14 giorni dopo di te

[Mimetta]

e oggi un'altra gaffe...un amico di un amico mi chiede che lavoro faccio, tanto per chiedere qualcosa, poi mi dice che anche un suo vicino di casa probabilmente lavora dove lavoro io, mi dice il nome, non lo conosco, poi mi fa: pensa è pure vedovo a 55 anni, quasi ridacchiando con aria di superficialità. io lo gelo: cerca di avere rispetto dei vedovi, ce ne sono tanti in giro e non è il caso di riderci su! mi guarda, capisce, mi chiede scusa, e non trova nessun'altra castroneria da aggiungere, per fortuna..

[Mimetta]

ed oggi siamo al 1 dicembre. in giro ci sono mercatini, palle di natale, panettoni e tutto il resto. posso stare chiusa in casa fino almeno al 7 gennaio? posso dormire per un mese consecutivo, please?

cominciano le fatidiche domande: che fate a natale? che fate l'ultimo dell'anno? ggggrrrrrr....

i pochi amici che sono sopravvissuti con me al mio dolore, persone tutte con un loro personale fardello di dolore, iniziano ad organizzare cene allargate, con altre persone, piccole cose, magari anche con persone sole e pure sensibili. io mi bevo un bicchierino di qualcosa per avere il coraggio di non piangere al primo ciao, come ti chiami? dopo 6 mesi che mi consolano e piangono con me, perché mi hanno sopportato e supportato anche nel mese in cui mio marito era in ospedale, adesso hanno deciso che debbo fare piccoli passi nel mondo normale, nel mondo di chi ti dice ciao come ti chiami? ed io non devo dire come prima cosa: sono vedova, soffro da morire, piango tutti i giorni, non me ne importa nulla dello scintillio del natale e nemmeno di tutti voi... dicono che debbo essere gentile, non debbo aggredire le persone dicendo: perché tu sei ancora vivo e nemmeno apprezzi la fortuna che hai? cosa che ho fatto in questi mesi in cui il dolore l'ha fatta da padrone e non capivo che gli altri non hanno colpe della tua malattia..nessuno ha colpa, neanche tu..

la psi dice che devo andare avanti, che sto già andando avanti da sola nella mia vita, che vivo un'altra vita anche se non me ne accorgo, anche se dentro casa non ho toccato nulla delle tue cose, tutto è come l'hai lasciato tu un attimo prima di andare in ospedale, prima che iniziasse l'ultimo rush finale verso il nulla, anche se ho nuovi numeri di cellulare sul mio telefono ed ho conosciuto nuove persone che non ti potrò mai presentare.
mi sono iscritta alla Banca del Tempo, vediamo come me la cavo con le interazioni interpersonali, con persone nuove in cui lo scambio alla pari è l'unica merce di scambio. . non ti potrò raccontare le nuove cose che sto facendo ed ascoltare le cose nuove che hai fatto tu. mi manca il confronto con te, la tua visione sulla vita, sulle persone, il tuo buon senso. mi manchi tu.

sto facendo nuove cose, senza di te, ed ognuna di queste, che mi serve in sostanza per tentare di vivere senza di te, mi getta nel baratro nel dolore più acuto, perché so esattamente che sto facendo delle cose che con te non avrei mai fatto. oggi, domenica, una collega, con cui piango da 5 mesi mi ha invitato per un piccolo giro con un caffè e 2 chiacchiere tra amiche. ci sono andata, non ho parlato del mio dolore, ho sorriso e scherzato anche. poi ho anche trovato il mio angolo di pianto perché mi sembra tutto vuoto. perché ti cerco nei volti delle altre persone e non ti trovo. ti cerco, ti cerco ancora, non ho ancora realizzato che non ti rivedrò più. debbo venire al cimitero per stare con quello che resta del tuo povero corpo martoriato dalla malattia.
mi sembro uno zombi, eppure non parlo solo di morte, dolore, sofferenza, tumore e dolore e lacrime e mancanza e vuoto, cose sulle quali potrei tenere un simposio. oggi che è la giornata mondiale di lotta all'AIDS sono stata anche ad un evento/sfilata...dolore altro dolore, persone che lottano.. tutti lottano, o almeno ci provano...

che voglio dire? che mi sento in colpa per essere ancora viva, per essere io quella viva tra noi due, quella che va in giro a fare cose di cui non mi importa, perché nulla mi porta a te. eppure sono viva, respiro, ma non c'è nulla che mi importi di questa vita in cui non ci sei tu. eppure sono viva.

ed aggiungo pure una cosa letta in rete scritta da una giovane donna vedova da qualche anno:"SIAMO SOLE, cercate di capirlo subito... cercate di farvi pian piano un nuovo ambiente, e non vi fare vedere disperate.. cercate di essere in gamba, e siate fiere di voi stesse."

