Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Riporto di seguito l'articolo pubblicato sul sito della Clinica Humanitas di Rozzano, in quanto ritengo possa essere interessante
Franco
Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
In collaborazione con Redazione Humanitas News pubblicato il 4 settembre 2017 in Malattie e cure, News
È stato recentemente pubblicato su Science Translational Medicine uno studio statunitense dal titolo “Detection of early pancreatic ductal adenocarcinoma with thrombospondin-2 and CA19-9 blood markers”.
Lo studio, mediante complesse tecniche di programmazione cellulare, è riuscito a individuare una molecola che sembrerebbe aumentata nei pazienti con tumore al pancreas in fase iniziale.
Se gli studi successivi confermeranno quanto scoperto finora, quali strade potrebbero aprirsi nella cura di un tumore che rappresenta ancora la quarta causa di morte per tumore nei Paesi occidentali?
Ne abbiamo parlato con il professor Alessandro Zerbi, Responsabile di Chirurgia pancreatica in Humanitas, e con la dottoressa Paola Allavena, Responsabile del laboratorio di immunologia cellulare in Humanitas.
L’importanza di marcatori nel tumore al pancreas
“Lo sforzo nel ricercare marcatori per il tumore del pancreas è di lunga data. Spesso ci siamo trovati di fronte alla possibilità di averne individuato uno più efficace di quello già disponibile, ma l’entusiasmo iniziale si è ridimensionato di fronte ai dati di realtà. Anche nel caso di questo studio dunque occorre una certa cautela, sebbene i dati siano importanti e validi”, sottolinea il professor Zerbi.
“Il bisogno di marcatori nasce da un’esigenza reale: la diagnosi di tumore al pancreas è tardiva, con importanti ripercussioni in termini di efficacia del trattamento. Disporre di un esame del sangue capace di individuare precocemente la malattia cambierebbe sensibilmente la storia di questo tipo di tumore”.
I risultati dello studio
“Grazie a complesse metodiche di laboratorio, i ricercatori sono riusciti a isolare alcune proteine e ne hanno individuata una in particolare, la trombospondina 2, che è risultata statisticamente aumentata nei pazienti con tumore al pancreas, anche in fase iniziale. Una molecola che sembra possa essere migliore del CA 19-9 (il marcatore attualmente disponibile) proprio perché si esprime anche nelle fasi iniziali della malattia.
L’utilizzo combinato dei due marcatori potrebbe portare all’individuazione del tumore del pancreas, considerato che dai dati è emerso che il 98% dei tumori produce o la trombospondina 2 o il CA 19-9”, spiega il prof. Zerbi.
Gli eventuali ambiti di utilizzo
“Se i risultati fossero approvati e si arrivasse a una realizzazione commerciale del prodotto, potremmo immaginare due ambiti di utilizzo: da un lato, nella diagnosi precoce, dall’altro all’interno dei programmi di sorveglianza attiva”.
A questo proposito esiste un progetto nato dall’Associazione Italiana Studio Pancreas, di cui il professor Zerbi è presidente, che coinvolge i pazienti considerati a rischio per questo tumore perché presentano un aumentato rischio genetico per familiarità. La presenza di familiari stretti con tumore del pancreas infatti espone a un maggior rischio di insorgenza di malattia.
“Questi soggetti vengono seguiti in alcuni Centri che hanno aderito al programma, come Humanitas, e sono invitati a sottoporsi annualmente a una serie di esami. Se si arrivasse alla messa a punto di un esame del sangue capace di individuare precocemente la malattia, sarebbe molto più agevole, anche per questi pazienti ritenuti a rischio”.
Il lavoro di ricerca in Humanitas
Come ci racconta la dottoressa Paola Allavena, anche Humanitas è impegnata nelll’individuazione di marcatori significativi per il tumore del pancreas.
“È importante infatti fare diagnosi precoce di questo tumore, solo il 10-15% dei pazienti sono operabili, un numero molto esiguo. Una diagnosi più precoce è dunque l’obiettivo verso cui si concentrano moltissimi sforzi anche in ambito di ricerca.
Il nostro team sta conducendo un lungo lavoro, partito qualche anno fa. Sappiamo, grazie alla letteratura scientifica di base, che anche il carcinoma duttale del pancreas (la forma più pericolosa dei tumori del pancreas) presenta un modello di progressione della malattia. Le cellule duttali si trasformano e proliferano; primo responsabile di questa mutazione è l’oncogene K-Ras, conosciamo altre molecole di geni coinvolti, ma K-Ras è il primo a esprimersi”.
