Oggi mi hanno detto che papà ha circa 3 mesi di vita.
Oggi mi hanno detto che papà ha circa 3 mesi di vita.
Buongiorno a tutti,
papà a 77 anni e sono circa due anni e mezzo che combatte con un cancro alla prostata metastatico.
Quindi ossa e midollo.
Dopo chemio e radio ... è un mese e mezzo che è in ospedale.
Un mese e mezzo fa ha avuto un infarto del miocardio causato dall'anemia.
Insomma ... arrivo al dunque.
Oggi mi hanno detto che ha 3 mesi di vita e io mi ritrovo a non sapere come affrontare questa situazione.
Sono figlia unica e mia madre ama mio padre alla follia.
La mia decisione è di non dire nulla a papà e di riportarmelo a casa ma ho paura di cosa succederà.
Scusatemi se posso risultare strana ma è tutto così strano e non sono pronta alla sua dipartita.
E non è pronto nemmeno lui credetemi.
Vi chiedo dei consigli.
So che potete capirmi.
Grazie di cuore.
papà a 77 anni e sono circa due anni e mezzo che combatte con un cancro alla prostata metastatico.
Quindi ossa e midollo.
Dopo chemio e radio ... è un mese e mezzo che è in ospedale.
Un mese e mezzo fa ha avuto un infarto del miocardio causato dall'anemia.
Insomma ... arrivo al dunque.
Oggi mi hanno detto che ha 3 mesi di vita e io mi ritrovo a non sapere come affrontare questa situazione.
Sono figlia unica e mia madre ama mio padre alla follia.
La mia decisione è di non dire nulla a papà e di riportarmelo a casa ma ho paura di cosa succederà.
Scusatemi se posso risultare strana ma è tutto così strano e non sono pronta alla sua dipartita.
E non è pronto nemmeno lui credetemi.
Vi chiedo dei consigli.
So che potete capirmi.
Grazie di cuore.
Re: Oggi mi hanno detto che papà ha circa 3 mesi di vita.
Io non sono in grado di darti grandi consigli, perché mi trovo in una situazione simile e nemmeno io so come affrontarla, "aggravata" dal fatto che mia mamma ha scoperto di avere un tumore solo a inizi di ottobre...e ora forse sta già per morire...ti posso solo mandare un grosso abbraccio, stai vicino al tuo papà e alla tua mamma...purtroppo credo che per queste cose non si sia mai pronti, mio papà è morto 14 anni fa e io sogno ancora che guarisca dalla sua malattia...Lunaris76 ha scritto: mar 19 nov 2024, 15:54 Buongiorno a tutti,
papà a 77 anni e sono circa due anni e mezzo che combatte con un cancro alla prostata metastatico.
Quindi ossa e midollo.
Dopo chemio e radio ... è un mese e mezzo che è in ospedale.
Un mese e mezzo fa ha avuto un infarto del miocardio causato dall'anemia.
Insomma ... arrivo al dunque.
Oggi mi hanno detto che ha 3 mesi di vita e io mi ritrovo a non sapere come affrontare questa situazione.
Sono figlia unica e mia madre ama mio padre alla follia.
La mia decisione è di non dire nulla a papà e di riportarmelo a casa ma ho paura di cosa succederà.
Scusatemi se posso risultare strana ma è tutto così strano e non sono pronta alla sua dipartita.
E non è pronto nemmeno lui credetemi.
Vi chiedo dei consigli.
So che potete capirmi.
Grazie di cuore.
Re: Oggi mi hanno detto che papà ha circa 3 mesi di vita.
Grazie mille Enri.
Quello che sto vivendo è decisamente devastante.
Quello che sto vivendo è decisamente devastante.
Re: Oggi mi hanno detto che papà ha circa 3 mesi di vita.
Fatti coraggio soprattutto davanti a tuo padre, quando non ti vede grida e piangi se ti può servire per scaricare.
Mio padre sta più o meno così. Tumore prostata, metastasi ossee e linfonodi ingrossati ovunque
Io ho deciso di non dirgli niente. Abbiamo nascosto tutto e abbiamo inventato una patologia parallela per farlo vivere serenamente il tempo che gli resta. Non sappiamo quanto, è vero mi spaventano le conseguenze che verranno essendo solo con problemi personali fisici. Se in ospedale potrebbe avere cure migliori non ci pensare due volte.
È in genitori è vero però a volte cercare di fare gli eroi può essere peggio, anche e soprattutto a livello psicologico.
Ti devasti solo tu, come purtroppo lo sto facendo in piccola parte io.
Mio padre sta più o meno così. Tumore prostata, metastasi ossee e linfonodi ingrossati ovunque
Io ho deciso di non dirgli niente. Abbiamo nascosto tutto e abbiamo inventato una patologia parallela per farlo vivere serenamente il tempo che gli resta. Non sappiamo quanto, è vero mi spaventano le conseguenze che verranno essendo solo con problemi personali fisici. Se in ospedale potrebbe avere cure migliori non ci pensare due volte.