[Claudia77]

Io ti cerco. Cerco le tue parole. Aspetto che tu scriva per riprendermi...per tirarmi su. Sai scrivere come una poetessa. Hai delle parole magiche che descrivono esattamente il nostro stato di animo. Perdere l'amore sulla terra. Perdere chi si ama.. Sia un marito o un padre o una madre. Perdere l'amore puro. Apro il forum sperando di leggerti. Non me ne vogliano gli altri ma tu sei di una chiarezza e lucidità senza pari. Ci tocca andare avanti... Io oltre al lutto ho perso anche persone vive che mi hanno deluso molto. Ho appena pianto mentre i miei familiari hanno addobbato la casa per natale. Che ne sanno loro.... Che ne sanno

[Mimetta]

buonasera Claudia77, noi siamo le anime dolenti, quelle che non trovano pace, quelle che nessuno le potrà mai abbracciare di nuovo come ci abbracciava chi abbiamo perso...abbiamo lo stesso dolore eppure diverso..io mi trovo in sintonia con alcune persone nuove, e scopro poi che hanno perso un fratello di 24 anni, o una mamma ed un papà a distanza di 6 mesi quando di anni ne avevano appena 18. le anime dolenti si riconoscono perché hanno una sensibilità di animo legata ai dolori che hanno vissuto e che li hanno segnati per sempre.
io scrivo quello che sento, e tu senti che quello che scrivo è vero perché è il tuo stesso dolore.

[Ipomea]

“”che voglio dire? che mi sento in colpa per essere ancora viva, per essere io quella viva tra noi due, quella che va in giro a fare cose di cui non mi importa, perché nulla mi porta a te. eppure sono viva, respiro, ma non c'è nulla che mi importi di questa vita in cui non ci sei tu. eppure sono viva.” Cara Mimetta, hai espresso pienamente anche il mio stato d’animo. Il senso di colpa per essere ancora qui, per aver assistito inermi a delle sofferenze atroci ed avere nonostante tutto ancora un istinto di sopravvivenza è un peso tremendo da portarsi addosso... Il voler reagire, ma allo stesso tempo non volerlo...è come essere in un purgatorio e l’unica persona con cui vorrei condividere tutto questo non c è più...

[Mimetta]

ciao ipomea, a volte mi sento molto sola, come se mi avesse abbandonata volutamente, anche se so che non è vero. altre volte mi sento accompagnata nelle piccole scelte quotidiane, come se fosse accanto a me. mi sento che mi parla nell'orecchio, che mi dice dai su fai un piccolo passettino, non piangere.
ho provato a cambiare delle cose nella routine quotidiana, tipo fare una strada diversa, andare in un supermercato diverso, mangiare cose diverse quando sono a casa da sola, cioè la maggior parte delle volte. ma non funziona. il dolore lo sento lo stesso. e quindi convivo con la sua assenza, a volte ci litigo, a volte lo amo ancora di più per le cose belle che abbiamo fatto insieme e per l'amore di cui ha riempito la mia vita e la cura che ha sempre avuto per me, in una sorta di pazzia personale che nemmeno racconto perché tanto chi può comprendere, a parte i dolenti?

ieri parlavo con mia suocera e mi diceva che lui era molto preoccupato di dovermi lasciare da sola, anche se a me non ne ha mai parlato apertamente, se non gli ultimi 2 gg. io soffrivo in silenzio e lui soffriva in silenzio, ed il dolore vero è che chiunque tra noi due fosse partito per primo, in ogni caso il dolore sarebbe stato abissale per entrambi, mia suocera mi dice sempre che lei soffre più per me, che per suo figlio.... strano modo di pensare per una madre, ma lo racconto perchè anche questo è la vita.

[Mimetta]

il problema non è che mi mancherai il giorno di Natale o l'ultimo dell'Anno. Natale passerà, da sola piangendo, ed il 31 anche.
Lo dico perché tutti mi chiedono: poverina come passerai le feste, giorni in cui tutti banchettiamo e brindiamo?

il dramma è che mi manchi tutti i giorni, nonostante il lavoro che sto facendo su di me e nonostante io tenti di non stare troppo da sola.
mi sento sola anche in mezzo a 10 persone, perché tu non ci sei. mi manchi ogni istante, e non perché siamo a Natale..

