Lati ha scritto: gio 30 gen 2025, 20:05
Buonasera… purtroppo anche noi ci troviamo quasi alla fine
voglio raccontarvi la storia di mio padre, un uomo che ha sempre affrontato la vita con forza e determinazione, ma che oggi si trova a combattere la sua battaglia più dura.
Tutto è iniziato a febbraio 2023, quando a mio padre è stato diagnosticato un tumore neuroendocrino alla vescica di grado G3, trattato con sola TURV (resezione endoscopica). Sembrava che la situazione fosse sotto controllo, ma poco dopo, a marzo 2023, è arrivata una seconda diagnosi devastante: adenocarcinoma polmonare con metastasi ossee.
Da quel momento è iniziato un lungo percorso di chemioterapia e immunoterapia. Quest’ultima, però, lo ha devastato, causandogli una rettocolite ulcerosa intorno a maggio 2023, una complicanza severa che ha richiesto una terapia specifica. Ha affrontato ogni effetto collaterale con determinazione, sperando che le cure potessero dargli ancora tempo.
Ha seguito con costanza i protocolli di prima e seconda linea, ma con il passare dei mesi la malattia ha continuato a progredire.
A luglio 2024, per la comparsa di metastasi epatiche, è stato avviato un nuovo trattamento con Docetaxel, nella speranza di rallentare ulteriormente la progressione della malattia. Purtroppo, nonostante questa nuova linea di terapia, il quadro clinico ha continuato a peggiorare.
A novembre 2024, le condizioni generali e gli esami hanno portato i medici a sospendere qualsiasi terapia attiva, ritenendo che i benefici non superassero più gli effetti negativi del trattamento. È stato un momento difficilissimo, perché mio padre non si sentiva affatto un malato terminale e ha sempre creduto di poter continuare a combattere.
A gennaio 2025, si è deciso di provare nuovamente la Vinorelbina, questa volta con scopo esclusivamente palliativo, per cercare di contenere ancora per un po’ la malattia senza effetti tossici eccessivi. Tuttavia, il giorno stesso della prima somministrazione, la situazione è precipitata: febbre altissima, tremori, cianosi e svenimento improvviso. Lo abbiamo portato d’urgenza in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una polmonite batterica, ma dentro di me continuo a chiedermi se possa essere stata una reazione al farmaco.
Da quel momento è stato ricoverato e sottoposto a terapia antibiotica. I medici hanno stabilito che ormai le cure devono essere solo palliative, mirate al controllo dei sintomi e della qualità della vita. Gli hanno applicato un cerotto di Fentanil per il controllo del dolore e ci hanno parlato chiaramente della prognosi: solo poche settimane di vita.
In tutto questo, un’altra recidiva tumorale si è presentata alla vescica, con una nuova formazione di 2,2 cm, confermando che la malattia sta avanzando su più fronti.
Ma il Fentanil ha un effetto collaterale devastante: lo rende brillante, euforico, quasi iperattivo, tanto che, vedendolo, sembra impossibile che abbia una diagnosi così grave. È una cosa che mi manda fuori di testa perché a tratti è insopportabile vederlo così vivace, sapendo che ha così poco tempo davanti.
Mi sono confrontata con tutti i medici che lo hanno in cura:
• Il primario di oncologia dell’ospedale in cui è seguito
• Il primario di medicina generale dove è stato ricoverato
• Il suo medico di base
• Un altro primario di oncologia toracica dello IEO
Tutti, senza eccezioni, confermano la stessa prognosi.
Eppure, se lo guardo, non sembra un uomo alla fine della sua vita. Cammina, parla, mangia, scherza. A volte penso che abbiano sbagliato tutto, perché il suo aspetto non riflette i numeri degli esami e delle immagini diagnostiche. È questo che mi manda in confusione e rende tutto ancora più difficile da accettare.
Adesso il mio unico pensiero è fare in modo che possa stare il meglio possibile, che sia seguito a casa con le cure domiciliari e che abbia tutto il supporto necessario. Sto cercando di affrontare questa situazione nel modo più razionale possibile, ma dentro di me sento che sto crollando. Non posso fermare l’inevitabile, ma mi terrorizza sapere che sta per accadere.lui sa quanto sia avanzata la malattia ma del tempo stimato ho voluto non dicessero nulla.
Ho deciso di iscrivermi qui per cercare conforto, per parlare con chi sta vivendo o ha vissuto esperienze simili, per non sentirmi sola in questo dolore che mi sta logorando.
Grazie a chi vorrà leggere la nostra storia e condividere un pensiero.sono figlia unica con due ragazzi in adolescenza… e’ tutto estremamente difficile e sono veramente stanca