L’indagine proteomica
“Abbiamo dunque utilizzato alcune cellule sane pancreatiche che potessero essere coltivate in vitro e abbiamo inserito l’oncogene K-Ras, attivando così una carcinogenesi iniziale. Abbiamo poi pensato di provare a identificare quali proteine vi fossero al di fuori della cellula, perché era possibile che – se presenti in ambiente extracellulare – potessero poi ritrovarsi nel sangue ed essere così misurabili. Grazie a una sofisticata indagine proteomica, in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, abbiamo individuato diverse decine di proteine. Abbiamo poi applicato alcuni parametri di selezione e ne abbiamo scelte alcune, fino ad arrivare a una rosa di sei. Di queste, ne abbiamo validate quattro e individuate alla fine due: sono due proteine della matrice che normalmente non sono presenti nel plasma dei soggetti sani. Abbiamo infatti scoperto che queste due proteine sono più elevate nel plasma dei pazienti con tumore del pancreas”.
Il proseguimento del lavoro di ricerca
“Adesso ci concentreremo sul comparare il livello delle proteine con alcuni parametri clinici, per esempio l’aggressività del tumore e il momento in cui è stata effettuata la diagnosi, per vedere se riusciamo a ottenere ulteriori informazioni. In futuro, sarebbe interessante verificare se nei pazienti che stanno sviluppando un carcinoma del pancreas (senza che questo sia ancora evidente) vi sia già la presenza di queste proteine plasmatiche.
La collaborazione tra il mondo della ricerca e l’ambito clinico è dunque fondamentale, abbiamo bisogno l’uno dell’altro nel tentativo di trovare nuove strade a beneficio dei pazienti”, conclude la dottoressa Allavena.
Franco
Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
In collaborazione con Redazione Humanitas News pubblicato il 4 settembre 2017 in Malattie e cure, News
È stato recentemente pubblicato su Science Translational Medicine uno studio statunitense dal titolo “Detection of early pancreatic ductal adenocarcinoma with thrombospondin-2 and CA19-9 blood markers”.
Lo studio, mediante complesse tecniche di programmazione cellulare, è riuscito a individuare una molecola che sembrerebbe aumentata nei pazienti con tumore al pancreas in fase iniziale.
Se gli studi successivi confermeranno quanto scoperto finora, quali strade potrebbero aprirsi nella cura di un tumore che rappresenta ancora la quarta causa di morte per tumore nei Paesi occidentali?
Ne abbiamo parlato con il professor Alessandro Zerbi, Responsabile di Chirurgia pancreatica in Humanitas, e con la dottoressa Paola Allavena, Responsabile del laboratorio di immunologia cellulare in Humanitas.
L’importanza di marcatori nel tumore al pancreas
“Lo sforzo nel ricercare marcatori per il tumore del pancreas è di lunga data. Spesso ci siamo trovati di fronte alla possibilità di averne individuato uno più efficace di quello già disponibile, ma l’entusiasmo iniziale si è ridimensionato di fronte ai dati di realtà. Anche nel caso di questo studio dunque occorre una certa cautela, sebbene i dati siano importanti e validi”, sottolinea il professor Zerbi.
“Il bisogno di marcatori nasce da un’esigenza reale: la diagnosi di tumore al pancreas è tardiva, con importanti ripercussioni in termini di efficacia del trattamento. Disporre di un esame del sangue capace di individuare precocemente la malattia cambierebbe sensibilmente la storia di questo tipo di tumore”.
I risultati dello studio
“Grazie a complesse metodiche di laboratorio, i ricercatori sono riusciti a isolare alcune proteine e ne hanno individuata una in particolare, la trombospondina 2, che è risultata statisticamente aumentata nei pazienti con tumore al pancreas, anche in fase iniziale. Una molecola che sembra possa essere migliore del CA 19-9 (il marcatore attualmente disponibile) proprio perché si esprime anche nelle fasi iniziali della malattia.
L’utilizzo combinato dei due marcatori potrebbe portare all’individuazione del tumore del pancreas, considerato che dai dati è emerso che il 98% dei tumori produce o la trombospondina 2 o il CA 19-9”, spiega il prof. Zerbi.
Gli eventuali ambiti di utilizzo
“Se i risultati fossero approvati e si arrivasse a una realizzazione commerciale del prodotto, potremmo immaginare due ambiti di utilizzo: da un lato, nella diagnosi precoce, dall’altro all’interno dei programmi di sorveglianza attiva”.
A questo proposito esiste un progetto nato dall’Associazione Italiana Studio Pancreas, di cui il professor Zerbi è presidente, che coinvolge i pazienti considerati a rischio per questo tumore perché presentano un aumentato rischio genetico per familiarità. La presenza di familiari stretti con tumore del pancreas infatti espone a un maggior rischio di insorgenza di malattia.
