È arrivata la fine

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Enri
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Re: È arrivata la fine

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robifg86 ha scritto: mar 28 gen 2025, 23:30 Ciao enri mi dispiace tanto… noi ci siamo passati con mio padre quest’estate. L’unica cosa è che noi non gli abbiamo detto che stava morendo. L’abbiamo portato all’Hospice dopo un mese e mezzo che era in ospedale ricoverato dove vomitava ogni santo giorno e cercavano la causa alla fine hanno trovato delle metastasi ossee. Noi non ci siamo sentite di portarlo a casa perché ormai i dolori erano troppo forti e lui non ce la faceva più è stato una settimana all’hospice. Scelta che rifarei siamo potuti stare con lui h 24 e gli ultimi 4 gg i più duri di sedazione profonda con il respiro che ogni giorno diventava sempre più rumoroso e pesante, ha potuto non soffrire perché l’hanno accompagnato piano piano. Quello che ti posso dire è che dovete vedere voi cosa preferite fare, è tutto molto soggettivo. Capisco che a casa sia diverso ma qua da me in Sardegna attivare la assistenza a domicilio è molto difficile e lunga e noi non avevamo più tempo. Goditi questi ultimi momenti con lei io ci ripenso sempre e quel tempo mi sembra lentissimo ora mi sembra sia volato. Mio padre è morto 4 mesi fa ma sembra passato molto più tempo. Ti abbraccio forte
Anche io vivo in Sardegna, e aggiungerei purtroppo a questo punto.
Per la cronaca mio padre era ricoverato in una casa di cura, per tutt'altra malattia, ed è morto lì, noi siamo stati avvisati per telefono...non sono una "fanatica del farli morire a casa", ogni caso è a sé credo...
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Re: È arrivata la fine

Messaggio da Enri »

LaMarinin81 ha scritto: mer 29 gen 2025, 22:55 Ciao Enri,
mio padre è morto a casa seguito dalle cure palliative (che non sono state un grande aiuto onestamente). però lui è stato molto male solo negli ultimi 3 giorni, quando non riusciva più ad alzarsi dal letto. quei tre giorni per mia madre e me sono stati di una fatica (mentale soprattutto) tremenda...e per quanto non volessimo portarlo all'hospice, eravamo pronti a portarlo. poi la situazione è peggiorata all'improvviso una mattina e si è passati alla sedazione profonda. a posteriori penso che per mio padre sia stato meglio restare a casa; anche se per mamma e me è stato un massacro. però sono contenta sia morto a casa nel suo letto.
mio papà sapeva che stava morendo,ma non ha mai smesso di vivere un giorno solo...e mai ha smesso di sperare di poter stare meglio.
Non ho consigli da darti, tu conosci tua madre e te stessa.


È normale sentirsi soli e spaesati, è normale non sapere cosa fare, è normale fare quello che "capita". i consigli altrui non sempre sono giusti per noi.

fisicamente sei sola, ma non lo sei perché qui sei circondata da persone che ci sono passate e capiscono tutto il tuo dolore e il tuo smarrimento.

Lamarinin
Grazie per il tuo messaggio...credo che mia mamma sappia che sta morendo..forse non domani...ma insomma che non si riprenderà... ma lei non vive più come prima già da tanto, non solo per in problemi fisici, ma proprio psicologici credo...e anche io avevo già da tempo delle sensazioni...l'anno scorso facevo un saggio di flamenco e ci tenevo tantissimo che mia mamma venisse a vedermi perché pensavo "magari potrebbe essere l'ultimo anno che mi può vedere" e non c'era ancora nessuna diagnosi di tumore, anzi era "sana"...boh forse alcune cose si percrpiscono a livello inconscio solo che non le riusciamo ad accettare...
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Re: È arrivata la fine

Messaggio da Luna86 »