È in genitori è vero però a volte cercare di fare gli eroi può essere peggio, anche e soprattutto a livello psicologico.
Ti devasti solo tu, come purtroppo lo sto facendo in piccola parte io.
Re: Oggi mi hanno detto che papà ha circa 3 mesi di vita.
Buonasera… purtroppo anche noi ci troviamo quasi alla fine
voglio raccontarvi la storia di mio padre, un uomo che ha sempre affrontato la vita con forza e determinazione, ma che oggi si trova a combattere la sua battaglia più dura.
Tutto è iniziato a febbraio 2023, quando a mio padre è stato diagnosticato un tumore neuroendocrino alla vescica di grado G3, trattato con sola TURV (resezione endoscopica). Sembrava che la situazione fosse sotto controllo, ma poco dopo, a marzo 2023, è arrivata una seconda diagnosi devastante: adenocarcinoma polmonare con metastasi ossee.
Da quel momento è iniziato un lungo percorso di chemioterapia e immunoterapia. Quest’ultima, però, lo ha devastato, causandogli una rettocolite ulcerosa intorno a maggio 2023, una complicanza severa che ha richiesto una terapia specifica. Ha affrontato ogni effetto collaterale con determinazione, sperando che le cure potessero dargli ancora tempo.
Ha seguito con costanza i protocolli di prima e seconda linea, ma con il passare dei mesi la malattia ha continuato a progredire.
A luglio 2024, per la comparsa di metastasi epatiche, è stato avviato un nuovo trattamento con Docetaxel, nella speranza di rallentare ulteriormente la progressione della malattia. Purtroppo, nonostante questa nuova linea di terapia, il quadro clinico ha continuato a peggiorare.
A novembre 2024, le condizioni generali e gli esami hanno portato i medici a sospendere qualsiasi terapia attiva, ritenendo che i benefici non superassero più gli effetti negativi del trattamento. È stato un momento difficilissimo, perché mio padre non si sentiva affatto un malato terminale e ha sempre creduto di poter continuare a combattere.
A gennaio 2025, si è deciso di provare nuovamente la Vinorelbina, questa volta con scopo esclusivamente palliativo, per cercare di contenere ancora per un po’ la malattia senza effetti tossici eccessivi. Tuttavia, il giorno stesso della prima somministrazione, la situazione è precipitata: febbre altissima, tremori, cianosi e svenimento improvviso. Lo abbiamo portato d’urgenza in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una polmonite batterica, ma dentro di me continuo a chiedermi se possa essere stata una reazione al farmaco.
Da quel momento è stato ricoverato e sottoposto a terapia antibiotica. I medici hanno stabilito che ormai le cure devono essere solo palliative, mirate al controllo dei sintomi e della qualità della vita. Gli hanno applicato un cerotto di Fentanil per il controllo del dolore e ci hanno parlato chiaramente della prognosi: solo poche settimane di vita.
In tutto questo, un’altra recidiva tumorale si è presentata alla vescica, con una nuova formazione di 2,2 cm, confermando che la malattia sta avanzando su più fronti.
Ma il Fentanil ha un effetto collaterale devastante: lo rende brillante, euforico, quasi iperattivo, tanto che, vedendolo, sembra impossibile che abbia una diagnosi così grave. È una cosa che mi manda fuori di testa perché a tratti è insopportabile vederlo così vivace, sapendo che ha così poco tempo davanti.
Mi sono confrontata con tutti i medici che lo hanno in cura:
• Il primario di oncologia dell’ospedale in cui è seguito
• Il primario di medicina generale dove è stato ricoverato
• Il suo medico di base
• Un altro primario di oncologia toracica dello IEO
Tutti, senza eccezioni, confermano la stessa prognosi.
Eppure, se lo guardo, non sembra un uomo alla fine della sua vita. Cammina, parla, mangia, scherza. A volte penso che abbiano sbagliato tutto, perché il suo aspetto non riflette i numeri degli esami e delle immagini diagnostiche. È questo che mi manda in confusione e rende tutto ancora più difficile da accettare.
Adesso il mio unico pensiero è fare in modo che possa stare il meglio possibile, che sia seguito a casa con le cure domiciliari e che abbia tutto il supporto necessario. Sto cercando di affrontare questa situazione nel modo più razionale possibile, ma dentro di me sento che sto crollando. Non posso fermare l’inevitabile, ma mi terrorizza sapere che sta per accadere.lui sa quanto sia avanzata la malattia ma del tempo stimato ho voluto non dicessero nulla.
Ho deciso di iscrivermi qui per cercare conforto, per parlare con chi sta vivendo o ha vissuto esperienze simili, per non sentirmi sola in questo dolore che mi sta logorando.