“Questi soggetti vengono seguiti in alcuni Centri che hanno aderito al programma, come Humanitas, e sono invitati a sottoporsi annualmente a una serie di esami. Se si arrivasse alla messa a punto di un esame del sangue capace di individuare precocemente la malattia, sarebbe molto più agevole, anche per questi pazienti ritenuti a rischio”.
Il lavoro di ricerca in Humanitas
Come ci racconta la dottoressa Paola Allavena, anche Humanitas è impegnata nelll’individuazione di marcatori significativi per il tumore del pancreas.
“È importante infatti fare diagnosi precoce di questo tumore, solo il 10-15% dei pazienti sono operabili, un numero molto esiguo. Una diagnosi più precoce è dunque l’obiettivo verso cui si concentrano moltissimi sforzi anche in ambito di ricerca.
Il nostro team sta conducendo un lungo lavoro, partito qualche anno fa. Sappiamo, grazie alla letteratura scientifica di base, che anche il carcinoma duttale del pancreas (la forma più pericolosa dei tumori del pancreas) presenta un modello di progressione della malattia. Le cellule duttali si trasformano e proliferano; primo responsabile di questa mutazione è l’oncogene K-Ras, conosciamo altre molecole di geni coinvolti, ma K-Ras è il primo a esprimersi”.
L’indagine proteomica
“Abbiamo dunque utilizzato alcune cellule sane pancreatiche che potessero essere coltivate in vitro e abbiamo inserito l’oncogene K-Ras, attivando così una carcinogenesi iniziale. Abbiamo poi pensato di provare a identificare quali proteine vi fossero al di fuori della cellula, perché era possibile che – se presenti in ambiente extracellulare – potessero poi ritrovarsi nel sangue ed essere così misurabili. Grazie a una sofisticata indagine proteomica, in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, abbiamo individuato diverse decine di proteine. Abbiamo poi applicato alcuni parametri di selezione e ne abbiamo scelte alcune, fino ad arrivare a una rosa di sei. Di queste, ne abbiamo validate quattro e individuate alla fine due: sono due proteine della matrice che normalmente non sono presenti nel plasma dei soggetti sani. Abbiamo infatti scoperto che queste due proteine sono più elevate nel plasma dei pazienti con tumore del pancreas”.
Il proseguimento del lavoro di ricerca
“Adesso ci concentreremo sul comparare il livello delle proteine con alcuni parametri clinici, per esempio l’aggressività del tumore e il momento in cui è stata effettuata la diagnosi, per vedere se riusciamo a ottenere ulteriori informazioni. In futuro, sarebbe interessante verificare se nei pazienti che stanno sviluppando un carcinoma del pancreas (senza che questo sia ancora evidente) vi sia già la presenza di queste proteine plasmatiche.
La collaborazione tra il mondo della ricerca e l’ambito clinico è dunque fondamentale, abbiamo bisogno l’uno dell’altro nel tentativo di trovare nuove strade a beneficio dei pazienti”, conclude la dottoressa Allavena.
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
Re: Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Salve a tutti... A mia mamma hanno appena scoperto tumore pancreas con metastasi nel fegato.Lunedì farà la biopsia per vedere se sarà possibile farle una chemio..Adesso siamo a Bari..abbiamo scoperto qui la terribile malattia...e qui ci hanno dato 3/6 mesi di vita.,.cosa mi consigliate medici... strutture..dove posso rivolgermi..
Re: Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Ciao Mara. Mi dispiace per tua mamma!!! Intanto dovreste rivolgervi a un centro specializzato Verona Peschiera ,Humanitas. L'importante è non perdere tempo!!! In bocca al lupo
Papà ti voglio bene, sei la mia vita. Ti penso ogni momento della giornata. PROTEGGIMI
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Re: Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Ciao Mara,
mi dispiace tantissimo per tua madre. Al mio compagno hanno diagnosticato la stessa cosa ad agosto. Noi abbiamo cominciato la chemio a Bari in quanto al momento non è operabile. Ti consiglio, come ti ha scritto Faby, di rivolgerti immediatamente ad un centro specializzato... per capire bene a che stadio è il tumore... Sii forte lascia stare le casistiche... ognuno di noi è diverso e risponde e reagisce in modo diverso. Non ti arrendere mai e lotta con tua madre.
mi dispiace tantissimo per tua madre. Al mio compagno hanno diagnosticato la stessa cosa ad agosto. Noi abbiamo cominciato la chemio a Bari in quanto al momento non è operabile. Ti consiglio, come ti ha scritto Faby, di rivolgerti immediatamente ad un centro specializzato... per capire bene a che stadio è il tumore... Sii forte lascia stare le casistiche... ognuno di noi è diverso e risponde e reagisce in modo diverso. Non ti arrendere mai e lotta con tua madre.