Enri da un lato è meglio che venga ricoverata in una clinica in modo da alleviare i dolori causati dalla colecistite..problema che ebbe anche mia madre quando scoprimmo il suo tumore..
Questa cosa dei medici che restano sorpresi anche ci capitò, inizio però a chiedermi com'è che non se lo aspettino mai... è un po' come se anche loro volessero evitare di parlare di fine, come se fosse un discorso da evitare e questo è l'unico punto che mi ha lasciata un po' basita della nostra esperienza. Sappiamo benissimo che queste cose accadono e mia mamma era la prima a dire che non le restava molto, io nello shock tentavo di capire cosa si potesse fare. I medici hanno iniziato dicendo " qualsiasi cosa sia la cureremo" poi "non si può operare, ma si può cronicizzare", io che mi informavo costantemente e sapevo l'aggressività di tale malattia, vedevo mia mamma stare male mentre sentivo loro parlare così, mi chiedevo come mai, cosa non capivo? L'unica realista è stata la dottoressa dell'hospice quando ci disse con molta onestà che si trattava di pochi giorni e così fu. Meglio una amara verità che una dolce bugia in questi casi (per noi famigliari). Parlare di morte fa paura ormai l'ho capito.
Per quanto riguarda la tua sensazione che fosse l'ultimo anno che poteva vedere il tuo saggio...l'anno precedente ero lontana alcuni mesi per volontariato e non sapevo se tornare per il natale..lei ci teneva tanto e mi disse "se fosse l'ultimo?" e perciò decisi di rientrare perché ho pensato molto a quella frase anche se era ben lontana dalla diagnosi..
Ti abbraccio, aggiornaci
Tu, come una Dea Guerriera hai fronteggiato tutte le avversità a testa alta, senza chiedere, senza supplicare, senza pregare. Sei la mia musa, sei e sarai in eterno il mio inizio e la mia fine, perché è a te che per tutto sono grata.
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Re: È arrivata la fine

Messaggio da biancabi »

Ciao Enri, mi dispiace molto per te e per la tua mamma, ogni situazione è differente e sai sicuramente valutare cosa è meglio per la vostra famiglia e cosa sia opportuno dirle. Anche mio papà è peggiorato in modo molto rapido e i medici non se lo aspettavano, l'idea che mi sono fatta è che la medicina arriva fino a un certo punto, dopo di che ogni organismo reagisce in modo diverso.
Mi stupisce che molti dei vostri cari non abbiano consapevolezza della situazione medica perché invece nel nostro caso da subito i medici hanno ritenuto importante interfacciarsi con mio padre e dire a lui la diagnosi, sostenendo che fosse suo diritto sapere cosa stava succedendo, ci sarà una prassi diversa a seconda degli ospedali? O avete fatto voi richiesta di non parlargliene?
A posteriori comunque io credo che siano momenti in cui si tira fuori una forza incredibile, io ho scoperto risorse che non credevo di avere, e per quanto fisicamente e psicologicamente sia stato durissimo sono contenta di aver fatto tutto il possibile per stargli vicino e accompagnarlo tra visite, ecc... e per la persona malata la presenza è tutto, ci sentiamo impotenti, ma il fatto di esserci per loro è davvero un aiuto importantissimo.
Non so se avete una rete di sostegno, anche a livello familiare, ma cerca di farti aiutare e non portare da sola il peso di questa situazione, ti mando un abbraccio.
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Re: È arrivata la fine

Messaggio da Enri »

