Linfoma non hod. garndi cellule molto aggressivo
SALVE
mi presento a voi con la speranza di essere d'aiuto sia a me stesso che a tutta la comunità.
La mia storia di malato ematologico risale a febbraio di quest'anno... questo è l'anno del serpente per i cinesi.. un anno eccezionale e, se tutto andrà per il verso del legno, lo sarà anche per me e per tutti voi.
Sono credente.
Nei due mesi d'ospedale dove mi è stato asportato il linfoma (cm 12 x 8) all'intestino con interessamento colon e vescica ho trovato giovamento in due cose paradossali ma complementari alla luce del nuovo millennio: la fede e il telefonino cellulare.
Non voglio specificare quale fede mi pervade perché è giusto non condizionare l'andamento psicologico-spirituale di questo delicatissimo interagire informatico, mi preme invece sottolineare che per quanto riguarda lo specifico la fede non è un regalo è frutto di costante lavoro, di autoconvinzione e di autocertificazione, quindi un qualcosa che per un essere raziocinante va trovato in ogni istante con la convinzione che esso non deve essere uno strumento palliativo del dolore o della sofferenza contingente ma un raro strumento che può agevolarti nella comprensione di ciò che noi chiamiamo ignoto. A me serve a rasserenarmi a priori di tutto. Se io sono convinto a priori di tutto non esiste solo la vita terrena allora la paura di non riuscire a rimanere nella fase attuale nella quale mi trovo (vita) svanisce lasciando posto ad una sorta di tranquillità più che di speranza.
Tralasciando subito quest'argomento espressamente per non risultare una sorta di sermonista o peggio ancora di retore passerei subito al profano: il mio telefonino.
A parte la paura di tenermelo vicino data la causa ignota dello scaturire di questa mia patologia (sono sempre stato un salutista, non fumo non bevo e mi cibo prevalentemente di verdure abito in campagna e sono sempre stato discretamente felice accontentandomi sempre nel poco del poco)questo strumento d'ostentazione mi ha tenuto tramite sms ricevuti sotto le coperte -giorno e notte- in contatto con centinaia di amici sia
virtuali che tangibili... tramite il cellulare poi, ho annotato tutte le terapie, giorno per giorno e tutte le reazioni della mia mente e del mio corpo in relazione ad ogni stress provocato dall'ambiente. All'interno di esso -premetto che ho un cellulare di 4 anni usato- ho poi inserito qualche brano da me eseguito al flauto traverso e soprattutto -non prendetemi per pazzo- un corso propedeutico di lingua russa... ho optato per questa lingua a me sconosciutissima per scardinare la mente e ci sono riuscito rendendola docile e duttile... non voglio continuare per adesso, il motivo è semplice.. se qualcuno di voi leggerà quanto scritto mi indichi se sto sbagliando impostazione, ripeto, trovo questo forum bellissimo ma essendo elaborato e fruito a + livelli fra consapevolezza ed oggettività, vorrei rimanere all'interno del vostro cerchio e capire fino a che punto riteniate opportune le mie ovvietà, ovvietà che di rimando appartengono alla mia più profonda sfera personale... il mio obiettivo è interagire e paradossalmente aiutare per farmi aiutare a rasserenare l'animo di chi vive determinate situazioni che visto il loro crescente proliferare rappresenta volente o nolente un punto fermo per chiunque vaghi in rete alla ricerca di un perché.
Pier (rigoletto)
mi presento a voi con la speranza di essere d'aiuto sia a me stesso che a tutta la comunità.
La mia storia di malato ematologico risale a febbraio di quest'anno... questo è l'anno del serpente per i cinesi.. un anno eccezionale e, se tutto andrà per il verso del legno, lo sarà anche per me e per tutti voi.
Sono credente.
Nei due mesi d'ospedale dove mi è stato asportato il linfoma (cm 12 x 8) all'intestino con interessamento colon e vescica ho trovato giovamento in due cose paradossali ma complementari alla luce del nuovo millennio: la fede e il telefonino cellulare.