Re: Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Buon pomeriggio a tutti.. mi sono appena iscritta per condividere la mia esperienza POSITIVA in questo campo. A mio padre più di un anno fa gli hanno diagnosticato un tumore al pancreas con metastasi al fegato, dicendoci che avrebbe vissuto 3 mesi senza chemio e 5 mesi facendola. Contattando un altro bravissimo oncologo ci disse che non avevamo scelta, dovevamo iniziare subito con la chemio perché aveva una lesione molto vicino la bile e pertanto, in poco tempo poteva succedere l'inimmaginabile... Così decidiamo di iniziare questo percorso, all'inizio con tanta paura da parte nostra ma poi iniziata la chemio mio padre non ha mai avuto disturbi di chemio, se non qualche emicrania sporadica. Ad oggi, le lesioni che l'anno scorso coprivano entrambi i lobi del fegato oltre che al pancreas, si sono ridotte di tanto e molte addirittura sparite
è arrivato al 14 esimo ciclo di abraxane e gemgitabina(non ricordo il nome esatto) . Lo sta seguendo un oncologo all'ospedale di Gallipoli, molto in gamba. Abbiate fiducia nella medicina e nei bravi medici, aggiungeteci la forza(che non deve mai mancare) e procediamo sempre con il sorriso,perché quella è la medicina più efficace, credetemi. Imboccallupo a tutti.

Re: Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Grazie Sim..Mi dai un gran coraggio in un momento di sconforto totale. A mia mamma hanno diagnosticato la Stessa patologia pancreas e fegato in entrambi i lobi dandoci le stesse statistiche. Prima di cominciare la chemio abraxane e gemcitabina abbiam voluto fare un giro a Verona e Peschiera chiedeno di essere seguiti da loro con terapie da fare magari vicino casa ( Umbria). Speriamo bene
Re: Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Ciao Sim sono contenta per voi. Anche a mio padre si era dimezzato tutto sia al pancreas che al fegato. Ma mi sento di dirvi di non abbassare mai la guardia. A mio padre ancora sotto chemio il bastardo di era diffuso nello stomaco formando un'ostruzione, che nessuno riusciva a diagnosticare nonostante mio padre stava male e nel giro di un paio di mesi è stato tutto un declino. Chissà se se ne accorgevano prima di.poteva disostruire si poteva cambiare chemio. Oppure doveva semplicemente andare così. Ti ho scritto perché non voglio che per negligenza venga tolta a qualcun'altro la possibilità di provare con altro a guarire. Un forte abbraccio
Papà ti voglio bene, sei la mia vita. Ti penso ogni momento della giornata. PROTEGGIMI
Re: Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Ciao UmbiV volevo dirti che i due farmaci sono quelli effettivamente che hanno avuto più efficacia in questa patologia, ma dovrebbe essere bravo anche l'oncologo a dare la dose giusta. Ovvio che la risposta al farmaco è sempre soggettiva ma questo non significa che debba essere negativa...è questo il messaggio che voglio darvi... Non si può guarire da questa malattia(anche se per me niente è impossibile) ma si può trovare il modo per vivere quanto più a lungo possibile senza soffrire o quantomeno alleggerire la sofferenza cercando sempre motivi x sorridere e cercando di dare ai nostri cari sempre delle motivazioni x essere forti.
Sii forte.. ed abbi fiducia.. Imboccallupo
Sii forte.. ed abbi fiducia.. Imboccallupo

Re: Tumore del pancreas, individuato un possibile marcatore precoce
Ciao Faby76 mi dispiace tanto per tuo padre... a volte farci delle domande serve solo a farci star male.. sicuramente ti starà proteggendo...
ti ringrazio per il consiglio... cmq io, nonostante la positività che sinceramente non so dove l'abbia presa, continuo ad essere la sua vigilessa privata
lui sta continuando a fare la chemio, sta settimanalmente sotto controllo e non ha nessun dolore... sono consapevole che arriveranno tempi duri, ma non ci penso... ci ho pensato troppo all'inizio.. Sono convinta che arriveranno il più tardi possibile.. un abbraccio..
ti ringrazio per il consiglio... cmq io, nonostante la positività che sinceramente non so dove l'abbia presa, continuo ad essere la sua vigilessa privata

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