Luna86 ha scritto: gio 30 gen 2025, 8:40 Enri da un lato è meglio che venga ricoverata in una clinica in modo da alleviare i dolori causati dalla colecistite..problema che ebbe anche mia madre quando scoprimmo il suo tumore..
Questa cosa dei medici che restano sorpresi anche ci capitò, inizio però a chiedermi com'è che non se lo aspettino mai... è un po' come se anche loro volessero evitare di parlare di fine, come se fosse un discorso da evitare e questo è l'unico punto che mi ha lasciata un po' basita della nostra esperienza. Sappiamo benissimo che queste cose accadono e mia mamma era la prima a dire che non le restava molto, io nello shock tentavo di capire cosa si potesse fare. I medici hanno iniziato dicendo " qualsiasi cosa sia la cureremo" poi "non si può operare, ma si può cronicizzare", io che mi informavo costantemente e sapevo l'aggressività di tale malattia, vedevo mia mamma stare male mentre sentivo loro parlare così, mi chiedevo come mai, cosa non capivo? L'unica realista è stata la dottoressa dell'hospice quando ci disse con molta onestà che si trattava di pochi giorni e così fu. Meglio una amara verità che una dolce bugia in questi casi (per noi famigliari). Parlare di morte fa paura ormai l'ho capito.
Per quanto riguarda la tua sensazione che fosse l'ultimo anno che poteva vedere il tuo saggio...l'anno precedente ero lontana alcuni mesi per volontariato e non sapevo se tornare per il natale..lei ci teneva tanto e mi disse "se fosse l'ultimo?" e perciò decisi di rientrare perché ho pensato molto a quella frase anche se era ben lontana dalla diagnosi..
Ti abbraccio, aggiornaci
Io credo che gli oncologi si basino sui dati, analisi, referti. Come obiettivo c'è la cura o la cronicizzazione, hanno una mente più per essere "attivi". I medici delle cure palliative vedono solo la morte, non perché siano pessimisti, hanno a che fare solo con pazienti terminali. Se fosse per questa dottoressa da strapazzo mia mamma aveva pochi giorni già a novembre. Gli aggravamenti ci possono essere, ma non esiste fare morire di fame una persona. Se un paziente può avere 1 mese di vita minimamente decente perché farla durare 1 settimana? Io ho visto mio padre morire, era giorni e giorni a letto, non apriva neanche gli occhi..non si muoveva nel letto...non è esattamente la stessa cosa. Fortunatamente per ora i dolori causati dal tumore di mia mamma non sono fortissimi, anche perché questa dottoressa le ha prescritto comunque solo tachipirina 500, che è un farmaco che non richiede neanche la ricetta, io anche solo per i miei problemi di fibromialgia prendo un medicinale che è tachipirina + ossicodone. Quindi di cosa stiamo parlando? Placare dolori con la tachipirina?
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Re: È arrivata la fine

Messaggio da Enri »

biancabi ha scritto: gio 30 gen 2025, 9:32 Ciao Enri, mi dispiace molto per te e per la tua mamma, ogni situazione è differente e sai sicuramente valutare cosa è meglio per la vostra famiglia e cosa sia opportuno dirle. Anche mio papà è peggiorato in modo molto rapido e i medici non se lo aspettavano, l'idea che mi sono fatta è che la medicina arriva fino a un certo punto, dopo di che ogni organismo reagisce in modo diverso.
Mi stupisce che molti dei vostri cari non abbiano consapevolezza della situazione medica perché invece nel nostro caso da subito i medici hanno ritenuto importante interfacciarsi con mio padre e dire a lui la diagnosi, sostenendo che fosse suo diritto sapere cosa stava succedendo, ci sarà una prassi diversa a seconda degli ospedali? O avete fatto voi richiesta di non parlargliene?
A posteriori comunque io credo che siano momenti in cui si tira fuori una forza incredibile, io ho scoperto risorse che non credevo di avere, e per quanto fisicamente e psicologicamente sia stato durissimo sono contenta di aver fatto tutto il possibile per stargli vicino e accompagnarlo tra visite, ecc... e per la persona malata la presenza è tutto, ci sentiamo impotenti, ma il fatto di esserci per loro è davvero un aiuto importantissimo.
Non so se avete una rete di sostegno, anche a livello familiare, ma cerca di farti aiutare e non portare da sola il peso di questa situazione, ti mando un abbraccio.

