Come avvicinarsi a chi è malato ?
Inviato: lun 16 mag 2016, 18:59
Ciao Ragazzi e Ragazze,
oggi primo giorno di volontariato all’Humanitas di Rozzano
Positiva notizia anzitutto. Ho appreso con piacere che all'interno dell’ospedale è stato aperto un punto AIMAC per il pubblico
Per quanto riguarda il volontariato ho scelto , come presenza , il Cancer Center anche se poi deciderà la Fondazione , in relazione alle esigenze dei singoli reparti. Dovrebbero però esaudire le preferenze espresse dai singoli volontari
Non sarà una presenza facile perché il rapporto diretto con la sofferenza sarà diretto e costante. Certo, ho avuto esperienze con mio padre, i miei due amici Roberto e Fausto e ho tuttora l’esperienza diretta con mia moglie ma il tipo di rapporto con i malati dei singoli reparti, sarà completamente diverso.
Diverso è relazionarti con dei familiari e con degli amici con i quali ho avuto esperienze comuni , e diverso è relazionarsi con persone che non ho mai visto, cercando di creare un discorso/azione di aiuto e di sostegno,
Lo so, ogni persona ha il suo carattere e quindi non tutti reagiscono nello stesso modo.
Da parte di alcuni potrebbe esserci disponibilità mentre da altri potrebbe esserci un decisivo rifiuto
Naturalmente poi, i referenti dell'ospedale ci daranno dei suggerimenti, delle indicazioni su come relazionarci.
Ma chi meglio di coloro che vivono direttamente sulla propria pelle la malattia, possono dare delle utili indicazioni su come potrebbero accettare una proposta di aiuto e di sostegno ?
Chiedo dei suggerimenti delle indicazioni su come non diventare un intruso scomodo oppure come un ficcanaso da “mandare a quel paese”.
Vorrei essere utile
Grazie
Franco
oggi primo giorno di volontariato all’Humanitas di Rozzano
Positiva notizia anzitutto. Ho appreso con piacere che all'interno dell’ospedale è stato aperto un punto AIMAC per il pubblico
Per quanto riguarda il volontariato ho scelto , come presenza , il Cancer Center anche se poi deciderà la Fondazione , in relazione alle esigenze dei singoli reparti. Dovrebbero però esaudire le preferenze espresse dai singoli volontari
Non sarà una presenza facile perché il rapporto diretto con la sofferenza sarà diretto e costante. Certo, ho avuto esperienze con mio padre, i miei due amici Roberto e Fausto e ho tuttora l’esperienza diretta con mia moglie ma il tipo di rapporto con i malati dei singoli reparti, sarà completamente diverso.
Diverso è relazionarti con dei familiari e con degli amici con i quali ho avuto esperienze comuni , e diverso è relazionarsi con persone che non ho mai visto, cercando di creare un discorso/azione di aiuto e di sostegno,
Lo so, ogni persona ha il suo carattere e quindi non tutti reagiscono nello stesso modo.
Da parte di alcuni potrebbe esserci disponibilità mentre da altri potrebbe esserci un decisivo rifiuto
Naturalmente poi, i referenti dell'ospedale ci daranno dei suggerimenti, delle indicazioni su come relazionarci.
Ma chi meglio di coloro che vivono direttamente sulla propria pelle la malattia, possono dare delle utili indicazioni su come potrebbero accettare una proposta di aiuto e di sostegno ?
Chiedo dei suggerimenti delle indicazioni su come non diventare un intruso scomodo oppure come un ficcanaso da “mandare a quel paese”.
Vorrei essere utile
Grazie
Franco