Grazie a chi vorrà leggere la nostra storia e condividere un pensiero.sono figlia unica con due ragazzi in adolescenza… e’ tutto estremamente difficile e sono veramente stanca
voglio raccontarvi la storia di mio padre, un uomo che ha sempre affrontato la vita con forza e determinazione, ma che oggi si trova a combattere la sua battaglia più dura.
Tutto è iniziato a febbraio 2023, quando a mio padre è stato diagnosticato un tumore neuroendocrino alla vescica di grado G3, trattato con sola TURV (resezione endoscopica). Sembrava che la situazione fosse sotto controllo, ma poco dopo, a marzo 2023, è arrivata una seconda diagnosi devastante: adenocarcinoma polmonare con metastasi ossee.
Da quel momento è iniziato un lungo percorso di chemioterapia e immunoterapia. Quest’ultima, però, lo ha devastato, causandogli una rettocolite ulcerosa intorno a maggio 2023, una complicanza severa che ha richiesto una terapia specifica. Ha affrontato ogni effetto collaterale con determinazione, sperando che le cure potessero dargli ancora tempo.
Ha seguito con costanza i protocolli di prima e seconda linea, ma con il passare dei mesi la malattia ha continuato a progredire.
A luglio 2024, per la comparsa di metastasi epatiche, è stato avviato un nuovo trattamento con Docetaxel, nella speranza di rallentare ulteriormente la progressione della malattia. Purtroppo, nonostante questa nuova linea di terapia, il quadro clinico ha continuato a peggiorare.
A novembre 2024, le condizioni generali e gli esami hanno portato i medici a sospendere qualsiasi terapia attiva, ritenendo che i benefici non superassero più gli effetti negativi del trattamento. È stato un momento difficilissimo, perché mio padre non si sentiva affatto un malato terminale e ha sempre creduto di poter continuare a combattere.
A gennaio 2025, si è deciso di provare nuovamente la Vinorelbina, questa volta con scopo esclusivamente palliativo, per cercare di contenere ancora per un po’ la malattia senza effetti tossici eccessivi. Tuttavia, il giorno stesso della prima somministrazione, la situazione è precipitata: febbre altissima, tremori, cianosi e svenimento improvviso. Lo abbiamo portato d’urgenza in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una polmonite batterica, ma dentro di me continuo a chiedermi se possa essere stata una reazione al farmaco.
Da quel momento è stato ricoverato e sottoposto a terapia antibiotica. I medici hanno stabilito che ormai le cure devono essere solo palliative, mirate al controllo dei sintomi e della qualità della vita. Gli hanno applicato un cerotto di Fentanil per il controllo del dolore e ci hanno parlato chiaramente della prognosi: solo poche settimane di vita.
In tutto questo, un’altra recidiva tumorale si è presentata alla vescica, con una nuova formazione di 2,2 cm, confermando che la malattia sta avanzando su più fronti.
Ma il Fentanil ha un effetto collaterale devastante: lo rende brillante, euforico, quasi iperattivo, tanto che, vedendolo, sembra impossibile che abbia una diagnosi così grave. È una cosa che mi manda fuori di testa perché a tratti è insopportabile vederlo così vivace, sapendo che ha così poco tempo davanti.
Mi sono confrontata con tutti i medici che lo hanno in cura:
• Il primario di oncologia dell’ospedale in cui è seguito
• Il primario di medicina generale dove è stato ricoverato
• Il suo medico di base
• Un altro primario di oncologia toracica dello IEO
Tutti, senza eccezioni, confermano la stessa prognosi.
Eppure, se lo guardo, non sembra un uomo alla fine della sua vita. Cammina, parla, mangia, scherza. A volte penso che abbiano sbagliato tutto, perché il suo aspetto non riflette i numeri degli esami e delle immagini diagnostiche. È questo che mi manda in confusione e rende tutto ancora più difficile da accettare.
Adesso il mio unico pensiero è fare in modo che possa stare il meglio possibile, che sia seguito a casa con le cure domiciliari e che abbia tutto il supporto necessario. Sto cercando di affrontare questa situazione nel modo più razionale possibile, ma dentro di me sento che sto crollando. Non posso fermare l’inevitabile, ma mi terrorizza sapere che sta per accadere.lui sa quanto sia avanzata la malattia ma del tempo stimato ho voluto non dicessero nulla.
Ho deciso di iscrivermi qui per cercare conforto, per parlare con chi sta vivendo o ha vissuto esperienze simili, per non sentirmi sola in questo dolore che mi sta logorando.
Grazie a chi vorrà leggere la nostra storia e condividere un pensiero.sono figlia unica con due ragazzi in adolescenza… e’ tutto estremamente difficile e sono veramente stanca
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