purtroppo io oltre al tumore di mia mamma devo convivere con la schizofrenia di mia sorella, infatti sono abbastanza sola, forse anche per questo mi ritrovo spesso a scrivere qui...in realtà la gravità della malattia al momento della diagnosi non l'hanno detta neanche a noi, non si è mai parlato di mesi ecc. Io però poi cercando su internet ho capito. Purtroppo qui la sanità fa schifo e se non mi fossi data da fare attivandomi il più possibile forse mia mamma non sarebbe arrivata neanche qui. Non voglio accanimento terapeutico, ma voglio fare tutto il possibile per lei, perché so per certo che lei l'avrebbe fatto per me
Lati
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Re: È arrivata la fine

Messaggio da Lati »

Buonasera… purtroppo anche noi ci troviamo quasi alla fine
voglio raccontarvi la storia di mio padre, un uomo che ha sempre affrontato la vita con forza e determinazione, ma che oggi si trova a combattere la sua battaglia più dura.

Tutto è iniziato a febbraio 2023, quando a mio padre è stato diagnosticato un tumore neuroendocrino alla vescica di grado G3, trattato con sola TURV (resezione endoscopica). Sembrava che la situazione fosse sotto controllo, ma poco dopo, a marzo 2023, è arrivata una seconda diagnosi devastante: adenocarcinoma polmonare con metastasi ossee.

Da quel momento è iniziato un lungo percorso di chemioterapia e immunoterapia. Quest’ultima, però, lo ha devastato, causandogli una rettocolite ulcerosa intorno a maggio 2023, una complicanza severa che ha richiesto una terapia specifica. Ha affrontato ogni effetto collaterale con determinazione, sperando che le cure potessero dargli ancora tempo.

Ha seguito con costanza i protocolli di prima e seconda linea, ma con il passare dei mesi la malattia ha continuato a progredire.

A luglio 2024, per la comparsa di metastasi epatiche, è stato avviato un nuovo trattamento con Docetaxel, nella speranza di rallentare ulteriormente la progressione della malattia. Purtroppo, nonostante questa nuova linea di terapia, il quadro clinico ha continuato a peggiorare.

A novembre 2024, le condizioni generali e gli esami hanno portato i medici a sospendere qualsiasi terapia attiva, ritenendo che i benefici non superassero più gli effetti negativi del trattamento. È stato un momento difficilissimo, perché mio padre non si sentiva affatto un malato terminale e ha sempre creduto di poter continuare a combattere.

A gennaio 2025, si è deciso di provare nuovamente la Vinorelbina, questa volta con scopo esclusivamente palliativo, per cercare di contenere ancora per un po’ la malattia senza effetti tossici eccessivi. Tuttavia, il giorno stesso della prima somministrazione, la situazione è precipitata: febbre altissima, tremori, cianosi e svenimento improvviso. Lo abbiamo portato d’urgenza in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una polmonite batterica, ma dentro di me continuo a chiedermi se possa essere stata una reazione al farmaco.

Da quel momento è stato ricoverato e sottoposto a terapia antibiotica. I medici hanno stabilito che ormai le cure devono essere solo palliative, mirate al controllo dei sintomi e della qualità della vita. Gli hanno applicato un cerotto di Fentanil per il controllo del dolore e ci hanno parlato chiaramente della prognosi: solo poche settimane di vita.

In tutto questo, un’altra recidiva tumorale si è presentata alla vescica, con una nuova formazione di 2,2 cm, confermando che la malattia sta avanzando su più fronti.

Ma il Fentanil ha un effetto collaterale devastante: lo rende brillante, euforico, quasi iperattivo, tanto che, vedendolo, sembra impossibile che abbia una diagnosi così grave. È una cosa che mi manda fuori di testa perché a tratti è insopportabile vederlo così vivace, sapendo che ha così poco tempo davanti.

Mi sono confrontata con tutti i medici che lo hanno in cura:

• Il primario di oncologia dell’ospedale in cui è seguito
• Il primario di medicina generale dove è stato ricoverato
• Il suo medico di base
• Un altro primario di oncologia toracica dello IEO

Tutti, senza eccezioni, confermano la stessa prognosi.

Eppure, se lo guardo, non sembra un uomo alla fine della sua vita. Cammina, parla, mangia, scherza. A volte penso che abbiano sbagliato tutto, perché il suo aspetto non riflette i numeri degli esami e delle immagini diagnostiche. È questo che mi manda in confusione e rende tutto ancora più difficile da accettare.