Non voglio specificare quale fede mi pervade perché è giusto non condizionare l'andamento psicologico-spirituale di questo delicatissimo interagire informatico, mi preme invece sottolineare che per quanto riguarda lo specifico la fede non è un regalo è frutto di costante lavoro, di autoconvinzione e di autocertificazione, quindi un qualcosa che per un essere raziocinante va trovato in ogni istante con la convinzione che esso non deve essere uno strumento palliativo del dolore o della sofferenza contingente ma un raro strumento che può agevolarti nella comprensione di ciò che noi chiamiamo ignoto. A me serve a rasserenarmi a priori di tutto. Se io sono convinto a priori di tutto non esiste solo la vita terrena allora la paura di non riuscire a rimanere nella fase attuale nella quale mi trovo (vita) svanisce lasciando posto ad una sorta di tranquillità più che di speranza.
Tralasciando subito quest'argomento espressamente per non risultare una sorta di sermonista o peggio ancora di retore passerei subito al profano: il mio telefonino.
A parte la paura di tenermelo vicino data la causa ignota dello scaturire di questa mia patologia (sono sempre stato un salutista, non fumo non bevo e mi cibo prevalentemente di verdure abito in campagna e sono sempre stato discretamente felice accontentandomi sempre nel poco del poco)questo strumento d'ostentazione mi ha tenuto tramite sms ricevuti sotto le coperte -giorno e notte- in contatto con centinaia di amici sia
virtuali che tangibili... tramite il cellulare poi, ho annotato tutte le terapie, giorno per giorno e tutte le reazioni della mia mente e del mio corpo in relazione ad ogni stress provocato dall'ambiente. All'interno di esso -premetto che ho un cellulare di 4 anni usato- ho poi inserito qualche brano da me eseguito al flauto traverso e soprattutto -non prendetemi per pazzo- un corso propedeutico di lingua russa... ho optato per questa lingua a me sconosciutissima per scardinare la mente e ci sono riuscito rendendola docile e duttile... non voglio continuare per adesso, il motivo è semplice.. se qualcuno di voi leggerà quanto scritto mi indichi se sto sbagliando impostazione, ripeto, trovo questo forum bellissimo ma essendo elaborato e fruito a + livelli fra consapevolezza ed oggettività, vorrei rimanere all'interno del vostro cerchio e capire fino a che punto riteniate opportune le mie ovvietà, ovvietà che di rimando appartengono alla mia più profonda sfera personale... il mio obiettivo è interagire e paradossalmente aiutare per farmi aiutare a rasserenare l'animo di chi vive determinate situazioni che visto il loro crescente proliferare rappresenta volente o nolente un punto fermo per chiunque vaghi in rete alla ricerca di un perché.
Pier (rigoletto)
ognuno fa ciò che può...interessante. In questa frase è racchiusa tutta la forza di chi vive una situazione estrema... resa estrema dall'impossibilità, a volte, nel difendersi. Bisogna giocoforza "farsi adoperare" e fidarsi dei medici ma è necessario fare qualcosa di complementare come ad esempio alimentarsi correttamente durante la chemioterapia...
Ciao Rigoletto,
benvenuto!
Tra tutto quello che hai scritto c'è una cosa che mi fa sorridere... Il russo!
Una delle lingue che io reputo forte e glaciale dato il paese... E in russia ci sono stata!
Fredda e buia!
Qui ho trovato degli amici spettacolari...
Non credo... Ma spero sempre!!!
Un grande stritolo
Ambra
benvenuto!
Tra tutto quello che hai scritto c'è una cosa che mi fa sorridere... Il russo!
Una delle lingue che io reputo forte e glaciale dato il paese... E in russia ci sono stata!
Fredda e buia!
Qui ho trovato degli amici spettacolari...
Non credo... Ma spero sempre!!!
