L'unica cosa che mi chiedo è: perché?

In questa stanza è possibile dare parola a ciò che si vive come paziente, familiare, amico, condividendo la propria esperienza ed esprimendo le proprie emozioni in un clima di accoglienza, fiducia e rispetto.
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Daretolive
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L'unica cosa che mi chiedo è: perché?

Messaggio da Daretolive »

È sempre difficile parlare di quello che sto vivendo o provo perché puntualmente mi scontro con occhi pietosi o "ti capisco" di persone che, pur con buona fede, non possono capirmi minimamente perché finché il cancro non ti tocca, non sballa l tua vita non si sa in realtà cos'è.
E le mie reazioni sono di pura acidità, schiettezza freddezza, mai come in questo momento non sopporto la gente che chiede guarda dice di pregare... Ma non sa! Non sa cosa vuol dire convivere con l'aver perso mamma 4 anni fa, in due settimane a soli 50 anni e Ora rivivere tutto con mio padre con un microcitoma al polmone e metastasi al fegato.
È difficile, estenuante, toglie le forze e annulla le visioni future, sai che bisogna lottare, sai che si deve farlo con convinzione.. Ma sai che la lancetta scorre al contrario, velocemente e che i minuti diventano secondi rubando tempo e i primi segni ci sono.
e tutto quello che mi viene in mente è:perché??
angela217
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Re: L'unica cosa che mi chiedo è: perché?

Messaggio da angela217 »

dal di fuori si può provare dispiacere per la situazione ma non si sà cosa vuol dire sentirsi il cuore stritolare, essere ovattati dai mille pensieri mentre il mondo intorno va avanti. non lo sapevo nemmeno io. quando mio padre ha avuto il tumore alla prostata una decina di anni fa, l'affrontai con meno ansia. ha fatto l'intervento, c'era una "soluzione", un piano d'attacco. con mamma sono sprofondata...solo una infausta sentenza.
ed è vero come dici tu che annulla le visioni future...un domani senza progetti, solo la paura di ciò che accadrà.
e siamo qui in questo angolo di web, perchè qui c'è chi soffre come noi e non ti senti "pesante" se sei monotematico.
non mollare daretolive!
Alessandra68
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Re: L'unica cosa che mi chiedo è: perché?

Messaggio da Alessandra68 »

Io ho vissuto un dolore diverso: muore in incidente il.mio ragazzo (mentre io vado in coma) e la madre si consuma dopo 4 anni con un tumore alle ghiandole linfatiche..avete ragione..é tremendo. E forse con la morte di Andrea sono arrivata a pensare che non c'é un perché. Con la morte della madre invece sì: perché era morto prima lui...ma in realtà non so se c'é un perché...proprio non lo so. Se ci fosse un " perché" di giustizia, molta gente ingiusta non sarebbe qui.
Invece.... bambini di 9 mesi (vedi Franco), adulti...perché? Non so....
So solo che vi sono tanto vicino..tantissimo. Non siete sole.
Alessandra
veronicaf
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Re: L'unica cosa che mi chiedo è: perché?

Messaggio da veronicaf »

Quello che hai scritto rispecchia pienamente quello che penso io nei miei giorni bui. Perché? Non lo so purtroppo. La mia mamma è morta a 50 anni nel 2002 ed il mio papà l'ha seguita quest estate. Io non ho fratelli e quindi la mia famiglia ormai è distrutta dal cancro. Ci sono giorni in cui la rabbia non mi fa dormire, giorni in cui piango come una bambina, giorni in cui prego e giorni in cui ce l'ho a morte con tutti. Non lo so perché la vita mi ha riservato questo brutto destino. Invidio le persone più grandi di me che hanno entrambi i genitori. I miei erano dei genitori fantastici che mi hanno dato tutto e l'unica consolazione che ho è che sono riuscita a prendermi cura di loro quando il cancro li ha resi non autosufficienti. Non bisogna mai arrendersi. Il mio papà in particolare ha combattuto tanto. Forza!
Quando curi una malattia puoi vincere o perdere. Quando ti prendi cura di una persona vinci sempre.
Alessandra68
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Re: L'unica cosa che mi chiedo è: perché?