Adesso il mio unico pensiero è fare in modo che possa stare il meglio possibile, che sia seguito a casa con le cure domiciliari e che abbia tutto il supporto necessario. Sto cercando di affrontare questa situazione nel modo più razionale possibile, ma dentro di me sento che sto crollando. Non posso fermare l’inevitabile, ma mi terrorizza sapere che sta per accadere.lui sa quanto sia avanzata la malattia ma del tempo stimato ho voluto non dicessero nulla.

Ho deciso di iscrivermi qui per cercare conforto, per parlare con chi sta vivendo o ha vissuto esperienze simili, per non sentirmi sola in questo dolore che mi sta logorando.

Grazie a chi vorrà leggere la nostra storia e condividere un pensiero.sono figlia unica con due ragazzi in adolescenza… e’ tutto estremamente difficile e sono veramente stanca
Lati
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Re: È arrivata la fine

Messaggio da Lati »

Buonasera… purtroppo anche noi ci troviamo quasi alla fine
voglio raccontarvi la storia di mio padre, un uomo che ha sempre affrontato la vita con forza e determinazione, ma che oggi si trova a combattere la sua battaglia più dura.

Tutto è iniziato a febbraio 2023, quando a mio padre è stato diagnosticato un tumore neuroendocrino alla vescica di grado G3, trattato con sola TURV (resezione endoscopica). Sembrava che la situazione fosse sotto controllo, ma poco dopo, a marzo 2023, è arrivata una seconda diagnosi devastante: adenocarcinoma polmonare con metastasi ossee.

Da quel momento è iniziato un lungo percorso di chemioterapia e immunoterapia. Quest’ultima, però, lo ha devastato, causandogli una rettocolite ulcerosa intorno a maggio 2023, una complicanza severa che ha richiesto una terapia specifica. Ha affrontato ogni effetto collaterale con determinazione, sperando che le cure potessero dargli ancora tempo.

Ha seguito con costanza i protocolli di prima e seconda linea, ma con il passare dei mesi la malattia ha continuato a progredire.

A luglio 2024, per la comparsa di metastasi epatiche, è stato avviato un nuovo trattamento con Docetaxel, nella speranza di rallentare ulteriormente la progressione della malattia. Purtroppo, nonostante questa nuova linea di terapia, il quadro clinico ha continuato a peggiorare.

A novembre 2024, le condizioni generali e gli esami hanno portato i medici a sospendere qualsiasi terapia attiva, ritenendo che i benefici non superassero più gli effetti negativi del trattamento. È stato un momento difficilissimo, perché mio padre non si sentiva affatto un malato terminale e ha sempre creduto di poter continuare a combattere.

A gennaio 2025, si è deciso di provare nuovamente la Vinorelbina, questa volta con scopo esclusivamente palliativo, per cercare di contenere ancora per un po’ la malattia senza effetti tossici eccessivi. Tuttavia, il giorno stesso della prima somministrazione, la situazione è precipitata: febbre altissima, tremori, cianosi e svenimento improvviso. Lo abbiamo portato d’urgenza in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una polmonite batterica, ma dentro di me continuo a chiedermi se possa essere stata una reazione al farmaco.

Da quel momento è stato ricoverato e sottoposto a terapia antibiotica. I medici hanno stabilito che ormai le cure devono essere solo palliative, mirate al controllo dei sintomi e della qualità della vita. Gli hanno applicato un cerotto di Fentanil per il controllo del dolore e ci hanno parlato chiaramente della prognosi: solo poche settimane di vita.

In tutto questo, un’altra recidiva tumorale si è presentata alla vescica, con una nuova formazione di 2,2 cm, confermando che la malattia sta avanzando su più fronti.

