Non doveva andare cosí...
Inviato: lun 25 set 2023, 1:42
Salve a tutti, sono nuova. Sono qui per raccontare la storia di mia madre, per parlare con qualcuno che riesca a comprendere a pieno il mio dolore. Leggo il forum da ottobre 2022.
Parto dall'inizio di tutta questa storia.
Io ho 31 anni, vivo all'estero da 4 anni e mia mamma é sempre stata il mio punto fermo. Da circa 8 anni, a causa di una forte artrite reumatoide ampiamente diffusa, mia madre ha dovuto assumere cortisone in dosi eccessive, per poter limitare i dolori invalidanti. Dopo qualche anno, era finalmente arrivata la svolta: mia madre era entrata a far parte di una cura sperimentale, sapevamo ci fossero delle controindicazioni, ma per la prima volta dopo mesi, riusciva a stare in piedi, seppur con l'ausilio delle stampelle(che non l'hanno mai piú abbandonata). Tutto sembrava andare per il meglio, la cura continuava e lei sempre col sorriso cercava di non prendere i suoi dolori diffusi troppo sul serio, associandoli sempre all'artrite stessa. Ad ottobre 2022, eravamo tutti euforici, lei in primis cercava dei biglietti per venire a casa mia a dicembre poiché in quel mese sarebbe diventata nonna per la prima volta. Nel mentre che facevamo progetti e quant altro, mia madre andó a fare la solita ecografia al fegato (era super controllata, faceva eco e analisi ogni 6 mesi) e da li la dura scoperta: 3/4 di fegato erano invasi da metastasi.
Lo shock iniziale fu fortissimo, iniziammo subito la ricerca di un centro dove eseguire una pet e in poche settimane avemmo l esito: cancro al colon con metastasi al fegato, tiroide, vescica, utero. Situazione praticamente disperata. Io bloccata intanto nel paese in cui vivo cercavo di essere presente, seppur da lontano, pooché essendo nelle ultime settimane di gravidanza mi era impossibile viaggiare.
Mio fratello e mio padre riuscirono a trovare un oncologa, attendemmo i risultati della biopsia e a dicembre mia madre inizió il suo primo ciclo di chemio.
In poche settimane mia madre cominció a perdere l'appetito, inoltre le andó via il gusto (quante volte ha pianto perché non riusciva piú a sentire il sapore dei cibi che lei amava, ed io ogni volta le dicevo che tutto sarebbe tornato come prima e doveva solo portare un altro po di pazienza). Senza troppi problemi concluse il suo primo ciclo di chemio, ma aveva costantemente la nausea e l'inappetenza. A marzo prima pet di controllo che evidenziava una riduzione della massa primitiva e dei secondarismi stessi. Le analisi tumorali peró continuavano ad evidenziare un trend in rialzo, valori oltre il 10000 su un max di 50.
Nessuno peró nonostante questo ci aveva mai fatto perdere le speranze, la stessa oncologa non ha mai parlato di mesi o fase terminale. Forse ci siamo illusi troppo o forse non abbiamo voluto credere a ció che stava succedendo. Fatto sta che il 10 agosto mia madre fece la sua prima ed ultima chemio di mantenimento, subito dopo inizió ad essere triste, accusando vomito ed inappetenza sempre maggiori. Da quel momento inizió a toccare sempre meno cibo, il 16 agosto ebbe un breve blocco renale (circa 10 ore) accompagnato da vomito e nausea che hanno fatto credere a tutti che il problema fosse la disidratazione. Ripresa, aveva anche cucinato e ripulito casa, ma il 19 aveva iniziato ad avere un forte affanno, tale da chiamare un ambulanza. I suoi battiti erano troppo veloci e irregolari, venne per questo ricoverata in ospedale. Lei che fino a quel momento non si era mai lamentata di nulla, una volta giunta in ospedale (era salita da sola in ambulanza sorridente e tranquilla), non ha avuto piú la forza di combattere. In 24 ore, il problema al cuore é stato risolto, ma il blocco renale é tornato e il fegato ha quasi smesso del tutto di funzionare. Sono riuscita a tornare a casa, a vederla un pó nel suo letto di ospedale: stanca, dimagrita, quasi assente. Il 22 agosto, 3 giorni dopo il suo ricovero, la situazione é precipitata di colpo:infenzione diffusa, blocco renale, febbre, e cosí la donna piú forte che io abbia mai conosciuto, ci ha lasciati per sempre. Erano quasi 4 mesi che non vedevo mia madre e la persona che era li davanti a me non poteva essere lei, divorata in poco tempo da questo male bastardo che in pochi mesi ha distrutto tutto. Io speravo di avere almeno qualche altro anno da passare con lei, volevo avesse piú tempo per me, per mio fratello di 24 anni che era tutta la sua vita, per mio padre e per la mia piccola che non si ricerderá mai di quanto sua nonna la amasse.
È passato un mese dalla sua morte ed io ancora non me ne rendo conto, ancora aspetto un suo messaggio, una sua telefonata. Mi sembra siano passati interi anni dall ultima volta che ho sentito la sua voce ed è tutto cosí surreale. Mio padre e mio fratello non sanno nemmeno da dove iniziare questa nuova vita. Tra qualche giorno io tornerò nel paese in cui vivo e non so se e come se la caveranno. Mi sento in colpa per tante cose e non so piú cosa fare. Come si sopravvive alla morte della propria madre? Come si affronta tutto il vuoto? Come si fa a respirare ancora? Io non so piú cosa fare. Credete abbia potuto salvarla altrove? Avrei dovuto esserle vicina e non andare a 2000 km di distanza, avrei dovuto capire quanto grave era la situazione.