Un grande stritolo
Ambra
Carissima
contraccambio volentieri quest'amicizia dettata dalla sventura ma mi interesserebbe conoscere il tuo punto di vista sul tema sventura, mi spiego...
a prescindere da tutto penso che ognuno di noi sia stato colpito a random da queste patologie... come il terremoto: oggi è in azione in Emilia ma il giorno dopo scuote gli animi dei campani... è a caso che sia un caso a prescindere dalle nostre abitudini benedette o dannate che siano siamo messi di fronte ad un male che doveva teoricamente colpire atre figure non la nostra... questo ci fa oggetto di pietà da parte dei che ci conosce ci frequenta e pure di isolamento e non è detto che sia un fattore esacerbato d ipocrisia ma solo paura, paura nell'intravedere nel amico o nell'amica una realtà prossima a finire, paura di destarsi dal sogno infantile, dal giogo contraddittorio della vita, paura del noto che si contrappone fortunatamente ad una realtà inopinabile che rappresenta una sbadilata in faccia per i fatalisti: si può guarire da questi mali e bisogna crederci nel caso contrario è necessario però assumere un atteggiamento ieratico, mai, dico mai pensare che lasciare questa terra in uno stato d'impotenza e di sofferenza sia un sintomo di passività; chi purtroppo sarà di fronte a questa realtà non deve mai perdersi d'animo perché la vita ha una porta spalancata sulla vita... la vita non finisce mai, cambia solo di fase ed è necessario crederlo nel profondo se non altro per essere sereni, sereni viaggiatori della fisica.. ed è proprio questo che ho riscontrato in tanti amici e conoscenti che hanno avuto quest'esperienza che non chiamo morte perché morte equivale ad un cartello stradale denominato stop... questi esseri, forse aiutati dalla natura o dalla follia di Erasmo, li ho visti serenamente tramutare di fase e questo mi ha fatto capire che è solo un momento dei momenti...
contraccambio volentieri quest'amicizia dettata dalla sventura ma mi interesserebbe conoscere il tuo punto di vista sul tema sventura, mi spiego...
a prescindere da tutto penso che ognuno di noi sia stato colpito a random da queste patologie... come il terremoto: oggi è in azione in Emilia ma il giorno dopo scuote gli animi dei campani... è a caso che sia un caso a prescindere dalle nostre abitudini benedette o dannate che siano siamo messi di fronte ad un male che doveva teoricamente colpire atre figure non la nostra... questo ci fa oggetto di pietà da parte dei che ci conosce ci frequenta e pure di isolamento e non è detto che sia un fattore esacerbato d ipocrisia ma solo paura, paura nell'intravedere nel amico o nell'amica una realtà prossima a finire, paura di destarsi dal sogno infantile, dal giogo contraddittorio della vita, paura del noto che si contrappone fortunatamente ad una realtà inopinabile che rappresenta una sbadilata in faccia per i fatalisti: si può guarire da questi mali e bisogna crederci nel caso contrario è necessario però assumere un atteggiamento ieratico, mai, dico mai pensare che lasciare questa terra in uno stato d'impotenza e di sofferenza sia un sintomo di passività; chi purtroppo sarà di fronte a questa realtà non deve mai perdersi d'animo perché la vita ha una porta spalancata sulla vita... la vita non finisce mai, cambia solo di fase ed è necessario crederlo nel profondo se non altro per essere sereni, sereni viaggiatori della fisica.. ed è proprio questo che ho riscontrato in tanti amici e conoscenti che hanno avuto quest'esperienza che non chiamo morte perché morte equivale ad un cartello stradale denominato stop... questi esseri, forse aiutati dalla natura o dalla follia di Erasmo, li ho visti serenamente tramutare di fase e questo mi ha fatto capire che è solo un momento dei momenti...
Ciao rigoletto.
Certezza random, è la casualità della vita di ognuno di Noi.
"Il fato".
La vita finisce con il NON respiro e gl'inappellabili -annessi e connessi-.
La fede, la lascio a chi Crede.
Il "passaggio" "nella" morte lo conosco, ed è esattamente un momento dei momenti come giustamente suggerisci.
Niente è più facile che supportare con forza d'animo, le sventure altrui;
MA nessuno sa di essere fortunato fino a che non lo colpisce la sventura.
A presto.
Monik
Certezza random, è la casualità della vita di ognuno di Noi.
"Il fato".
La vita finisce con il NON respiro e gl'inappellabili -annessi e connessi-.
La fede, la lascio a chi Crede.
Il "passaggio" "nella" morte lo conosco, ed è esattamente un momento dei momenti come giustamente suggerisci.
Niente è più facile che supportare con forza d'animo, le sventure altrui;
MA nessuno sa di essere fortunato fino a che non lo colpisce la sventura.
A presto.
Monik
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