Ma il Fentanil ha un effetto collaterale devastante: lo rende brillante, euforico, quasi iperattivo, tanto che, vedendolo, sembra impossibile che abbia una diagnosi così grave. È una cosa che mi manda fuori di testa perché a tratti è insopportabile vederlo così vivace, sapendo che ha così poco tempo davanti.

Mi sono confrontata con tutti i medici che lo hanno in cura:

• Il primario di oncologia dell’ospedale in cui è seguito
• Il primario di medicina generale dove è stato ricoverato
• Il suo medico di base
• Un altro primario di oncologia toracica dello IEO

Tutti, senza eccezioni, confermano la stessa prognosi.

Eppure, se lo guardo, non sembra un uomo alla fine della sua vita. Cammina, parla, mangia, scherza. A volte penso che abbiano sbagliato tutto, perché il suo aspetto non riflette i numeri degli esami e delle immagini diagnostiche. È questo che mi manda in confusione e rende tutto ancora più difficile da accettare.

Adesso il mio unico pensiero è fare in modo che possa stare il meglio possibile, che sia seguito a casa con le cure domiciliari e che abbia tutto il supporto necessario. Sto cercando di affrontare questa situazione nel modo più razionale possibile, ma dentro di me sento che sto crollando. Non posso fermare l’inevitabile, ma mi terrorizza sapere che sta per accadere.lui sa quanto sia avanzata la malattia ma del tempo stimato ho voluto non dicessero nulla.

Ho deciso di iscrivermi qui per cercare conforto, per parlare con chi sta vivendo o ha vissuto esperienze simili, per non sentirmi sola in questo dolore che mi sta logorando.

Grazie a chi vorrà leggere la nostra storia e condividere un pensiero.sono figlia unica con due ragazzi in adolescenza… e’ tutto estremamente difficile e sono veramente stanca
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Re: È arrivata la fine

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Lati ha scritto: gio 30 gen 2025, 20:05 Buonasera… purtroppo anche noi ci troviamo quasi alla fine
voglio raccontarvi la storia di mio padre, un uomo che ha sempre affrontato la vita con forza e determinazione, ma che oggi si trova a combattere la sua battaglia più dura.

Tutto è iniziato a febbraio 2023, quando a mio padre è stato diagnosticato un tumore neuroendocrino alla vescica di grado G3, trattato con sola TURV (resezione endoscopica). Sembrava che la situazione fosse sotto controllo, ma poco dopo, a marzo 2023, è arrivata una seconda diagnosi devastante: adenocarcinoma polmonare con metastasi ossee.

Da quel momento è iniziato un lungo percorso di chemioterapia e immunoterapia. Quest’ultima, però, lo ha devastato, causandogli una rettocolite ulcerosa intorno a maggio 2023, una complicanza severa che ha richiesto una terapia specifica. Ha affrontato ogni effetto collaterale con determinazione, sperando che le cure potessero dargli ancora tempo.

Ha seguito con costanza i protocolli di prima e seconda linea, ma con il passare dei mesi la malattia ha continuato a progredire.

A luglio 2024, per la comparsa di metastasi epatiche, è stato avviato un nuovo trattamento con Docetaxel, nella speranza di rallentare ulteriormente la progressione della malattia. Purtroppo, nonostante questa nuova linea di terapia, il quadro clinico ha continuato a peggiorare.

A novembre 2024, le condizioni generali e gli esami hanno portato i medici a sospendere qualsiasi terapia attiva, ritenendo che i benefici non superassero più gli effetti negativi del trattamento. È stato un momento difficilissimo, perché mio padre non si sentiva affatto un malato terminale e ha sempre creduto di poter continuare a combattere.

A gennaio 2025, si è deciso di provare nuovamente la Vinorelbina, questa volta con scopo esclusivamente palliativo, per cercare di contenere ancora per un po’ la malattia senza effetti tossici eccessivi. Tuttavia, il giorno stesso della prima somministrazione, la situazione è precipitata: febbre altissima, tremori, cianosi e svenimento improvviso. Lo abbiamo portato d’urgenza in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una polmonite batterica, ma dentro di me continuo a chiedermi se possa essere stata una reazione al farmaco.