Scusate il lungo sfogo ma non so con chi parlare
Parto dall'inizio di tutta questa storia.
Io ho 31 anni, vivo all'estero da 4 anni e mia mamma é sempre stata il mio punto fermo. Da circa 8 anni, a causa di una forte artrite reumatoide ampiamente diffusa, mia madre ha dovuto assumere cortisone in dosi eccessive, per poter limitare i dolori invalidanti. Dopo qualche anno, era finalmente arrivata la svolta: mia madre era entrata a far parte di una cura sperimentale, sapevamo ci fossero delle controindicazioni, ma per la prima volta dopo mesi, riusciva a stare in piedi, seppur con l'ausilio delle stampelle(che non l'hanno mai piú abbandonata). Tutto sembrava andare per il meglio, la cura continuava e lei sempre col sorriso cercava di non prendere i suoi dolori diffusi troppo sul serio, associandoli sempre all'artrite stessa. Ad ottobre 2022, eravamo tutti euforici, lei in primis cercava dei biglietti per venire a casa mia a dicembre poiché in quel mese sarebbe diventata nonna per la prima volta. Nel mentre che facevamo progetti e quant altro, mia madre andó a fare la solita ecografia al fegato (era super controllata, faceva eco e analisi ogni 6 mesi) e da li la dura scoperta: 3/4 di fegato erano invasi da metastasi.
Lo shock iniziale fu fortissimo, iniziammo subito la ricerca di un centro dove eseguire una pet e in poche settimane avemmo l esito: cancro al colon con metastasi al fegato, tiroide, vescica, utero. Situazione praticamente disperata. Io bloccata intanto nel paese in cui vivo cercavo di essere presente, seppur da lontano, pooché essendo nelle ultime settimane di gravidanza mi era impossibile viaggiare.
Mio fratello e mio padre riuscirono a trovare un oncologa, attendemmo i risultati della biopsia e a dicembre mia madre inizió il suo primo ciclo di chemio.
In poche settimane mia madre cominció a perdere l'appetito, inoltre le andó via il gusto (quante volte ha pianto perché non riusciva piú a sentire il sapore dei cibi che lei amava, ed io ogni volta le dicevo che tutto sarebbe tornato come prima e doveva solo portare un altro po di pazienza). Senza troppi problemi concluse il suo primo ciclo di chemio, ma aveva costantemente la nausea e l'inappetenza. A marzo prima pet di controllo che evidenziava una riduzione della massa primitiva e dei secondarismi stessi. Le analisi tumorali peró continuavano ad evidenziare un trend in rialzo, valori oltre il 10000 su un max di 50.
Nessuno peró nonostante questo ci aveva mai fatto perdere le speranze, la stessa oncologa non ha mai parlato di mesi o fase terminale. Forse ci siamo illusi troppo o forse non abbiamo voluto credere a ció che stava succedendo. Fatto sta che il 10 agosto mia madre fece la sua prima ed ultima chemio di mantenimento, subito dopo inizió ad essere triste, accusando vomito ed inappetenza sempre maggiori. Da quel momento inizió a toccare sempre meno cibo, il 16 agosto ebbe un breve blocco renale (circa 10 ore) accompagnato da vomito e nausea che hanno fatto credere a tutti che il problema fosse la disidratazione. Ripresa, aveva anche cucinato e ripulito casa, ma il 19 aveva iniziato ad avere un forte affanno, tale da chiamare un ambulanza. I suoi battiti erano troppo veloci e irregolari, venne per questo ricoverata in ospedale. Lei che fino a quel momento non si era mai lamentata di nulla, una volta giunta in ospedale (era salita da sola in ambulanza sorridente e tranquilla), non ha avuto piú la forza di combattere. In 24 ore, il problema al cuore é stato risolto, ma il blocco renale é tornato e il fegato ha quasi smesso del tutto di funzionare. Sono riuscita a tornare a casa, a vederla un pó nel suo letto di ospedale: stanca, dimagrita, quasi assente. Il 22 agosto, 3 giorni dopo il suo ricovero, la situazione é precipitata di colpo:infenzione diffusa, blocco renale, febbre, e cosí la donna piú forte che io abbia mai conosciuto, ci ha lasciati per sempre. Erano quasi 4 mesi che non vedevo mia madre e la persona che era li davanti a me non poteva essere lei, divorata in poco tempo da questo male bastardo che in pochi mesi ha distrutto tutto. Io speravo di avere almeno qualche altro anno da passare con lei, volevo avesse piú tempo per me, per mio fratello di 24 anni che era tutta la sua vita, per mio padre e per la mia piccola che non si ricerderá mai di quanto sua nonna la amasse.
È passato un mese dalla sua morte ed io ancora non me ne rendo conto, ancora aspetto un suo messaggio, una sua telefonata. Mi sembra siano passati interi anni dall ultima volta che ho sentito la sua voce ed è tutto cosí surreale. Mio padre e mio fratello non sanno nemmeno da dove iniziare questa nuova vita. Tra qualche giorno io tornerò nel paese in cui vivo e non so se e come se la caveranno. Mi sento in colpa per tante cose e non so piú cosa fare. Come si sopravvive alla morte della propria madre? Come si affronta tutto il vuoto? Come si fa a respirare ancora? Io non so piú cosa fare. Credete abbia potuto salvarla altrove? Avrei dovuto esserle vicina e non andare a 2000 km di distanza, avrei dovuto capire quanto grave era la situazione.
Scusate il lungo sfogo ma non so con chi parlare