Messaggio da Alessandra68 »

Secondo me non c'é un perché...doveva essere così. E da quella esperienza (o esperienze) allora si può imparare...imparare a vivere meglio, per le cose che abbiano senso, fornendo un senso a ciò che si fa e non attribuendo falsi valori o arrabbiarsi per stupidità..godersi la vita per ciò che ci dà. Non é semplice. Forse ci vuole anche un tocco di fortuna. Ma il grosso ce la creiamo noi. Io grazie ad Andrea ho imparato (dopo la sua morte però) a vivere. Non avrei voluto...avrei preferito rimanere com'ero con lui vivo. Ma non é stato così. Allora mi sono rimboccata le maniche a 25 anni. Un tumorepuò capitare anche a me. Lo so. Ma ora non ho più paura...
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Franco953
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Re: L'unica cosa che mi chiedo è: perché?

Messaggio da Franco953 »

Perché ? Ogni tanto ritorna questa domanda alla quale , in relazione ai diversi punti di vista, si può dare oppure non dare una risposta
E’ certo però che i perché si presentano e/o ritornano nel momento in cui scopriamo “la forza che non c’è”
Non c’è la forza di affrontare una situazione che consideriamo difficile, la morte di una familiare che ci ha distrutto moralmente, una malattia che ci ha colpito o che ha colpito un nostro caro

La ricerca del perché, a mio avviso, è comunque dovuta alla necessità che sentiamo forte, dentro di noi, di dare la colpa a qualcuno di ciò che ci sta accadendo e per dare una risposta a questo “peso psicologico”, che a volte ci toglie il fiato, siamo capaci di ricorrere a soluzioni anche fantasiose come “l’invidia del vicino di casa”, “ la giusta punizione per avere vissuto in un certo modo oppure per non avere rispettato certe regole”

Quando ci penso, ai perché della vita, credo si può trovare una risposta materiale/fisica ,oppure una risposta morale/spirituale.
Dipende dalla nostra sensibilità, dal nostro carattere, da come consideriamo la vita che stiamo vivendo.

Le risposte materiali/fisiche sono quelle imputabili all’uomo .Le alterazioni dei geni che sono responsabili del tumore sono determinate da cause ambientali. Sono provocate dall'esposizione prolungata ad agenti cancerogeni, di origine chimica, fisica o virale. Anche il fumo di sigaretta, l'amianto, alcune sostanze sviluppate dalla combustione del petrolio o del carbone, l'alcol, una dieta squilibrata, le sostanze chimiche a cui possono essere sottoposti i lavoratori in certi processi industriali o in agricoltura ecc, hanno la loro influenza negativa

Solitamente quando evidenzio i problemi che ho citato, molte persone malate di tumore , dicono che non hanno mai fumato, non hanno mai svolto un lavoro a rischio ma hanno semplicemente fatto per anni un’attività sedentaria

Voglio ricordare , a tale proposito che , ad esempio, in questi giorni a Milano abbiamo superato in una sola giornata ben 35 volte i limiti fissati per le polveri sottili

A volte abitiamo a 100 metri da un edificio in disuso pieno di amianto e non lo sappiamo oppure per anni abbiamo svolto una attività all'interno di un ufficio dove alcune persone fumavano regolarmente.
Potrei citare anche l'ILVA di Taranto, Chernobyl, e altre cento/mille situazioni che hanno avuto e che avranno anche in futuro , effetti deleteri sulla nostra salute senza che noi ce ne rendiamo conto

Poi , come dicevo ci sono le risposte che definisco morali/spirituali.
La frase “ se è successo significa che purtroppo era destino” è tipica delle persone che ritengono il futuro già determinato. Il nostro impegno è superfluo perché, se tutto è già scritto, non possiamo cambiare nulla del nostro futuro

Infine, e questo vale soprattutto per il credente, la risposta è la giusta punizione per ciò che abbiamo fatto o che non abbiamo fatto e che avremmo dovuto fare nella nostra vita.

Entrambi queste risposte sono, a mio avviso , posizioni di comodo in quanto scaricano su un ipotetico destino già scritto o sulle decisioni di un essere superiore , tutte le responsabilità della vita

Al termine di questo lungo discorso si può affermare che al nostro perché possiamo dare molteplici risposte e , come insegna anche la politica , quando ci sono più risposte in realtà non c’è mai una risposta unica, definitiva ed esaustiva

Ha quindi ragione Alessandra quando afferma che , in realtà, non c’è mai una risposta ai nostri perchè

Un abbraccio

Franco
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
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