Da quel momento è stato ricoverato e sottoposto a terapia antibiotica. I medici hanno stabilito che ormai le cure devono essere solo palliative, mirate al controllo dei sintomi e della qualità della vita. Gli hanno applicato un cerotto di Fentanil per il controllo del dolore e ci hanno parlato chiaramente della prognosi: solo poche settimane di vita.

In tutto questo, un’altra recidiva tumorale si è presentata alla vescica, con una nuova formazione di 2,2 cm, confermando che la malattia sta avanzando su più fronti.

Ma il Fentanil ha un effetto collaterale devastante: lo rende brillante, euforico, quasi iperattivo, tanto che, vedendolo, sembra impossibile che abbia una diagnosi così grave. È una cosa che mi manda fuori di testa perché a tratti è insopportabile vederlo così vivace, sapendo che ha così poco tempo davanti.

Mi sono confrontata con tutti i medici che lo hanno in cura:

• Il primario di oncologia dell’ospedale in cui è seguito
• Il primario di medicina generale dove è stato ricoverato
• Il suo medico di base
• Un altro primario di oncologia toracica dello IEO

Tutti, senza eccezioni, confermano la stessa prognosi.

Eppure, se lo guardo, non sembra un uomo alla fine della sua vita. Cammina, parla, mangia, scherza. A volte penso che abbiano sbagliato tutto, perché il suo aspetto non riflette i numeri degli esami e delle immagini diagnostiche. È questo che mi manda in confusione e rende tutto ancora più difficile da accettare.

Adesso il mio unico pensiero è fare in modo che possa stare il meglio possibile, che sia seguito a casa con le cure domiciliari e che abbia tutto il supporto necessario. Sto cercando di affrontare questa situazione nel modo più razionale possibile, ma dentro di me sento che sto crollando. Non posso fermare l’inevitabile, ma mi terrorizza sapere che sta per accadere.lui sa quanto sia avanzata la malattia ma del tempo stimato ho voluto non dicessero nulla.

Ho deciso di iscrivermi qui per cercare conforto, per parlare con chi sta vivendo o ha vissuto esperienze simili, per non sentirmi sola in questo dolore che mi sta logorando.

Grazie a chi vorrà leggere la nostra storia e condividere un pensiero.sono figlia unica con due ragazzi in adolescenza… e’ tutto estremamente difficile e sono veramente stanca
Ciao Lati, ti ho già risposto all'altro post...posso solo ribadirti che ti capisco bene e mi spiace tanto per te, ovviamente auguro a tuo padre quanti più giorni felici possibili ❤️
Lati
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Re: È arrivata la fine

Messaggio da Lati »

Stamattina lo dimettono e alle 12 viene il medico paglia Stae o palliativista non so come si dice con l’infermiera a cui dovrò dire e ribadire il fatto che il fontanile gli dà questo effetto fuori che non è da lui lo rende disinibito e tante volte è veramente fastidioso, ma anche per se stesso, perché li toglie quel minimo di dignità che già questa malattia gli ha tolto. Ho un grosso timore di come gestirlo qui a casa, perché lui è uno che non sta fermo deve fare sempre quello che dice lui e non vorrei succedere se qualcosa mentre è fuori quando invece dovrebbe stare a casa. Lui non ha chiara la situazione o meglio sa di tutti i mali che ha ma della prognosi, purtroppo, o per fortuna, nessuno gli ha detto niente. non so come fare mi sento così sola in questo momento che vorrei sparire. Vorrei tornare alla mia vita normale e so che è una cosa brutta, ma non vedo l’ora di avere un sollievo perché due anni che non ho +1 mia vita e con lui con un carattere così forte e tante volte egoista ho dovuto purtroppo fare una scelta di stargli dietro, però adesso insisterò che si prenda una persona che venga in casa che mi aiuti in modo che io possa stare anche con i miei figli e se non fosse così devo prendere ulteriori decisioni perché insieme a lui stiamo morendo tutti
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