo stesso tempo. Io sono sopravvissuta però papà e mi dispiace perché tutto non aveva senso quell’estate, quel caldo non era niente in confronto al freddo che sentii quella sera, al respiro affannato.. il cancro si è preso tante cose da me e forse me ne ha lasciate altrettante. Mi ha lasciato tanta forza che reputo cartapesta, un muro fatto di acqua. Il cancro mi ha portato via tante cose da quando ero piccola e non capivo perché mia nonna fosse lì con tutti quei tubi se era solo un raffreddore, mi ha portato via tanti pezzi e si ripresenta a ciclo nella mia vita. Un po’ di me è morta con quel cancro che ha spento quel sole che amavo, che non meritavo di perdere così presto perché delle cellule hanno deciso di far così. Il cancro mi ha distrutto e pensa di avermi fortificato, ma ha reso anche me un cancro allo stesso tempo. E pensavo di averlo superato, di aver accettato che cosa vuol dire vedere morire una persona giorno dopo giorno e non riconoscerla, sentire che quella persona è già morta prima di non sentire il cuore battere. Invece non è vero e forse sono io che non batto più.
Mio caro tumore, sei tornato ancora una volta, e chissà quante volte tornerai e chi lo sa che forse sarò io la prossima, perché sappiamo che ormai è un caso genetico. Chissà che non mi prenderai e mi darai pace invece di mangiarmi pezzo dopo pezzo. Ma io ti aspetto alla porta, perché mi ha già ucciso tante volte. E ora sei tornato, a prenderti una persona che si sarebbe dovuta prendere cura di me quando ero orfana. Pensavi di farmi un piacere? Mi dispiace mio caro vecchio amico, ma tu favori non ne fai a nessuno.. non ne fai mai, tu fai solo male. E io sono stanca di farmi far male da te e sei comunque sempre più forte di me. Rientrare in un reparto di oncologia e vedere tutti come dei fiori che appassiscono sperando in un po’ d’acqua e di sole che li faccia tornare. Mio caro cancro, mi hai tolto tutto, ti ho tatuato sulla mia pelle per ricordarmi ogni giorno quelle notti in cui avrei voluto combatterti io, tutte le volte in cui vedevo mio padre più magro e speravo di riuscire a farcela.. in cui speravo in un futuro in cui ti avrei combattuto per sempre pur di salvarlo.. invece hai preso tutto. E lo fai ancora. E fai ancora male come la prima volta. E forse avevo sempre perso.. avevo perso a tre anni, ho perso a 16 anni e sto perdendo ora.. a modo tuo hai preso anche me