[Ipomea]

Cara Mimetta, è il giorno di Natale e sono in treno. Tento di scappare da qualcosa che purtroppo mi perseguita. Sono in treno e leggo i nostri messaggi: mi chiudo nella mia bolla di ricordi, l’unico luogo dove riesco a sentirmi ancora felice, anche se il ritorno alla realtà è come uno schiaffo in pieno volto. Anche il mio lui era preoccupato di dovermi lasciare sola, anche a me l’hanno detto i miei suoceri. Io ho sentimenti contrastanti verso di lui: sono consapevole che è il dolore, che è subdolo e annebbia la vista, ma è comunque difficile sentirsi in pace con se stessi. Dolore che si aggiunge al dolore. Si arriva a chiedersi per cosa valga la pena vivere, quale sia lo scopo. Il senso è portare avanti lui nel ricordo, la vita che lui non ha potuto vivere? Può questo dare un qualche senso, fare una differenza? Onestamente non lo so...
Per ora spero che passino presto queste giornate. So che non soffrirò meno i prossimi giorni, ma il Natale è il tempo della famiglia e il pensiero che la mia famiglia sia sotto due metri di terra per me è angosciante.
So che non c è niente che possa farti stare meglio, ma ricordati che non sei sola (per fortuna o purtroppo) in questo dolore. Venire qui e condividere a me dà sempre un po’ di conforto. Ti abbraccio.

[Mimetta]

" Si arriva a chiedersi per cosa valga la pena vivere, quale sia lo scopo. Il senso è portare avanti lui nel ricordo, la vita che lui non ha potuto vivere? Può questo dare un qualche senso, fare una differenza? Onestamente non lo so..." Ipomea, noi non possiamo vivere la loro vita, non sarebbe nemmeno giusto. possiamo però tentare di fare una vita ricca di amore, dell'amore che abbiamo vissuto con loro e tentare di redistribuirlo. siamo delle persone migliori perché il loro Amore ha curato le nostre ferite e ci ha dato gioia e ricchezza d'animo. ma dobbiamo vivere la nostra vita, nel modo migliore possibile se possibile. noi possiamo redistribuire l'Amore che abbiamo ricevuto, che abbiamo vissuto. possiamo rispettare la loro memoria, raccontare aneddoti divertenti su di loro, tenere in vita abitudini e ricorrenze, onorarli, fare donazioni "in loving memory", organizzare raccolte fondi per la ricerca, tutte cose che personalmente sto facendo e che mi aiutano a focalizzare il dolore per la sua perdita. e sono tutte cose che parlano di lui. ma è il mio modo di vivere, nel tentativo di tenere viva la memoria, perché questo mi fa bene.

oggi ho deciso di distogliere il mio tempo dagli inviti che sono arrivati e che non avevo nessuna voglia di accettare. ho fatto una cosa diversa. sono andata ospite da una giovane coppia di amici con una bimba di 20 mesi ed una bimba in arrivo. il parto è previsto tra una settimana, ma oggi ad un certo punto le sono iniziate le contrazioni, sembrava dovesse correre in ospedale. io sarei rimasta a casa con la bimba ad attendere i nonni che erano a pranzo altrove. in tutto ciò ho visto come la vita vada avanti, in modo indipendente da tutto. questa coppia mi ha accolto a casa sua per consolare le mie inconsolabili pene. abbiamo chiacchierato con il cuore in mano, come si fa tra la vita e la morte, quando il confine è labile.
è stata una buona giornata, ci siamo scambiati amore e sincerità. io ho redistribuito una parte dell'Amore che ho ricevuto, e loro mi hanno donato la gioia di vedere la vita che rinasce.

[Ipomea]

cara Mimetta, sí, intendevo portare avanti il loro ricordo nelle nostre vite. Celebrare la vita come hai fatto tu con i tuoi amici mi sembra bellissimo. Io ammetto che specialmente in questi giorni mi riesce molto difficile non lasciarmi assorbire dal dolore, mi riesce difficile gioire con gli altri... il confronto con ciò che ho perso è troppo stridente. Non vorrei che il dolore mi trasformasse in un mostro, ma in questo momento sono molto provata.