Ciao Eleonora,eleonora75 ha scritto: ↑mar 29 dic 2020, 17:39 Buonasera,
mi chiamo Eleonora e da un anno ormai seguo mia mamma nel suo percorso ad ostacoli.
A dicembre del 2019 le è stato diagnosticato un adenocarcinoma al polmone, stadio III, non operabile. Ha fatto cicli di radioterapia e chemioterapia per un mese e mezzo, giornalmente. In pieno lockdown l'ho accompagnata tutti i giorni in ospedale per le terapie. Tutto sommato, fino ad agosto, è stata relativamente bene. Ha condotto una vita normale, nonostante le cure. Purtroppo dalla tac di controllo di fine agosto sono emerse diverse metastasi all'encefalo. Ripresa quindi della radioterapia encefalica per 10 sedute. L'ultima tac ha evidenziato una riduzione delle metastasi cerebrali e il tumore primario fermo. Sembravano buone notizie, non fosse che mia mamma vive, da almeno due mesi, in una condizione di confusione mentale, torpore, rallentamento cognitivo che non le consentono più di essere autosufficiente. Oltre a una difficoltà importante nel camminare. Io, figlia unica, mi sono trasferita da lei sfruttando la situazione Covid19 che mi permette di lavorare in smartworking. E' molto dura emotivamente e psicologicamente accettare la condizione di mia mamma. Non riconoscerla più. Sapere che, come mi hanno detto i medici, l'aspettativa di vita è di qualche mese.
Davanti a lei sorrido, la coccolo, mi faccio vedere energica e positiva..ma dentro mi sento un vuoto pazzesco.
Ecco. Ho raccontato brevemente la mia situazione. Mi farebbe piacere poter scambiare esperienze e sensazioni con chi come me sta vivendo questa durissima prova di vita.
Buona serata
Eleonora
capisco fin troppo bene come ti senti. Ho perso la mia mamma 5 mesi fa, per un cancro diverso da quello della tua, ma comunque devastante. La mia mamma ha lottato per poco più di un anno e mezzo, consapevole al 100% della sua malattia il che, ad oggi, non so se è un bene o un male, l'unica cosa di cui sono certa è che anche volendo nasconderle la verità non sarebbe stato possibile con lei. Anzi è lei che ha cercato di "proteggere" noi figli il più possibile, senza però mentire.
Il cancro è una malattia che toglie tante cose, sia al malato che ai suoi cari. Ricordo ancora, quando, a gennaio 2018, hanno diagnosticato la malattia a mia madre, che la cosa che mi terrorizzava di più era la fase terminale. L'idea di perderla mi faceva malissimo, ma il vero e proprio terrore ce l'avevo pensando a quando saremmo arrivati alla fase terminale. Perché nonostante ci fosse qualche speranza, nonostante mia madre fosse stata dichiarata operabile per ben due volte, nonostante io pregassi (non Dio perché non ci credo) che sarebbe sopravvissuta, io sapevo come sarebbe andata a finire e che alla fine era solo questione di tempo. Era una consapevolezza credo inconscia, ma che in parte mi ha fatto arrivare alla fine preparata, per quanto si possa essere preparati a perdere la madre a 29 anni.
La fase terminale vera e propria di mia mamma è durata relativamente poco (dopo che l'ultimo tentativo disperato con la chemio ha fallito), circa un mese. Lei era lucida ma con tanti dolori, mai completamente controllati dagli antidolorifici, che le facevano gridare aiuto e nemmeno io riuscivo a riconoscerla. Non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico, è un qualcosa che non si può nemmeno spiegare a parole.
Hai detto proprio bene, è versamente una durissima prova di vita. Chi perde un genitore di cancro, non si ritrova solo a dover elaborare un lutto così importante, ma deve anche elaborare tutta la sofferenza del prima della morte, che, almeno nel mio caso, è stata molto più dolorosa della morte in sè. Non mi vergogno a dire che tra le varie emozioni e sensazioni da me provate quando mamma è morta c'era il sollievo. Quella che io ho sempre considerato la classica frase fatta di circostanza "ha smesso di soffrire", ho scoperto che, almeno nel caso di mia mamma (ma anche per mio nonno) era vera. Chi non ci è mai passato, potrebbe giudicare male ma quando vedi tua madre soffrire giorno dopo giorno, sempre di più, senza nessuna prospettiva ne di guarigione ma nemmeno di miglioramento, penso che chiunque si augurerebbe di morire.
Tutto questo per dirti che ti capisco e che se hai bisogno di sfogarti con qualcuno che ti capisce, io ci sono.
Ti abbraccio virtualmente,
Valentina